Terrasini, terra del golfo e di accoglienza
Il sindaco Giosuè Maniaci: “ Abbiamo lavorato per rendere il nostro Comune un’attrazione turistica”
Una costa sinuosa e frastagliata, scrigno di grotte naturali che custodisce antichi approdi, così appare al visitatore il golfo di Terrasini. Dal lido della Ciucca, si innalza a trenta e metri dal livello del mare per poi, tornare alla sabbia dorata di san Cataldo. Terra sinus “Terra di insenature” o più probabilmente “Terra del golfo”, questo l’antico nome latino della piccola cittadina della Sicilia settentrionale che si affaccia sul Golfo di Castellammare, incastonata tra mare e colline. “Terrasini è un piccolo borgo che fino a qualche anno fa aveva come unica risorsa la pesca- spiega il Sindaco Giosué Maniaci- ma la sua alta vocazione all’accoglienza ci ha incentivato a promuovere il turismo. Abbiamo lavorato molto per rendere Terrasini un’attrazione turistica e ad oggi abbiamo strutture ricettive di rilievo, più di tremila posti letto. Siamo reduci da una stagione fortunata, il 2022 ha registrato più di trecentomila presenze di visitatori. Abbiamo puntato sulle manifestazioni culturali e di intrattenimento potenziando i servizi per il turismo. Ci affacciamo su uno splendido mare, siamo a soli 30 km da Palermo, a 60 km da Trapani e a pochi minuti dall’aeroporto- conclude Maniaci- ci sono tutte le condizioni per attrarre importanti flussi di visitatori”. Tra baie rocciose, selvaggi dirupi e spiagge dorate, Terrasini regala panorami mozzafiato. La città ospita anche la bellissima Riserva Naturale orientata Capo Rama che si trova lungo le rotte migratorie di rare specie di volatili. Agli inizi del XVIII sec, il borgo fu dominio feudale dei principi di Carini La Grua Talamanca. La storia municipale di Terrasini inizia nel 1836, con l’aggregazione dei due villaggi limitrofi di Terrasini e Favarotta decretata da Ferdinando II di Borbone. Il nucleo più antico della cittadina è disposto in lunghi isolati di case basse e bianche, allineate lungo strade dritte convergenti verso il mare. Evento unico sul suo genere, è la storica “Festa di Li Schietti” ovvero la Festa degli scapoli o “Festa dell’albero”. Risale al 1860, protagonista di questa tradizione è l’albero, simbolo della vita e della fecondità. Un melangolo di circa 50 kg, che deve essere alzato con una sola mano dagli “schietti”, ovvero i celibi del paese, per dimostrare di essere “degni” della “zita”, la promessa sposa. Infine, passeggiando per il lungomare Peppino Impastato di Terrasini, ci si imbatte nel maestoso Palazzo D’Aumale, fondato nell’Ottocento dal figlio del re di Francia, il duca d’Orléans Henri D’Aumale. Dal 2001, ospita il Museo Regionale diviso in tre sezioni: antropologica, naturalistica ed etnografica. Quest’ultima sezione accoglie un ricco patrimonio costituito da carretti, modellini di barche e cultura materiale. I carretti siciliani, però, sono i principali protagonisti dello spazio museale etnografico perché, oltre ad essere esteticamente bellissimi, raccontano la storia e le suggestioni della cultura siciliana, attraverso le scene dipinte. Nel 1985, la Regione Siciliana ha acquistato questa ricca collezione di carretti siciliani per documentare sia le varie tipologie di trasporto del passato, sia il sapere che grazie ad essi viene tramandato. Vere e proprie enciclopedie artistiche, decorati da scene dipinte che raffigurano scene episodi storici, epici, cavallereschi e religiosi.
Raffaella Salamina