Lercara Friddi, tra chiese, Palazzi e Frank Sinatra
Per Marino sindaco della città del padre di The Voice, si punta sul My Way Museum e sulla storia mineraria
Lercara Friddi in provincia di Palermo fa derivare il proprio nome dall’arabo Al Kara, che significa “quartiere” e dal siciliano “li friddi”, cioè “i freddi”. Lercara invece deriva da Francesca Lercaro, figlia di Leonello Lercaro, un imprenditore genovese di origine armena che arrivò in Sicilia nel 1570: quando Francesca sposò il nobile spagnolo Baldassarre Gomez de Amezcua, la dote matrimoniale comprendeva tra i feudi quello di Friddi. La data di fondazione del centro è il 1605.
Lercara Friddi ospita la chiesa di Maria Santissima di Costantinopoli e il perché di questo riferimento al rito orientale del cattolicesimo risiede nella fede cattolica di rito greco della famiglia di Leonello Lercaro: la chiesa di Maria Santissima di Costantinopoli e la connessa festività patronale originano da un evento miracoloso tramandato dalla tradizione popolare, cioè il ritrovamento, nei pressi di un torrente, dell’icona della Madonna di Costantinopoli, dall’undicenne Oliva Baccarella nel 1807.
E proprio i luoghi di culto rappresentano le maggiori testimonianze urbanistiche di Lercara Friddi, dalla chiesa di San Gregorio d’Armenia, edificata da Lionello Lercaro tra il 1573 e il 1580 alla chiesa della Madonna del Rosario edificata da Baldassarre Gomez de Amezcua tra il 1595 e il 1604, dalla chiesa di Sant’Anna, edificata da Francesca Lercaro tra il 1605 e il 1610 alla chiesa di San Gregorio Traumaturgo, inizialmente edificata da Raffaella Lercaro de Amezcua tra il 1627 e il 1640 e poi riedificata più volte sino ai primi dell’Ottocento.
Storicamente Lercara Friddi è stato un centro molto importante dell’estrazione e lavorazione dello zolfo, almeno fino a dopo l’Unità d’Italia, quando questa attività andò in crisi (sono partiti i lavori per l’allestimento del Museo Villa Rose sede del Parco archeologico industriale e Museo della Zolfara per il recupero della memoria storica legata alle attività produttive) .
A Lercara è legato il nome di Andrea Finocchiaro Aprile (1878-1964), giurista e politico, sottosegretario di Stato nel 1920 e nel 1921 insieme a Nitti e Giolitti, fondatore nel 1943 a Palermo del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia (MIS), di cui fu il leader.
I principali monumenti di Lercara sono la Chiesa di San Giuseppe con il vicino Collegio di Maria, risalenti al XVIII secolo e la Chiesa di San Matteo o del Purgatorio, dello stesso secolo. Mentre per quanto riguarda l’architettura civile, meritevole è Palazzo Scammacca, dall’omonima famiglia proprietaria del borgo nel XVII secolo; Palazzo Sartorio; Palazzo Miceli; Villa Lisetta / Villa Rose-Gardner e Palazzo Scarlata, che ospita ancora il letto dove dormì il re Ferdinando II.
Sicuramente da vedere, poi, è il My Way Museum – Frank Sinatra – Siciliani in America: come ci ha detto Gianfilippo Geraci, consulente dell’assessore al Turismo di Lercara Friddi, era di Lercara Antonio Sinatra, figlio di Salvatore Sinatra, che poi sarebbe diventato il padre di Francesco cioè Frank Sinatra. Il Museo ospita molti oggetti di culto legati al celeberrimo Frank, fra cui un disco autografo.
Geraci nel 2008 ha inventato il MY WAY Festival, concorso sul migliore interprete di Sinatra giunto alla 16a edizione e insieme all’amministrazione ha avviato un lavoro sul turismo delle origini, a partire dai personaggi famosi dei centri siciliani minori (due attori di Lercara Friddi hanno avuto una parte nel film Gli intoccabili e il primo Zorro, Joseph Catalano, era di Lercara).
Come ci ha detto Luciano Marino, Sindaco di Lercara: “Stiamo continuando il lavoro con tutti gli attori coinvolti nel progetto di rilancio del turismo e della cultura a Lercara. Oltre al My Way Museum e alla figura carismatica di Frank Sinatra, ci stiamo adoperando per far rivivere la storia mineraria di Lercara con il nostro museo archeologico, il Museo della zolfara, che siamo in procinto di riaprire al pubblico. Artigianato locale, qualità della vita, clima, cultura: mettiamo insieme tutto quello che la nostra terra può offrire“.
Emanuele Beluffi