Il senso dell’arte crolla davanti a immagini mediatiche e computerizzate
“Crypto Art come nuova frontiera artistica? No grazie. Il pericolo di questo ‘cyberspazio’ della contemporaneità, fatto di onde elettromagnetiche, segnali radio, protesi esterne all’uomo come computer, articolazioni artificiali, cellulari, è che l’arte cambi funzione e vanga stravolta. Dall’’Art Biotech’ che lascia spazio alle sperimentazioni genetiche sui vegetali, alle recenti opere NFT, l’arte da stimolo di riflessione rischia di ridursi a pura spettacolarizzazione, con il pericolo dell’avvento di una nuova ‘epidemia’ oltre al Covid che è quella della ‘superficialità’”. Così lo storico e intellettuale Daniele Radini Tedeschi critica il tanto discusso fenomeno della Crypto Art. “L’arte – spiega l’esperto – non deve abdicare alla partecipazione emotiva del pubblico, al suo ‘fiato poetico’ o all’impegno ideologico. Michel de Certeau nel 1980 definiva l’arte contemporanea come una ‘geografia’ in cui vanno reperite ‘le reliquie del senso e talvolta i loro scarti, i resti di grandi ambizioni’. È triste constatare invece – aggiunge lo storico – come il senso più profondo dell’arte stia crollando dinanzi a immagini mediatiche, scientifiche, computerizzate”.

Radini Tedeschi si sofferma poi su Sophia, umanoide creata nel 2016 dalla Hanson Robotics di Hong Kong, che ha realizzato assieme all’artista Andrea Bonaceto un’opera battuta all’asta per 580mila euro. “’Sophia Instantation’ classificabile come NFT ossia opera unica, non duplicabile ed esistente solo in digitale, è ridotta a un file di 12 secondi e mostra un ritratto di Sophia realizzato da Bonaceto che si trasforma poco alla volta in un dipinto digitale, realizzato dalla intelligenza artificiale di Sophia. Ebbene – conclude il critico d’arte – l’androide è un robot privo di spirito ed anima. L’artista, autore dell’opera assieme a Sophia, si è semplicemente servito di una macchina. In tal senso non vedo nulla di nuovo rispetto a quegli artisti che utilizzano una telecamera piuttosto che una macchina fotografica per realizzare il manufatto d’arte”.

















Per san Tommaso d’Aquino l’arte imita la Natura nel suo agire. Natura naturans non Natura Naturata.
L’arte per dirsi tale deve avere un fine. Non esiste produzione umana che possa dirsi arte senza uno scopo e un significato, entrambi intelliggibili.
Qui non ci troviamo di fronte ad un’opera d’arte ma all’ennesimo volgare, effimero e semplicistico prodotto della mente, atto solo ad offendere lo spettatore senza offrirgli nessuna utilità nè pratica nè speculativa.
Un critico rispondeva a chi gli chiedeva cosa fosse l’arte qualcosa del tipo: “Dentro di me so perfettamente cosa sia l’arte, ma se mi chiedete di spiegarvelo non saprei cosa dire”.
L’arte è qualcosa di cui ci si può discutere intorno ma senza mai precisarne il senso. Il fatto è che ogni cultura e ogni epoca a i suo concetto di arte e per giunta ben dibattuto.
Piuttosto bisognerebbe parlare per singole discipline: cosa è la pittura, cosa la scultura… cosa la digital art così da constatare che per singole discipline i concetti si fanno più chiari.
Mai mettere a confronto discipline artistiche diverse, è come mettere a confronto sport diversi, un’assurdità.
Per quanto riguarda l’opera di arte digitale in questione, bisognerebbe prima scindere l’operato artistico dal contesto finanziario di cui purtroppo ogni singola attività umana ricade all’interno. Fatto questo possiamo passare alla definizione di un giudizio disinteressato, purchè sia coadiuvato da una robusta coscienza storico critica.
Invece per una società Tradizionale l’arte è cosa ben precisa, opera secondo modi e mezzi definiti e per dirsi tale deve avere un fine pratico, cioè deve servire all’uomo. Pittura, scultura, musica, poesia, ecc sono forme dell’Arte.
Il fine più alto lo manifesta l’arte sacra il
cui scopo è servire di supporto alla contemplazione e rivelazione delle verità celesti.
Siete vittima di pregiudizi modernisti e pensando all’arte come libero sfogo della fantasia umana dimostrate di volere vivere di solo pane.
per menti limitate può non sembrare arte per menti aperte può sembrarlo….
per menti limitate può non sembrare arte…per menti aperte può sembrarlo…van gogh mori disperato e misero perchè menti limitate non seppero riconoscerne l’arte che oggi chiunque è in grado di riconoscere….per riconoscere l’arte bisogna svincolarsi da qualsiasi dogma o preconcetto ed aprire la mente….per chi ne è ancora in grado ovviamente…ma visti i commenti in coda a questo ‘articolo’ mi sa che da ste parti siano pochini quelli che ne hanno ancora la capacità…
Se menti aperte significa menti confuse e superficiali con conoscenze da wikipedia certo. Ars sine scienthia nihil est. Definire i principi, dogmi e preconcetti è indice di ignoranza completa del significato dell’arte e denota una mente infantile che mal sopporta le regole.
E’ meglio studiare e non scrivere a vanvera quando non se ne sa nulla. Potevate tacere e sembrare stupido piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio.
L’arte è come il fuoco. Lo si può sfruttare per scaldarsi, per illuminare, per difendersi o solamente contemplarlo estaticamente. L’arte applicata serve per illustrare e comunicare, l’arte pura è fine a se stessa, e in quanto tale quintessenza del meditare.
P.S. Proviamo a fare conversazione aperta piuttosto che beccarci di punto in punto.