…e intanto “L’estate sta finendo” compie quarant’anni
Dal 27 giugno in rotazione radiofonica e in digitale, è arrivato il nuovo singolo estivo di Johnson Righeira “Chi troppo lavora (non fa l’amore)” un vero inno all’ozio e alla leggerezza scritto e prodotto insieme ad Albi e Carota de Lo Stato Sociale ed Edo Castroni. Johnson Righeira era già un Righeira prima dei Righeira, nel senso che il primissimo 45 giri “Bianca surf” (1980) inciso dal solo Stefano Righi (Johnson) non fece particolare clamore, ma fu il giusto assaggio per tutte le follie che sarebbero cominciate da lì a poco. La “bomba Righeira” scoppiò nel 1983, grazie ad una super produzione dei Fratelli La Bionda insieme a Stefano Rota (Michael): “Vamos a la playa, la bomba estallò. Las radiaciones tuestan y matizan de azul“.
Johnson, cosa ricordi di quel boom clamoroso del 1983?
Non mi ricordo un cazzo, però più passa il tempo e più mi rendo conto della cosa incredibile che mi è capitata e per la quale mi sento assolutamente un privilegiato, un uomo fortunato.
Anche l’album che uscì in ottobre, andò bene. C’erano delle chicche pazzesche, una su tutte “Luciano Serra pilota”. Eravate pronti ad affrontare quel successo?
No. Però l’album era molto curato. “Luciano Serra pilota” è rimasta nel cuore di tanti fans, c’èra anche “No tengo dinero” che altro non era che il follow up di “Vamos a la playa“, forse il pezzo più artificiale con tutto il rispetto, ovviamente, ma è stato un po’ costruito, mentre tutti gli altri brani sono completamente diversi l’uno dall’altro, erano proprio brani che appartenevano al mondo righeiriano.
“Tanzen mit Righeira” e “Gli parlerò di te” erano proiettate nel futuro. Ami ancora quei brani?
Certo, ma “Luciano Serra pilota” è spesso citato dai veri estimatori dei Righeira e credo che prossimamente nelle mie esibizioni amplierò il repertorio mettendo anche dei medley in cui ci saranno canzoni, non voglio dire minori, perché per me non lo sono assolutamente ma magari meno famose. Ad esempio faremo una canzone che non è mai stata eseguita in pubblico dai Righeira e che non è mai stata incisa su un disco dei Righeira, ma è solo apparsa nella colonna sonora del film “Rimini Rimini”. Parlo di “Rimini Splashdown” che parecchi mi hanno chiesto nel corso degli anni e alla quale io sono affezionato anche perché scrissi il testo di quella canzone in un pomeriggio con Raffaella Riva del Gruppo Italiano, quelli di “Tropicana“. Mi ricordo che eravamo abbastanza brilli e devo dire che è stato molto divertente farla.
Tra l’altro Raffaella e Patrizia con i ragazzi del Gruppo Italiano, in un loro album, inserirono una versione particolare de “L’estate sta finendo” che quest’anno compie quarant’anni. Nostalgia del Festivalbar?
Nell’85 i Righeira finsero il Festivalbar! No, niente nostalgia. Bella storia, quello sì. Comunque è vero, il Gruppo Italiano fece una cover de “L’estate sta finendo”. Ma anche quest’anno a Sanremo con i Coma_Cose l’abbiamo ricantata. Tra l’altro i Righeira al Festival andarono anche in gara nel 1986 con “Innamoratissimo”. Abbiamo cavalcato gli anni Ottanta da veri spericolati.
Si dice in giro che tu sia diventato un viticoltore. È vero?
Cottolengo è la mia pseudocantina, Kutu è il nome del vino. L’ho iniziato a produrre qualche anno fa e mi sta dando tante soddisfazioni nonostante la produzione sia proprio molto piccola per adesso, ma crescerà, con i tempi della natura.
Quante bottiglie produci?
Poco più di 600, ho preso dei pezzetti di vigna e l’uva che viene è quella. Magari a volte ne faccio aggiungere un pochino da produttori di vigne vicine per arrivare a riempire almeno un’anfora di questo mio vino che come vitigno è un bianco piemontese, è Erbaluce di Caluso provincia di Torino. Opero nel canavese ed è un vitigno autoctono, la peculiarità è che viene affinato in anfora per 10 mesi quindi l’anfora fa un po’ il lavoro che solitamente fa il legno, però l’anfora è più neutra quindi il legno rilascia dei sapori e il risultato finale è un vino più arrotondato, più ammorbidito, perché l’Erbaluce è un vitigno che ha una spiccata acidità che non a tutti piace, a me per esempio quando è troppo forte non piace, quindi volevo che fosse più armonica con il resto dei profumi del vino. L’unica cosa è che non vado in vigna, anche perché non ci si improvvisa agricoltori. Ogni tanto vado a dare una mano per vendemmiare, ma anche quando siamo andati a potare, per carità, e poi il lavoro in vigna più che altro si fa d’estate ed io fortunatamente d’estate sono avanti e indietro come una trottola per fare serate quindi per forza non posso essere io in vigna ed è meglio così, credetemi.
Tornando alla musica, il singolo dello scorso anno si chiamava “Ho sempre odiato gli anni 80”. Ma quanto ci prendi in giro?
A chi non piace giocare? Ad esempio nella nuovissima canzone “Chi troppo lavora (non fa l’amore)” ci sono sempre quelle sonorità pop in perfetto stile anni ’80 che stanno tornando di moda e un testo abbronzatissimo che sa di sabbia, sdraio e cocktail al tramonto. In realtà non usciremo mai dagli anni ’80.