In tempi di lockdown impariamo la libertà da un Pellicano…

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Ed ecco che la prolifica Barbara Appiano torna sugli scaffali con uno dei suoi libri. Sono decine e decine le pubblicazioni della scrittrice, che sembra non perdere mai l’ispirazione, sapendo proporre sempre un qualcosa di fresco, nuovo e anche significativo. Quest’ultimo volume, autopubblicato dall’autrice nel marzo 2021, è Fuga in monopattino di un pellicano in stato d’ebbrezza. Si tratta di un’invocazione alla libertà, contro tutti quegli schemi sociali che ci imprigionano in modo persuasivo e ossessivo.

Come in altri suoi libri l’Appiano unisce qui fatti storici e fantasia, con questo testo di centoquaranta pagine, che porta la prefazione di Francisetti Brolin Sonia, dedicato a suo nonno Ernesto Chiocchetti, un contadino di cultura, cavaliere di Vittorio Veneto, lui che riesce a entrare in questa storia grazie a un magico aquilone. Altro protagonista della vicenda è un falco di nome Braccio di Ferro, allevato da Ernesto, che in effetti in vita fu anche falconiere. Presente anche un pellicano, che direttamente dai ricordi d’infanzia della scrittrice spicca il volo per ritrovarsi dentro i fatti letterari.

Sarà proprio il Pellicano, il quale, in accordo con l’Aquilone, andrà a rubare la Libertà, proprio quella presente nel dipinto La Liberté guidant le peuple di Eugène Delacroix che si trova al museo del Louvre. Si tratta di un furto piacevole per lei, dato che in tempi di lockdown avrà la possibilità di godere di qualche momento d’aria aperta, tolta così alla sua prigionia.

“La parola ha una potenza pari ad un’esplosione termonucleare, la parola è lenta e veloce insieme, penetra la mente entrando attraverso il cuore, accende l’anima e sospende il mondo, crea il finimondo ma può anche riappacificare, la parola è una mina vagante, per maneggiarla con cura bisogna essere leali e coerenti.” Si tratta di una citazione ripresa da Fuga in monopattino di un pellicano in stato d’ebbrezza, che come alcuni libri di Barbara Appiano si presenta come un’allegoria della realtà narrata in modo favolistico, mettendo in rilievo alcuni problemi che concernono l’attualità, in questo specifico caso concentrandosi sulla tematica lockdown e la conseguente perdita della libertà. La parola dell’Appiano è proprio come quella descritta nel suo racconto, così intensa da trasportare il lettore in un vortice che sta tra il reale e l’immaginario, dal quale non potremo uscirne indifferenti.

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