Il festival delle Ville Vesuviane è in pieno svolgimento. Il presidente della Fondazione, Gennaro Miranda, racconta questa edizione a CulturaIdentità.
A occuparsi della tutela e della valorizzazione delle Ville Vesuviane, c’è la Fondazione che ha sede amministrativa a Ercolano negli uffici di Villa Campolieto ed è stata rilanciata su forte volontà dell’ex Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Quattro le ville gestite direttamente dalla Fondazione: tra queste c’è Villa delle Ginestre, il cui nome si deve a una famosa poesia di Giacomo Leopardi che proprio lì compose le sue ultime opere.
Il presidente Gennaro Miranda presenta il Festival come uno dei tanti eventi che danno lustro al Miglio d’Oro: «Vogliamo fare riscoprire l’orgoglio dell’appartenenza a un luogo straordinario che da almeno da 2000 anni è ricco di storia, cultura e bellezza, passione ed energia».
In cosa si distinguerà l’edizione 2025?
Saranno coinvolti tutti i comuni del Miglio d’Oro: uno sforzo organizzativo straordinario, per il quale dobbiamo dire grazie a tutti i sindaci, gli attori istituzionali, politici, economici e diverse associazioni.

La Fondazione però non è solo Festival.
Esatto. Ospitiamo costantemente spettacoli e mostre, tra cui alcune dedicate a opere di artisti provenienti da New York e Los Angeles. Abbiamo organizzato eventi con l’Università di Amsterdam e la Packard Humanities Institute. Quest’anno abbiamo fatto gli onori di casa alla Summer School, mettendo al centro temi come la sostenibilità, la sicurezza e l’emergenza climatica.
Sul piano della tutela e conservazione quali sono gli obiettivi dell’immediato futuro?
Operiamo su restauri di Villa delle Ginestre e Villa Ruggiero. Grazie all’impegno del sovrintendente Abap di Napoli, Mariano Ruzzo, sarà inoltre possibile aprire al pubblico luoghi finora sempre rimasti chiusi; ospiteremo anche reperti archeologici che amplieranno l’offerta per gli studiosi. Infine, azioni di efficientamento energetico e antisismico metteranno in sicurezza Villa Campolieto in maniera determinante.
I numeri dicono che dall’inizio della sua presidenza (gennaio 2023) sono triplicati anche i visitatori.
Credo sia merito del fatto che abbiamo decuplicato il numero di eventi culturali realizzati, tra mostre e presentazioni di libri. I nostri«Incontri d’Autore» sono ormai circa 70 ogni anno. Inoltre sempre più spesso le produzioni cinematografiche scelgono le nostre ville come set.
Con la celebrazione per i 2.500 anni della fondazione del comune di Napoli a giugno 2025 e tante iniziative nazionali ponete Napoli come centro focale della cultura italiana.
Di questo sono particolarmente orgoglioso: in effetti anche durante l’anno celebriamo importanti artisti. Lo abbiamo fatto con Walter Chiari, Vittorio Gassmann, lo faremo con Pierpaolo Pasolini, Vittorio De Sica: giganti del nostro passato di cui dobbiamo portare avanti il ricordo.
A giugno avete firmato anche un protocollo di intesa con le procure di Napoli, Torre Annunziata e il Dipartimento per la Tutela del Patrimonio Culturale del Ministero della Cultura. Cosa cambierà?
Non essendo un ente pubblico l’incisività della nostra azione finora è sempre stata ovviamente limitata: il protocollo ci consente di potenziare la nostra azione amministrativa . Questo è un territorio che ha potenzialità infinite e merita di esprimerle completamente.

















