Emilio Fede, diretto e sensazionale

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Foto ArezzoTv CC 4.0 sa by

Emilio Fede è morto a 94 anni. Innovativo, sensazionalistico, comunicativo, estremamente professionale: Fede ha cambiato il giornalismo italiano, cominciando dalla conduzione in piedi di un tg, con tanto di commenti personali sulle notizie. Le sue dirette, che lo facevano trovare immediatamente pronto anche nelle edizioni straordinarie, sono storia della televisione. Pur di fornire informazioni in tempo reale, Fede andava in onda anche con il giubbino ancora addosso (ricordate l’11 settembre?). Storica la conduzione del Tg 4 in diretta da Nāṣiriyya, nel luglio 2004, in solidarietà ai militari italiani colpiti dall’attentato del 12 novembre 2003.

La tv con Emilio Fede ha imparato a leggere le notizie alternando serietà e ironia a seconda del contenuto. Ironia che forse Fede ha dovuto pagare più del dovuto: la sua simpatia e la popolarità sulle reti Mediaset, dove è stato un volto di punta per tanti anni, unitamente alla sua storica amicizia e sincera ammirazione per Silvio Berlusconi, lo hanno reso anche personaggio facendolo facile bersaglio per la sinistra. Eppure con lui se ne va un giornalista con la G maiuscola,  capace di spezzare per la prima volta quel divario tra il giornalista ingessato dietro al tavolo della conduzione e lo spettatore da casa. L’informazione al servizio del pubblico: così Fede ha dato una svolta prima in Rai e poi a Mediaset. Primo vero anchorman italiano, è stato anche conduttore oltre il giornalismo. Suo il programma di intrattenimento Test, in diretta concorrenza con Superflash trasmesso da Canale 5. 

Una carriera iniziata da ragazzo, collaborando con Il Momento – Mattino di Roma, per poi passare alla Gazzetta del Popolo di Torino.

Il passaggio alla televisione è nel 1958, quando diventa conduttore di Il circolo dei castori assieme a Enza Sampò e a Febo Conti. Inviato speciale in Africa per otto anni, realizza servizi in oltre 40 Paesi nel periodo della decolonizzazione e dell’inizio delle guerre civili. È inoltre fra i primi redattori della trasmissione d’inchiesta TV7, il settimanale di approfondimento del TG1, che cambia per la prima volta gli schemi della narrazione informativa. È Emilio Fede a condurre la prima edizione a colori del Tg1 il 28 febbraio del 1977. Dal 1981 ne diventa direttore, indicando una precisa linea: vuole un telegiornale che parli agli italiani, con il linguaggio degli italiani. È sotto la sua direzione che avviene la celebre diretta, condotta da Piero Badaloni, relativa all’incidente di Vermicino. Sono 18 ore di trasmissione, seguita da circa 25 milioni di telespettatori. Oltre alla sopracitata Test, nel 1983 conduce anche Obiettivo su…, insieme a Sandro Baldoni.

Si trasferisce a Rete A, fondando nel 1987 il TgA, il primo telegiornale nazionale privato della televisione italiana. È del 1989 il passaggio alla Fininvest di Silvio Berlusconi, dapprima come direttore di Videonews, poi di Studio Aperto, notiziario di Italia 1 che debutta in un giorno storico, il 16 gennaio 1991. Accade così che Studio Aperto sia il in Italia ad annunciare in diretta l’inizio dell’operazione Desert Storm durante la guerra del Golfo. Leggendario il collegamento con Silvia Kramer, che detterà gli inizi di un successo sempre più crescente. Studio Aperto sarà anche il primo telegiornale a informare della cattura dei due ufficiali dell’Aeronautica Militare italiana Gianmarco Bellini e Maurizio Cocciolone.

Nel 1992 viene nominato alla direzione del TG4, il nuovo telegiornale di Rete 4. Sulla stessa rete sarà padrone di casa anche anche di Le grandi interviste, Sipario, Password e sarà il primo ad affidare la conduzione del Meteo ad annunciatrici donne: le famose meteorine. interviste-ritratto di mezz’ora a personaggi popolarissimi.

Tra gli altri programmi che raccontano il genio di Emilio Fede, è curioso ricordare Indagine sulla canzone truccata, andata in onda il 25 febbraio 1998 su Canale 5, in concorrenza con il Festival di Sanremo. Si tratta di una trasmissione annunciata come un’inchiesta con ospiti in studio a commentare le presunte magagne del Festival: a questo pensa il pubblico quando legge a inizio programma la scritta “Tutto quello che vedete è falso”. La scaletta (inesistente) salta perché Fede racconta in diretta di un arresto di Iva Zanicchi. In realtà a fine trasmissione viene svelato lo scherzo: Iva Zanicchi non è mai stata arrestata, ma lo scoop tiene incollati milioni di spettatori mettendo gli italiani in guardia dalle fake news ben 30 anni prima che queste diventassero un’orribile consuetudine di alcuni siti. Proprio a Sanremo, Fede sarà anche membro della giuria di qualità nel 2008, chiamato da Pippo Baudo.

Se ne va dunque un pilastro del giornalismo, che ha sempre messo al centro del suo lavoro l’attenzione per il pubblico e l’amore per l’Italia. Imitato da molti, difficilmente ripetibile

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