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Aboliamo l’aggettivo, l’avverbio e pure la punteggiatura. I verbi mettiamoli all’infinito tutti e accoppiamo ogni nome col suo doppio, perché “Le immagini non sono fiori da scegliere e da cogliere con parsimonia, come diceva Voltaire. Esse costituiscono il sangue stesso della poesia“. E allora uomo-torpediniera, donna-golfo e via, liberiamo furiosamente le parole dal vecchio arnese del latinorum . Era l’11 maggio 1912 e Filippo Tommaso Marinetti pubblicava il suo Manifesto tecnico della letteratura futurista, glielo disse “l’elica turbinante, mentre filavo a duecento metri sopra i possenti fumaiuoli di Milano“. E non si pensi che la tecnica della letteratura futurista di FTM sia rimasta a ingiallire nelle biblioteche. Ha varcato i confini e la ritroviamo, ad esempio e solo per fare un nome apposta straniero, nella pagine di quel Charles Bukowski politicamente scorrettissimo che se scrivesse oggi le varie Michela Murgia farebbero un falò dei suoi racconti e ballerebbero intorno al fuoco: anche il buon vecchio Bukowski, sulla scorta di FTM, abolisce la punteggiatura, fa strame di aggettivi e avverbi e porta la donna, alla quale FTM dedicò il libro Come si seducono le donne, là dove NON osano i pasdaràn del #metoo e dell’orrendo schwa, cioè la Ə rovesciata del linguaggio inclusivo che non vuole fare la bua a nessunэ. Chissà cosa ne avrebbe detto FTM oggi, di questo “linguaggio inclusivo”, lui che invece voleva escludere e DISTRUGGERE LA SINTASSI DISPONENDO I SOSTANTIVI A CASO, COME NASCONO…Da lì sarebbero nati anche i situazionisti in arte, in Italia e fuori dall’Italia, tanto per fare un altro esempio…A CASO. Un Profeta inascoltato anche FTM, che troverete nel pantheon del numero di maggio di CulturaIdentità in edicola, con un ritratto scritto da Guido Pautasso (e disegnato da Dionisio di Francescantonio), dove fra l’altro scoprirete quel programma rivoluzionario con cui FTM insieme agli aggettivi e alla sintassi voleva abolire anche il Senato e il matrimonio. E poi quel processo per oltraggio al pudore….
Un giorno o l’altro spero di trovare un bell’articolo sul nostro Michetti, vero artista, magari di analisi interessante sullo scritto fatto dal Michetti stesso “Analisi della scatola cranica di Francesco Paolo Michetti”, geniale, o su Ugo Gemito, o su altri talmente dimenticati da far sembrare l’Italia come il Burundi prima che venisse a civilizzarla la cultura americana così profonda, creativa, decente e molto poco relativista e così tanto ispirata e iniziatica……….
Articolo pessimo, veramente becero. Mi dispiace per Marinetti.