Il Foro Italico, identità e genio nella Storia

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Enrico Del Debbio, Casa madre del Balilla al Foro Italico, 1932-1933. Courtesy Fondazione MAXXI

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Mercoledì 24 maggio presso l’Auditorium del Museo Maxxi di Roma si è svolto il convegno “Sguardi sul/dal Foro Italico”, organizzato da Civita Mostre e Musei insieme a Icas. L’incontro, a cui hanno partecipato numerosi esponenti del Governo, delle Istituzioni, del mondo universitario e delle professioni, è stata un’occasione per riflettere sull’importanza di uno dei luoghi simbolo dell’architettura di Roma.

“Non basta la custodia, la valorizzazione, la messa in tema del Foro Italico di Enrico Del Debbio, ma ci vuole una visione di prospettiva, che significa eliminare l’idea di una storicizzazione compiuta, vedendo l’identità e il genio  espresso da Del Debbio come qualcosa di dinamico in una dimensione condivisa e da condividere per cerchi concentrici non solo a Roma, ma di alta prospettiva che ci porta a  recuperare quella dimensione universale del genio italico”, ha dichiarato il Presidente della Fondazione Maxxi Alessandro Giuli.

“Come Benedetto Croce – ha detto il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano – io mi ritrovo molto nell’idea dell’antropizzazione del paesaggio: esso è fatto anche da tutto ciò che l’essere umano ha prodotto in secoli di storia. Cosa sarebbe, d’altronde Roma senza il Colosseo? O Milano senza il Duomo? Il Foro Italico entra in questa accezione”.

“Questi luoghi – continua Sangiuliano – sono diventati tratti identitari di un paesaggio urbano, del sentire comune di un popolo. Il Foro, per storia, tratto architettonico e dimensione, è parte integrante del sentire comune dei romani e del paesaggio di Roma”.

“Oltre ad essere uno dei luoghi simbolo di Roma, il Foro Italico è un’attrazione di rilievo sul piano nazionale e internazionale”. A dirlo è Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera. “Moravia – continua Mollicone – che ha spesso coinvolto il Foro nei suoi romanzi, definiva la struttura ‘bella in un silenzio da far paura, con le statue che si innalzano incontro al cielo pieno di nuvole”.

Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute, ha spiegato che “l’obiettivo è quello di rendere il Parco del Foro Italico, asset di Sport e Salute, un contenitore unico al mondo per riconosciuta valenza iconica, architettonica e sociale, da mettere a disposizione dei cittadini, degli sportivi, dei turisti e degli appassionati attraverso l’organizzazione di grandi eventi sportivi e culturali, nazionali ed internazionali”.  “Storia, sviluppo e innovazione. Queste le tre direttrici – ha aggiunto – su cui si muoverà il nostro intervento di sviluppo e valorizzazione grazie alle risorse messe a disposizione della struttura di missione che fa capo al Ministro dello Sport e Giovani  Abodi, presente anche lui al convegno, che ha rimarcato il fascino e il ruolo della piscina Pensile .  Vogliamo fare del Parco un vero monumento nazionale “vivente”, mettendo a sistema tutti i beni: dagli impianti sportivi agli edifici monumentali e valorizzando gli straordinari contenuti artistici ed architettonici”.

L’importanza del convegno, evince come il rilancio del Foro Italico è fondamentale perché unisce  la cultura dello sport con la cultura della educazione fisica e civile avvicinando i cittadini ma anche le nuove generazioni allo sport in particolare con la spinta della nascita del nuovo progetto del grande Parco. L’impresa di riqualificare  e restaurare il Foro Italico è affascinante, la grandiosità del Parco del Foro Italico, che sarà raggiunta alla fine dei lavori,  sicuramente  contribuirà a completare la bellezza del paesaggio antropizzato nella parte nord della Capitale.

Breve  storia del Foro Italico

Nel Foro italico l’arte, la cultura e la sto­ria sono le protagoniste del complesso im­pianto monumentale costruito per essere il centro dell’attività sportiva della gioventù

Fu progettato nel 1928 dall’architetto Enrico Del Debbio e dai suoi collaboratori. Lo stesso anno fu deposta la prima pietra. Il progetto iniziale subì numerose variazioni e in particolare quelle apportate dall’architetto Luigi Moretti nel 1936 e quelle succedutesi nel dopoguerra. Il 4 novembre del 1932 si tenne la cerimonia di inaugurazione del Foro, allora denominato Foro Mussolini.

Nel periodo iniziale furono edificati il palazzo dell’Accademia di educazione fisica e lo Stadio dei marmi. Gli edifici e gli impianti circostanti saranno costruiti negli anni successivi, fino al 1950. Per le Olimpiadi del ‘60 si ristrutturò il vecchio Stadio dei cipressi, ulteriormente ristrutturato per i mondiali di calcio del ‘90. Il Foro è ricco di mosaici all’esterno e all’interno degli edifici. Furono ideati e realizzati, tra gli altri, da Severini, Canevari, Capizzaro e Rosso.

All’ingresso del Foro si innalza il monolite dedicato a Mussolini. Fu tagliato, in un unico blocco, nel marmo nelle cave di Carrara e poi trasportato a Roma

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