Pietrasanta , un modello di museo a cielo aperto

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La cittadina toscana, fucina di grandi artisti, è candidata a Capitale Arte Contemporanea 2027

Fu la lungimiranza del professor Rolando Cecchi Pandolfini, sindaco comunista di Pietrasanta d’ispirazione classica, che sapendo quanto la memoria storica sia un pilastro fondamentale dell’identità cittadina, nel 1980, con l’assenso di tutto il consiglio comunale, fece acquistare per due miliardi e mezzo di lire il Parco della Versiliana, ottanta ettari di pineta e bosco mediterraneo che tornarono ad essere patrimonio pubblico.

Con quell’atto, la Città di Pietrasanta iniziò un percorso che l’avrebbe portata, nell’arco di un ventennio, ad essere definita dallo storico dell’arte e allora ministro alla Cultura Antonio Paolucci la Piccola Atene, appellativo che aveva rafforzato il senso di comunità. La fondazione di Pietrasanta risale al 1255 ad opera di Guiscardo, podestà di Lucca, e pur avendo visto varie dominazioni mantenne sempre una forte autonomia culturale. Le sue mura, il meraviglioso Duomo di San Martino, la Chiesa e il Chiostro di Sant’Agostino, raccontano di un passato ricco e fiero.

La Versiliana era, per il distratto turista balneare, il luogo per raccontare una storia al centro della Versilia a pochi chilometri dal mare. Poi venne il Festival di Prosa di Franco Martini e il Caffè Incontri di Romano Battaglia, che ne furono i grandi amplificatori.

In tanti scoprirono l’identità della città come centro della scultura e della lavorazione del marmo, il forte legame con Michelangelo Buonarroti, che contribuì in modo decisivo alla tradizione marmorea di Pietrasanta e dell’intera area delle Alpi Apuane. La Via di Michelangelo realizzata per il trasporto del marmo dalle cave al mare, passava da Seravezza e Pietrasanta e giungeva a Forte dei Marmi.

Oggi, Alberto Giovannetti, sindaco con una lunga storia a destra e delega alla cultura, con lungimiranza e visione, commissiona all’eccellente artista Gabriele Vicari la statua a Papa Leone X ricordando a tutti come lo stesso, nel 1518, affidò l’incarico al Buonarroti per la realizzazione della facciata della Basilica di San Lorenzo a Firenze. Michelangelo emerge come figura identitaria, un padre nobile che ha elevato la città da borgo periferico a crocevia mondiale dell’Arte.

Quando, nel maggio del 2000, chi scrive fu nominato assessore con delega alla Cultura e allo Spettacolo uno dei miei primi pensieri fu rivolto a una scultura posta nella piazza del Comune, che poco aveva a che fare con l’anima e la storia di Pietrasanta, I pugni di Cortina, che inneggiava a uno Stato sovietico. Coinvolsi nel mio progetto di sostituzione (e non di rimozione storica), un altro comunista di fede, ma di mestiere e destino scultore, il maestro Pietro Cascella, che realizzò con il fedele Liborio Vizzoni, valente artigiano scultore di Pietrasanta, l’opera monumentale in marmo Memoria di Pietrasanta, due buoi carratori che trasportano un blocco di marmo e che oggi sono muti testimoni di un glorioso passato.

Nel luglio del 2000, il maestro Fernando Botero omaggiò la Città, dove viveva e lavorava, con una sua grande mostra monumentale, e di fatto fece spiccare il volo a tutto un territorio che vide, nell’arco di pochi anni, crescere i flussi turistici e aumentare il valore di tutto il patrimonio immobiliare. A titolo di esempio, nel 1999 a Pietrasanta in centro storico una casa costava settecentomila lire al mq, oggi almeno diecimila euro («con la cultura non si mangia!» di tremontiana memoria). A Pietrasanta il rapporto 1/6 del PIL è sempre stato ampiamente rispettato.

La chiusura della Piazza del Duomo (e il suo rifacimento nel 2001), con l’inibizione al parcheggio e al traffico delle auto, e la conseguente ZTL, creò una sorta di Città Ideale, e per giocare con le parole, a misura d’uomo.

Botero, che sicuramente non fu il primo e forse neppure il più grande artista «di Pietrasanta» (penso a Henry Moore, Isamu Noguchi, Joan Mirò, Arnaldo Pomodoro, Giuliano Vangi, Leone Tommasi), è stato il personaggio più famoso (e tra i più gentili), che già con la donazione della grande statua in bronzo de Il Guerriero e gli affreschi nella piccola Chiesa della Misericordia nella via di mezzo, Il Paradiso e l’Inferno, ha saputo con la sua arte rendere una città profondamente italiana, internazionale.

Il meraviglioso Museo dei Bozzetti ubicato nel prezioso Chiostro di Sant’Agostino, intitolato alla figura cristallina di Pierluigi Gherardi, lo studio di Leone Tommasi grande artista di una famiglia di marmisti che nasce e vive proprio a Pietrasanta.

Anche una visita al Cimitero Comunale, visto come contesto memoriale storico-figurativo, non è banale, vi è, nel suo piccolo, una delle più belle raccolte di scultura funeraria d’Italia L’altissima concentrazione di artisti, scultori, artigiani che da anni la popolano, vivendoci e alternandosi nei suoi laboratori del marmo, del mosaico, e nelle fonderie, ha lasciato un impronta visibile nel tessuto urbano, creando un museo a cielo aperto che non è solo ornamento, ma identità vissuta. Un modello di coesione sociale dove il Comune, la banca, il cittadino, il turista, il commerciante, l’artigiano, l’artista sono coinvolti e proiettati verso la Capitale dell’Arte Contemporanea 2027. Un buon auspicio.

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