Sfida Rai-Mediaset: la tv di Stato scatta in pole position

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Ogni settembre, la televisione italiana riaccende i suoi fari come un’arena che torna a popolarsi. Le case si richiudono dopo l’estate, i divani tornano ad accogliere spettatori fedeli e comincia così la grande corsa agli ascolti: un gran premio lungo mesi, fatto di sorpassi, frenate improvvise e traguardi parziali.

La Rai, con la sua programmazione di attualità, cronaca, cultura e intrattenimento, si è presentata ai blocchi di partenza con il passo di chi conosce bene il tracciato. Non è solo questione di ascolti, ma di proposta complessiva: un mosaico che parla al Paese nella sua interezza, con l’informazione del TG1, la quotidianità dei talk mattutini di successo come la novità di UnoMattina News con Tiberio Timperi e Maria Soave, partito benissimo e che nella giornata di ieri ha realizzato il 15,5%, seguito da un ottimo TG1 al 20,4%, fino all’empatia dei volti pomeridiani. Su tutti lode ad Alberto Matano, che l’8 settembre, al debutto con La Vita in Diretta, ha superato il 20% (20,8% con oltre 1,5 milioni di spettatori), lasciandosi alle spalle Dentro la Notizia di Gianluigi Nuzzi, fermo rispettivamente al 16,5% e al 14,6%. E di nuovo ieri, 9 settembre, La Vita in Diretta di Matano ha realizzato un 20,3% contro il 16,7% di Nuzzi. Un segnale forte che ribadisce il legame fra il pubblico e il racconto di cronaca, attualità e spettacolo targato Day Time Rai.

Dall’altra parte, Mediaset prova a rispondere con Gerry Scotti. Piersilvio ha scelto di mettere in pista un cavallo di razza come La Ruota della Fortuna, titolo amato e riconoscibile, affidato a Scotti che ha chiuso la giornata di ieri al 25,3%, contro il 21,5% di Affari tuoi. Aldo Grasso, sul Corriere della Sera del 9 settembre, ha scritto che l’operazione del Biscione è stata quella di «anticipare con la Ruota, rispolverata e macinando ascolti, forse raccogliendo il pubblico di Affari Tuoi». Il “forse” però resta d’obbligo: De Martino è in rodaggio, ma lo scorso anno ha già dimostrato con i numeri che la sua forza non è un caso isolato. Scotti è sicuramente la carta più brillante del mazzo Mediaset, capace di portare a casa qualche vittoria, anche se di misura. Ma se la Ruota resta l’unico mezzo per poter dire “abbiamo vinto”, la partita è più sfumata: la platea televisiva si sta allargando, le abitudini cambiano e ci vorrà tempo per capire chi avrà davvero la leadership.

Sarebbe un errore, infatti, leggere le vittorie iniziali dell’Access Prime come un verdetto definitivo. L’“access” televisivo è fragile e sensibile: bastano il calendario scolastico, una partita della Nazionale o persino il meteo per spostare l’ago della bilancia. De Martino raccoglie un testimone importante in una fase calda, dopo mesi in cui il format aveva macinato record: riavviare quel patto con il pubblico richiede fisiologicamente qualche settimana di assestamento.

Guardando al passato, la sfida tra tv generalista e tv commerciale affonda le radici nella storia stessa della televisione italiana. La Rai, servizio pubblico, è chiamata da sempre a raccontare l’attualità, a dare spazio alla cronaca, a offrire cultura e sport come collante collettivo. Mediaset, fin dalla sua nascita, ha costruito il “suo progetto” sull’intrattenimento, sulla leggerezza, sul ritmo commerciale delle grandi produzioni. Ma proprio sul terreno dell’intrattenimento la Rai, c’è da sottolineare, che negli ultimi anni, ha saputo ribattere colpo su colpo: il suo Day Time si presenta oggi con un ventaglio di proposte solide, dalla Clerici con È sempre mezzogiorno (ieri al 18,6%) alla narrazione popolare di Eleonora Daniele (17,2%), fino al racconto estivo di Camper, che ha fatto da traino proprio all’“Antonella Nazionale”.

Da segnalare anche la struttura Rai Sport, che ha confermato la sua forza: il 39,1% raccolto dalla Nazionale di Gattuso nelle qualificazioni mondiali, insieme all’exploit delle azzurre del volley guidate da Julio Velasco, campionesse del mondo, testimoniano una fiducia che resiste e si rinnova.

E Rai2 non è rimasta a guardare: Ore 14 di Milo Infante ha debuttato con un ottimo 7,2% e oltre 700 mila spettatori, confermando che anche la rete di mezzo può incidere sulla mappa complessiva della programmazione.

Oggi come ieri, la competizione non è solo sullo share, ma sulla capacità di incarnare un’identità. Al netto di tutto, la Rai sembra aver ritrovato compattezza e visione, mentre Mediaset mostra ancora qualche incertezza, pur cercando di colmare i divari con la forza di un titolo storico. La corsa è lunga, i sorpassi non mancheranno, ma la sensazione è che, almeno in questa partenza, sia la Rai a guidare il gruppo.Il pubblico, come spettatore di questo gran premio, può solo allacciarsi le cinture: la stagione è appena cominciata, e la partita resta tutta da giocare.

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