Viviamo una trama di un film apocalittico. Ma non tutto è perduto

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La trama di un film apocalittico di Hollywood è quanto abbiamo vissuto in questo ultimo anno, la paura generata e promossa dai media, l’irrazionalità di una massa di persone spaventate e un futuro di povertà che si intravede nel nostro domani. L’incredibile si sta realizzando. Un virus “sospetto” viaggia tra gli esseri umani, un virus che uccide persone con circa 80 anni e già ammalati e che a detta di studi scientifici ha una mortalità al di sotto di un raffreddore. Nessun negazionista o complottista tra le fila di chi come noi ha qualche riserva su quanto sta succedendo ed è successo. Già nel 1981 Guillame Faye nel suo saggio “Il Sistema per Uccidere i popoli” descriveva il “grande reset” in atto dall’inizio della pandemia, ridisegnare l’economia del mondo creando milioni di schiavi al servizio del potere dominante. Lo abbiamo scritto all’inizio, viviamo una trama di un film apocalittico. Ma non tutto è perduto, oltre alla battaglia di informazione e cultura del nostro giornale ci sono diversi intellettuali attivi a spiegare come realmente stanno le cose.

Tra i più attivi c’è Emanuele Franz con il suo nuovo testo “Io Nego”. Il libro è una raccolta di riflessioni, in chiave filosofica, di aforismi e aneddoti. Esso è dunque un diario personale, con riflessioni e note assortite, tenute insieme dall’argomento e dal periodo in cui sono state scritte: il tempo della quarantena forzata dovuta alla pandemia. Il lettore potrà trovare pillole di riflessioni, condivisibili o meno, che tenderanno a rovesciare le situazioni, come sovente fa il filosofo, e provocazioni, punzecchiature, al fine di forzare il pensiero a guardare in modo diverso dal senso comune. Un libro che vuole essere un encomio alla negazione, nel senso positivo e filosofico del termine, mettere in discussione il senso comune per pervenire a una diversa prospettiva riconoscendo che ogni cambiamento ha origine da una negazione, da una critica. In questa critica si mette sotto accusa non solo la gestione dell’emergenza sanitaria ma l’intero modello di civiltà occidentale, goffa e gonfia del suo materialismo e della sua rincorsa alla ricchezza che poi in ultima analisi si riduce a una povertà di valori.

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Fabrizio Fratus
Ha contribuito allo sviluppo di un dibattito scientifico e letterario sul neodarwinismo e la pornografia sviluppando diversi concetti antimodernisti e a favore dell’ideologia comunitarista basato sull’idea di un ritorno ad una vita sociale di tipo organicista in opposizione al modello dominante dell’individualismo, contribuisce a sviluppare un nuovo paradigma di vita comunitaria grazie alla decrescita felice, all’economia dell’autoconsumo partendo dal pensiero aristotelico in cui la famiglia è il centro della comunità. Si oppone fortemente al consumismo e al modello capitalista di tipo anglosassone. Convinto che presto vi sarà un ritorno al valore della famiglia naturale e alla vita comunitaria a causa della fine del ciclo economico denominato post-industriale. Sia la visione antidarwinista come quella sulla pornografia sono interpretazione per cui l’uomo viene condotto a una vita di tipo individualistica ed egoistica assolutamente da rigettare.

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