ABBONATI A CULTURAIDENTITA’
Noi oggi istituendo le Domeniche del Contadino ci poniamo come obiettivo la trasformazione dei centri storici dei piccoli borghi in un grande mercato dove promuovere i prodotti locali delle Città Identitarie. Qualcosa a livello normativo era stato fatto prima di adesso, ma nulla di assimilabile al progetto che qui esponiamo. In effetti un primo importante passo per valorizzare il nostro patrimonio eno-gastronomico risale a quella legge di orientamento del 2001 che aveva dato forza all’attività dell’impresa agricola ampliandola alla commercializzazione di prodotti acquistati presso terzi e, in tempi più recenti, un ulteriore riconoscimento normativo aveva permesso di conferire ai mercati una più precisa configurazione giuridica e di regolarne lo svolgimento in relazione alle attività commerciali.
Le Domeniche del Contadino che noi proponiamo sono in tutto e per tutto Tavole Identitarie che al vincolo conviviale uniscono la formazione grazie all’intervento di chef e appositi corsi di cucina. In senso strettamente operativo le Domeniche del Contadino sono eventi a cadenza mensile in cui le aziende agricole del territorio espongono e vendono i propri prodotti direttamente dal produttore al consumatore: una formula commerciale tanto moderna quanto antica, esse ci regalano un’opportunità eccezionale per con cui promuovere il patrimonio eno-gastronomico del territorio con una forte attenzione alle tradizioni e all’identità del nostro Paese. Un progetto che riteniamo quanto mai necessario, visto che ad oggi l’evoluzione del sistema agro-alimentare ha comportato storture non solo a livello economico ma anche culturale e sociale, che rischia di tradursi in un abbassamento della qualità dei prodotti e, conseguentemente, in patologie legate a modelli non sani di consumo alimentari.
Oggi creare una rete di mercati del contadino avrebbe una serie di indiscutibili vantaggi e i primi soggetti da coinvolgere in tale progetto dono proprio i Comuni delle nostre città, ai quali attribuire il compito di istituire e regolamentare questi mercati agricoli di vendita diretta, nel rispetto naturalmente delle norme igienico-sanitarie e promuovendo azioni di informazione in favore dei consumatori sulle caratteristiche qualitative dei prodotti agricoli posti in vendita. Gli effetti immediati di tali azioni porterebbero a una valorizzazione delle risorse del territorio, al rafforzamento delle identità locali, creando altresì plurime occasioni di sviluppo economico. Di rimando, il contadino vedrebbe riconosciuto il valore del proprio lavoro sotto il profilo economico e sociale e sarebbe lui stesso il coordinatore dell’impresa agricola, armonizzata con i valori culturali della tradizione e dell’identità. Mentre il consumatore, dal canto suo, vedrebbe riconosciuta la garanzia di acquistare prodotti di qualità in linea con stili di vita e di consumo salutari, acquistando prodotti genuini a chilometro zero: la vendita diretta fra il produttore e il consumatore è il vantaggio della filiera corta, che favorisce produttori e consumatori, portando con sé le valorizzazione delle risorse del territorio grazie alla vendita su scala provinciale e regionale e alla conseguente rigenerazione sociale urbana. Tutto ciò avverrebbe in maniera economicamente conveniente per il consumatore e a sostegno delle aziende agricole locali e nel rispetto per l’ambiente.
I mercati del contadino si dispiegherebbero attraverso precisi momenti operativi: non solo i necessari approntamenti delle risorse umane per le questioni organizzative, la consegna delle merci, il montaggio e lo smontaggio, l’allacciamento elettrico e gli orari di apertura e chiusura (idealmente dalle 10 alle 20), ma anche l’identificazione di un disciplinare di produzione o un attestato di provenienza del prodotto per certificarne la provenienza (dalla propria azienda o da aziende entro i 40 km dal luogo del mercato), la creazione di un logo del mercato della città per permetterne una adeguata identificazione nello scambio culturale con altri mercati contadini (fondamentale la comunicazione sui media e l’interfaccia informativa con i consumatori), il coinvolgimento delle pro-loco e degli agricoltori per la preparazione di pasti in occasione delle Domeniche del Contadino con piatti identitari a denominazione di origine (PAT, De.co, Dop e Igp), l’allestimento di gazebo omogenei e cartelloni identificativi del mercato e del produttore. Da qui si verrebbe a creare una vera e propria rete di mercati del contadino, che per il consumatore si tradurrebbe nell’offerta di prodotti genuini e freschissimi a prezzi concorrenziali (nella riscoperta e rispetto della stagionalità dei prodotti) e per la collettività in una rigenerazione sociale e culturale.