Da Besano a Monza con Teodolinda

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Moglie dei re longobardi Autari e Agilulfo e figura centrale per l’Italia settentrionale e non di fine VI secolo, la regina Teodolinda è sicuramente un personaggio di primo piano dell’età altomedievale del nostro Paese. Molte città intrecciano la propria storia a quella della regina longobarda, e tra queste ci sono anche il capoluogo della Brianza e Besano, piccolo comune del Varesotto. Una leggenda assunta a credenza popolare vuole che la Regina proveniente dalla Baviera, suo luogo natale, e diretta a Monza, importante sede longobarda beneficiata proprio dalla sua azione di governo, abbia trovato ristoro nel corso del proprio cammino in Val Valceresio, proprio a Besano, località scelta per la sua posizione strategica. A ringraziamento dell’ospitalità mostrata dalla gente del luogo, la regina avrebbe donato alla comunità una statuetta in legno di San Giovanni Battista. Da quel momento la statua, dotata – secondo la leggenda – di proprietà taumaturgiche, ovvero di potere curativo, avrebbe attirato a Besano moltissimi pellegrini, dando così origine alla Fiera dei Malsani, evento che ogni anno portava ammalati e portatori di disabilità in cerca di un miracolo proprio nel comune limitrofo al Lago di Lugano. Questa tradizione potrebbe trarre origine da alcuni versi in latino, che parlerebbero esplicitamente di un legame della regina con la cittadina e delle proprietà salvifiche della statua. L’ultimo grande pellegrinaggio si sarebbe svolto nel 1894, attirando più di 1400 fedeli dal Malcantone.

Il legame del Battista con Teodolinda e più in generale con tutto il popolo longobardo non è peró una prerogativa esclusiva di Besano, ma è ben testimoniato in tutti i centri longobardi, tanto che la chiesa fondata a Monza dalla regina fu dedicata proprio a S. Giovanni, attuale patrono proprio della città brianzola. Per avere un’idea di questo attaccamento alla sua figura basterà ricordare come in un manoscritto medievale milanese il santo venga definito “caput Lombardorum gentis”, ovvero patrono del popolo longobardo.

Il Santo, nel suo ruolo di officiante del Battesimo, infatti, ben si prestava all’opera di conversione del proprio popolo intrapresa dalla regina Teodolinda, grande interlocutrice di Papa Gregorio Magno.

La statuetta di San Giovanni della tradizione sarebbe identificabile in quella presente ancora oggi presso la Chiesa di San Martino a Besano, detta anche Santuario di San Giovanni Battista.

Per quanto questo edificio sia da datare al 1600, l’intitolazione a San Martino non stona comunque con la presenza di questa statua legata – sempre a detta della leggenda – ad eventi di età longobarda. Fra gli altri santi venerati dal popolo di Teodolinda, anche San Martino ricopriva infatti un ruolo particolare: cavaliere originario della Pannonia – ovvero l’attuale Ungheria, proprio da dove si mossero i Longobardi prima della loro calata in Italia -, per le sue caratteristiche militari e per il suo impegno contro l’eresia ariana, venne apprezzato da un popolo guerriero che si apprestava ad abbandonare l’arianesimo in favore della fede cattolica.

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