Isabelle Adriani: “Vi svelo le favole più amate del mondo”

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Le fiabe possano cambiare il mondo: parola di Isabelle Adriani. Attrice, regista. giornalista e scrittrice, Isabelle è da sempre appassionata di fiabe e mitologie: “Se Cenerentola è esistita veramente, allora tutto è’ possibile”, ammette lei, in uscita con la collana Il DNA della fiaba, presentata in cinque lingue diverse

Laureata in Storia, nota per il suo “fischio melodico” che l’ha portata a collaborare con Ennio Morricone e a incidere brani unici nel loro genere, formatasi in campo artistico all’Actor’s Studio di New York e Los Angeles, l’attrice ha sempre avuto le fiabe come punto di riferimento. “Le protagoniste erano piene di grazia, gentilezza, forza e coraggio”, spiega, “e io cercavo di essere come loro”. Nel tempo le ha studiate fino a diventare una delle massime esperte mondiali, in grado di scovare in quei racconti persino qualcosa di storico. Una passione che si unisce alla sua professione in campo cinematografico: “Amo raccontare storie sia da dentro un personaggio come attrice o come deus-ex-machina da script-writer o visivamente come regista”. Dal 13 novembre sarà nelle sale, protagonista del film “Due famiglie e un funerale”, ma intanto si gode il momento positivo che arriva proprio dall’attività legata alle fiabe.

Quando nasce la passione per le fiabe?

Mio padre, medico neuropsichiatra e scienziato, era sempre impegnato al lavoro, ma quando c’era mi leggeva le fiabe: a scuola mi dicevano che non erano vere e che avevo sempre la testa fra le nuvole. Rispondevo: “Un giorno vi dimostrerò che le fiabe sono vere!”. L’ho fatto definitivamente dopo oltre trent’anni di ricerche e viaggi in tutto il mondo, da Harvard all’Egitto, dalla Grecia alla Cina: ho scoperto che effettivamente dietro ogni fiaba si nasconde una verità storica. Da Cenerentola a Biancaneve, da Aladino alla Bella Addormentata, dietro ogni fiaba c è una storia vera che aspettava di essere ricordata.

È diventata la tua missione.

Esatto. Una missione che si chiama Il DNA della Fiaba edito da Edizioni Nisroch: un’opera in dodici volumi che svela l’origine reale delle fiabe più amate del pianeta.

La tua preferita?

Difficile dirlo, però alcune come La bella e la bestia sono opere uniche nel loro genere, potendo unire archeologia, storia, antropologia, etnologia ed esoterismo e narrando le storie vere di alcuni personaggi, sotto forma di romanzo storico.

La fiaba più bella della tua vita personale fino a qui?

La trasformazione da bambina bullizzata, solitaria e presa in giro per il suo amore per le fiabe a storica che ne dimostra la verità! Ho trasformato il dolore in creazione, la diversità in dono, il sogno in destino.

Hai fondato una scuola di recitazione: spiegaci in cosa si distingue dalle altre.

La mia Academy, a Reggio Emilia, è una sintesi di tutte le mie esperienze sul set di decine di film e di studi europei e americani sulla recitazione. Abbiamo professori straordinari, come Dimitri Pasquali (dizione, fonetica, canto e tecniche di combattimento), Alessandro Scillitani, che coi ragazzi sta preparando un cortometraggio sulla pace, Marco Rovacchi di formazione shakespeariana. La nostra academy è un luogo dove si accende la passione, che ogni allievo impara a trasformare in metodo e arte. L’arte non è solo spettacolo, ma una meravigliosa possibilità di crescita e rifugio per i miei allievi.

Il 13 novembre esce “Due famiglie e un funerale”, con la regia di Melville e un cast importante. Tu sarai Helena.

Esatto, una ballerina spagnola di flamenco, piena di passione. Sono una delle protagoniste insieme a Maurizio Mattioli, Fioretta Mari, Enzo Salvi, Anita Kravos, Andrea Roncato e tanti altri amici della commedia italiana. È una storia di riconciliazione, piena di ritmo, bellezza e umanità girata nella bella Calabria. Helena è la scintilla che accenderà la miccia, il cuore latino che farà esplodere il caos, ma anche il sorriso!

In cosa ti somiglia Helena?

Helena è sexy come Jessica Rabbit, ma imbranata come Bridget Jones: rappresenta la mia parte più giocosa, la mia ombra latina, quella che ride di sé e del mondo e che ama con grande umanità, capace di compassione e auto ironia, una cosa che ricerco sempre nelle persone e che ritengo fondamentale nella vita.

Ci possiamo aspettare risate assicurate insomma.

Si ride moltissimo, ma non solo. È una commedia brillante prodotta da Marvaso Productions e racconta di due famiglie che condividono qualcosa di molto importante, ma ancora non lo sanno e…da lì parte un vortice di situazioni tragicomiche.

Se la vita di Isabelle fosse un libro quale sarebbe?

Sono una lettrice accanita e una collezionista di libri antichi di fiabe e leggende, quindi ora mi vengono in mente migliaia di titoli. Forse oserei dire proprio “Il DNA della Fiaba”, perché ha influenzato la mia vita da sempre: fu il titolo della mia tesi di laurea, rappresenta ciò che sento dentro di me. I sogni non sono illusioni, ma memorie di ciò che siamo stati e io ho ricostruito un mosaico distrutto, riprendendo una catena di Dna che mi lega alle Fiabe per sempre.

Ho letto da qualche parte che per te le fiabe sono una porta verso la pace.

È così. Esistono più di 500 versioni di Cenerentola nel mondo, oltre ogni lingua, religione e cultura. Questo significa che se raccontiamo tutti la stessa storia, siamo tutti figli della stessa umanità, fratelli! Se solo ce lo ricordassimo, la Vera Pace sarebbe più vicina in tutto il mondo.

La tua città identitaria?

Perugia è la mia radice etrusca, essendo nata ad Umbertide; Roma è il mio cuore cinematografico, nonché la città più bella del mondo. Trastevere è il mio quartiere dell’anima! Roma ha rappresentato l’inizio della mia carriera da attrice e la città nella quale mi sono sposata. Però come faccio a non citare New York, città dei sogni, ma anche della solitudine; la magia di Los Angeles, dove si assiste a episodi di follia e povertà. E voglio dirti di più: cito pure Bologna, dove sono Presidente della Commissione Cinema del Rotary International Agorà, e Reggio Emilia, la terra di mio marito Vittorio.

È stato lui a portarti via dall’America?

A Los Angeles riuscivo a evitare ogni vizio e perdita di tempo, anche perché nelle fiabe il vizio non è contemplato. In America ero libera e creativa, ma mi mancavano l’amore e una famiglia: nel 2020 arrivò Vittorio che mi disse “Io non riparto se non mi sposi”. Eccomi di nuovo in Italia

Quali sono i tuoi valori identitari che ritornano nel tuo lavoro e nella tua vita quotidiana?

Verità, bellezza, libertà, conoscenza, compassione e pace. Credo che ogni artista debba essere un ponte: tra passato e futuro, tra culture, tra popoli. Le storie, come la musica, sono strumenti universali di pace. Raccontano la nostra umanità, l’amore, la paura, il coraggio, la complessità. la speranza. E ci ricordano che siamo tutti fratelli. Il mio sogno più grande è proprio questo: che l’arte e la cultura siano riconosciuti e ascoltati come un linguaggio universale di pace.

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