Giovannetti: “Pietrasanta è marmo, arte e natura”

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Il sindaco della città della Versilia racconta l’intensa vita culturale della sua comunità

La Versiliana è il fiore all’occhiello della sua città. Può spiegare ai lettori cos’è questa storica iniziativa?

Il Parco, la Villa, i luoghi che furono vissuti e amati da Gabriele d’Annunzio sono una risorsa strategica e di incomparabile fascino per Pietrasanta e la Versilia tutta: un polmone verde di quasi 80 ettari che offre bellezza e benessere e, al tempo stesso, un palcoscenico naturale per eventi e spettacoli. Il Festival della Versiliana, da quasi mezzo secolo, accoglie al suo celebre «Caffè» le più alte personalità della politica, dell’attualità, del giornalismo e della letteratura e propone, nello spazio del teatro, spettacoli di prosa, danza e musica con i migliori artisti del panorama internazionale. Una manifestazione che ha saputo tenere il passo dei tempi, pur restando fedele a se stessa e che continua a crescere: lo spazio per i bambini, quest’anno, ha ricevuto un nuovo slancio e anche a livello di strutture e servizi, come Comune, stiamo cercando di alzare la qualità dell’offerta insieme alla Fondazione Versiliana, che è fra i nostri partner per la candidatura a Capitale italiana dell’Arte contemporanea 2027.

Alberto Stefano Giovannetti

Quest’anno avete candidato la città al Bando per l’Arte Contemporanea 2027. Ci può dire di più?

Inutile dire che speravamo in un esito differente e che ci resta una grande amarezza perché non si è resa giustizia a Pietrasanta, alla sua storia, al suo presente e alle sue potenzialità. Abbiamo creduto in questo progetto e ci crediamo ancora: dal percorso di ascolto e confronto con la comunità, poi sfociato nel dossier di candidatura, è nato il nostro piano strategico di sviluppo a base culturale, una bussola per i prossimi cinque, dieci anni di lavoro in città. L’obiettivo non cambia, come ho detto anche in audizione a Roma: parlare a tutti di arte contemporanea e fare in modo che tutti possano parlare di arte contemporanea. Perché l’arte non è un lusso ma un bene comune e tutti devono poterla vivere, senza limiti né barriere.

Quali altri sono i progetti culturali per il futuro di Pietrasanta?

La strategia è unire la storia di Pietrasanta, scritta nei decenni da quell’alchimia fra l’artista che ha l’idea e l’artigiano che la realizza, con aspetti come innovazione, sostenibilità e partecipazione della comunità all’arte. Su questa linea abbiamo costruito il nostro progetto di candidatura che è anche un piano di sviluppo culturale a lungo termine, oltre il 2027. Abbiamo già definito le prossime, grandi mostre diffuse: Gustavo Velez firmerà quella del 2026, a Fernando Botero sarà dedicata quella dell’anno successivo e Jiménez Deredia, infine, sarà il protagonista nel 2028. Di alto profilo sono anche i nostri progetti di rigenerazione urbana, alcuni in dirittura d’arrivo, altri in corso e altri ancora in partenza: per fare alcuni esempi, il nuovo museo Igor Mitoraj, nato dal vecchio mercato coperto; l’ex Cooperativa di Consumo, che diventerà un hub d’inclusione per giovani creativi pronto ad accogliere iniziative artistiche, culturali e congressuali; Palazzo Moroni, in centro storico, dove ricaveremo nuovi spazi espositivi e per eventi d’arte contemporanea.

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