
Unità e tradizione, ma anche tanta innovazione mantenendo un profondo legame con le origini. Si può sintetizzare in questi valori il filo conduttore della cena della Fondazione Città Identitarie tenutasi ieri sera a Basiglio. All’insegna del grande entusiasmo, sono in tanti ad avere espresso un vero senso di partecipazione all’evento del Belvedere Sporting Milano3. Il Presidente della Fondazione, Edoardo Sylos Labini, ha fatto gli onori di casa mostrando una sincera emozione e l’orgoglio per quel progetto lungimirante iniziato ormai nel febbraio del 2018 dal palco del teatro Manzoni di Milano che cresce sempre di più raccogliendo via via numerose adesioni.
All’epoca a qualcuno sembrava una scommessa utopistica, oggi quella delle Città Identitarie è una realtà che racconta con forza la storia di un Paese e a cui, per questo, in molti fanno riferimento. Ad oggi parliamo di una rete capace di riunire un centinaio di comuni italiani: tutti orgogliosi della propria storia, dell’arte e di ciò che li rende appunto “identitari” ovunque.

Il direttore di CulturaIdentità ha quindi illustrato i risultati raggiunti fino ad oggi, con uno sguardo proiettato soprattutto al futuro. Già, perché il futuro è da sempre nei principi dello statuto della Fondazione, che si impegna a promuovere l’identità e le radici di un popolo per consentire a questo un avvenire. L’Italia che, pur nelle differenze geografiche, conferma la sua unità assoluta: è questa l’anima vincente di un Paese amato in tutto il mondo proprio per la sua cultura. Quella che ogni tanto in molti si dimenticano, quasi come se fosse una vergogna guardare al patrimonio di casa nostra e al made in Italy come a un’eccellenza internazionale. L’enorme successo dell’ultima edizione del Festival delle Città Identitarie, andato in scena settimana scorsa a Chioggia (VE), ha detto una volta di più che fortunatamente per la maggior parte degli italiani, l’appartenenza alla nostra storia è invece più che mai un punto di forza imprescindibile.

Proprio ai Festival culturali, volano anche per la nostra economia, è dedicato il 59esimo numero della nostra rivista. Probabilmente uno degli ultimi sul supporto cartaceo, dal momento che lo stesso Sylos Labini ieri sera ha annunciato un’imminente rivoluzione che riguarderà proprio CulturaIdentità: si guarderà con maggiore attenzione al web, continuando a mettere in evidenza gli eventi sul territorio, da sempre la grande forza aggregativa della fondazione.
E malgrado il caldo estivo, ieri sera a Mi3 erano presenti davvero in tanti per sottolineare l’originalità di un progetto così sentito come quello delle Città Identitarie.
Tra gli ospiti la senatrice Giusy Versace che ha visto nascere e crescere il progetto visto che era presente proprio sul palco del Manzoni nel giorno della fondazione nel 2018. La Versace, esempio di coraggio e positività, ha invitato tutti il 24 agosto sul Lungomare di Reggio Calabria dove festeggerà con una serata di spettacolo i 20 anni della sua nuova vita: infatti proprio nell’agosto del 2005 perse entrambe le gambe in un tragico incidente sulla Salerno-Reggio Calabria.
Particolarmente applaudito l’appello di Massimiliano Lisa, direttore del Museo Leonardo di Milano che il sindaco Sala con la sua giunta vuole chiudere in modo scellerato. Il Museo Leonardo, fiore all’occhiello della cultura meneghina, da tanti anni continua a raccogliere numerosi turisti mostrando progetti, oggetti e storia del più grande genio di sempre, impegnato in qualunque campo dalla filosofia alla fisica fino all’arte e alla musica. Evidentemente al Comune di Milano questo non interessa ed è pronto a tagliare i ponti con una delle realtà più belle, interattive e coinvolgenti in assoluto: la Fondazione Città Identitarie si batte con forza per difendere questo patrimonio e ieri sera è stato confermato ulteriormente il supporto, perché cancellare questo Museo vorrebbe dire dare un vergognoso schiaffo alla cultura della città.

Tra i tavoli del Belvedere tanti imprenditori e anche esponenti politici come la sempre attiva Chiara Valcepina consigliere della Regione Lombardia che ha subito accolto l’appello lanciato da Lisa per evitare la chiusura del Museo Leonardo insieme a Simone Orlandi. Poi la consigliera per le Imprese Culturali e Creative di Asseprim Confcommercio, Anita Falcetta; il presidente di SIMA, Alessandro Miani; lo scrittore e giallista Domenico Wanderlingh; l’avvocato Francesco Anzalone; la dottoressa Mia Lacenere di Issimo, marchio che rende i vini italiani autentici valori da collezione che ha offerto ai presenti un calice di benvenuto e di italianità; la psicologa Laura Lanocita, l’avvocato Antonello Martinez e tanti manager e professionisti di Milano3 come Michele Lacerenza, che Sylos Labini ha ringraziato unitamente al direttore dello Sporting, Daniel Degli Esposti, uno dei più grandi animatori culturali del territorio che ha ospitato l’evento.

A sorpresa, è passato a salutare tutti, l’imprenditore Federico d’Annunzio, discendente diretto del Vate degli Italiani tra i tavoli insieme a sua moglie la pianista Giulia Mazzoni, una delle più importanti e apprezzate giovani musiciste italiane.
Non è mancata nel corso della serata tanta musica, che come da tradizione ha trovato nella splendida voce di Daniele Stefani l’accompagnamento ideale, sulle note anche del suo famoso brano, Italiani, diventato ormai colonna sonora delle Città Identitarie. Il cantautore milanese ha chiuso la serate sulle note di “A mano, a mano” perché la Fondazione Città Identitarie in questi anni a forza di piccoli passi si è affermata come punto di riferimento della cultura italiana, imponendo nel dibattito pubblico due parole che fino a pochi anni fa nessuno considerava e valorizzava: cultura e identità.
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