«Fert concitus inde per iuga celsa gradum, duris qua rupibus haeret, Bellator Frusino» («Di lì procede con passo veloce attraverso cime elevate, dove alle robuste rocce rimane attaccato, il guerriero (di) Frosinone»). Queste le parole di Silo Italico, poeta vissuto tra il 25 e il 101 d.C., quando cita l’avanzata di Annibale verso la bellicosa Frusino nella sua opera, considerata il più lungo racconto in versi della letteratura latina.
Ma prima di lui lo storico Diodoro Siculo menziona Frusino, centro volsco, alla fine della Seconda guerra sannitica e ancora, alla fine del III sec. a. C., Tito Livio la ricorda circondata da mura. Le più antiche tracce della presenza dell’uomo sul territorio di Frosinone, risalgono al Paleolitico inferiore come testimoniano i numerosi reperti provenienti dall’area denominata Selva dei Muli, oggi conservati, unitamente ad altre testimonianze archeologiche nel Civico Museo Archeologico della città.
Nel tempo la città ha assunto una notevole importanza strategica in quanto geograficamente collocata tra Roma e Napoli. Proprio qui passava l’antica via Latina. Il geografo greco Strabone nel passo che descrive l’itinerario della via Latina menziona Frusino costeggiata dal fiume Cosa distante 7 miglia da Ferentinum.
L’11 settembre del 1943 Frosinone ha subito, come molte città italiane, un devastante bombardamento angloamericano che ha stravolto luoghi, edifici e ferito una comunità intera. La quasi totale distruzione del tessuto urbano, ha comportato la perdita di gran parte delle testimonianze storico artistiche che la caratterizzavano; furono abbattuti antichi palazzi e monumenti che rappresentavano un’epoca passata, la cui perdita ha alimentato distrazioni e inesattezze fino quasi a far vacillare l’identità storica della città stessa.
L’evento bellico, ultimo di una serie di devastazioni che hanno fortemente segnato la città, ha comportato un’amnesia storica che solo negli ultimi anni, anche grazie ad un lavoro attento e meticoloso condotto dal Museo Archeologico di Frosinone, attraverso la pubblicazione della rivista scientifica Terra dei Volsci, ha restituito dignità storica alla città.
Con caparbietà, determinazione e umiltà, caratteristiche distintive di questa terra e della sua gente, Frosinone è rinata ricostruendo interamente il tessuto urbano rendendo la città moderna e dinamica mantenendo viva la memoria storica.
Oggi il comune di Frosinone vanta una prestigiosa sede istituzionale all’interno di palazzo Munari nel cuore del centro storico, che ospita al contempo l’Archivio Storico Comunale e la Sezione Romana del Museo Archeologico che raccoglie e racconta le testimonianze storiche del territorio con percorsi interattivi e innovativi.
Seguendo una prospettiva moderna che mira alla valorizzazione dell’identità storica della città, sono stati realizzati una serie d’ interventi di riqualificazione del centro storico. Esempio di questa tendenza è il progetto che ha portato al restyling dell’attuale Piazza Norberto Turriziani, curata con un equilibrio tra modernità e tradizione e la restituzione al pubblico dello storico Teatro Vittoria.
La città ha una solida offerta culturale, variegata e radicata nel tempo; oltre al Museo Archeologico, istituito nel 1994, che dal 2021 ha raddoppiato la sede con l’allestimento della Sezione Romana nell’ex Caveau della Banca d’Italia e l’imminente apertura dei nuovi spazi espositivi previsti dal progetto di ampliamento dello stesso, Frosinone si fregia di due importanti istituti culturali l’Accademia di Belle Arti, fondata nel 1973 e sita in uno dei palazzi più eleganti e rappresentativi della città, Palazzo Tiravanti, e il Conservatorio Licino Refice istituito nel 1974. Quest’ultimo che ha visto tra i docenti nomi del calibro di Ennio Morricone, è divenuto polo d’attrazione per i più grandi eventi musicali della provincia e non solo ed è partner culturale di una delle kermesse musicali più seguite e longeve giunta alla sua undicesima edizione, il Festival dei Conservatori.
Spettacolo, tradizione e cultura popolare si mescolano sapientemente animando uno dei quattro Carnevali Storici del Lazio, la Festa della Radeca. La festa trae origine da antichi riti di fertilità e purificazione, fine e inizio di un ciclo che culmina con il rogo purificatore di Re Carnevale impersonato dal generale francese Championnet, capo dei gendarmi francesi che governavano il territorio sul finire del 700. Emblema della festa è il rito goliardico della radeca, una foglia di agave che simboleggia l’augurio di prosperità.
I festeggiamenti iniziano con la tradizionale consegna delle chiavi della città da parte del sindaco alle figure più emblematiche del Carnevale frusinate per poi salire, brandendo la radeca, sul Campanile che da sempre è simbolo identitario della città.
Frosinone ha saputo mantenere vive queste tradizioni grazie ad una prospettiva moderna e partecipata, attraverso una serie di progetti che tendono a valorizzare l’identità storica della città. Ne è esempio il progetto Officine Municipali, attraverso cui l’ente, mediante l’Assessorato alla Cultura, offre servizi gratuiti ed innovativi che mirano al benessere sociale e culturale della comunità, centrando gli obiettivi previsti dal bando pubblico inserito nel programma del Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) 2021-2027 .
Nell’ambito dei progetti di riqualificazione urbanistica del centro storico in previsione di un risanamento idrogeologico, è in via di conclusione un intervento che prevede la riqualificazione del complesso «I Piloni». L’ intervento prevede l’utilizzo dei volumi esistenti caratterizzati da una serie di arcate storiche che verranno perciò messe in sicurezza e valorizzate così da restituire alla città nuovi spazzi di socializzazione contemperando al tempo stesso la necessità di valorizzare l’identità culturale e paesaggistica con una visione rinnovata dinamica e moderna.