Brescello

Brescello

Brescello, lo straordinario “mondo piccolo” diventato set

La cittadina dove fu girata la saga di Don Camillo e Peppone è un fervente centro culturale

Chiesa di Santa Maria Nascente – CC 3.0 sa by Tiziana Coppetti
«Ecco il paese. Ecco il piccolo mondo di un mondo piccolo piantato in qualche parte dell’Italia del nord. Là, in quella fetta di terra piatta e grassa, che sta fra il fiume e il monte, tra il Po e l’Appennino. […]. Qui tutto si esaspera, qui le passioni politiche esplodono violente e la lotta è dura, ma gli uomini rimangono sempre uomini e qui accadono cose che non possono accadere da nessuna altra parte». Così la voce fuori campo di Sergio Di Stefano con cui iniziava il primo film della serie Don Camillo. «Il piccolo mondo» è Brescello, in provincia di Reggio Emilia, luogo scelto per le riprese perché, come nei racconti del «Mondo piccolo» di Giovannino Guareschi da cui è nata la saga cinematografica di don Camillo e Peppone, incarnati magistralmente da Fernandel e Gino Cervi, la chiesa era nella stessa piazza del municipio, proprio come nella finzione letteraria: «Ici, Ici voilà le pays!» («Ecco finalmente il paese!»), pare avesse detto entusiasta il regista Duvivier. Perché “questo è il mondo piccolo: strade lunghe e dritte, case piccole pitturate di rosso, di giallo e blu oltremare, sperdute in mezzo ai filari di viti”, come scriveva Giovannino Guareschi a proposito dei luoghi delle sue origini. Brescello è un teatro, un set, un palco, su cui si stagliano la chiesa di Santa Maria Nascente immortalata nei film con Don Camillo e Peppone e l’ex monastero di San Benedetto, che oggi ospita il «Museo Peppone e Don Camillo», dove sono custoditi cimeli e materiali di scena dai cinque film che hanno avuto protagonisti Fernandel e Gino Cervi, come le biciclette dei protagonisti, il sidecar Moto Guzzi 500 Alce, l’ufficio di Peppone e i mobili provenienti dalla canonica di Don Camillo e dalla cucina di Peppone, con la falce e il martello e la tonaca di don Camillo. E naturalmente foto di scena, locandine e copioni, mentre il crocifisso che parlava con Don Camillo (la voce era dell’attore Ruggero Ruggeri) è tuttora visibile nella parrocchia di Brescello. Brescello è innovazione e tradizione, binomio che passa attraverso il suo legame indissolubile con il cinema, rinsaldato con il Brescello Film Festival, ideato nel 2002 da Virginio Dall’Agli e che si svolge ogni anno alla fine di giugno contestualmente alla tradizionale notte di San Giovanni, un festival che raccoglie le suggestioni dei film della serie di Don Camillo e Peppone e, sulla piazza principale del paese, propone rassegne, concorsi, anteprime, presentazioni di opere del cinema italiano e internazionale, produzioni audiovisive indipendenti, cortometraggi, documentari, lavori che raccontano il territorio della bassa, del Fiume Po, della provincia italiana e molto altro. Tutto questo grazie a una comunità viva guidata dal sindaco Carlo Fiumicino, che con l’amministrazione comunale sta preparando un’estate di appuntamenti imperdibili e al riguardo ci ha detto: «La nuova edizione del Brescello Film Festival sarà nell’ultimo fine settimana di giugno e quest’anno avrà una formula pop e innovativa che coinvolgerà anche i giovanissimi». Con in più una grande novità, il Festival della Legalità, che sarà presentato in concomitanza con l’anniversario della morte di Paolo Borsellino: «Sarà la prima edizione e coinvolgerà l’istituzione Comune e la commissione mista per la legalità costituita dall’amministrazione comunale e vedrà la partecipazione di diverse personalità della cultura e della società, fra giornalisti, scrittori e magistrati». Brescello dunque è anche più di un borgo, è «il mondo piccolo» dove la cultura si fa grande impegno civico, dove «accadono cose che non possono accadere da nessuna altra parte». [Emanuele Beluffi]

Articoli correlati