Mitico Cipollino! Ottant’anni e non sentirli

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Dal “Derby” di Milano alla TV con le indimenticabili trasmissioni di Antenna 3 insieme a Teo Teocoli. Poi sono arrivati i cinepanettoni. Ma resta la passione per la musica

Oltre ad una bibita ghiacciata, per rinfrescarsi un po’ dal caldo estivo, ci voleva proprio una bella chiacchierata surreale con Massimo Boldi che il 23 luglio festeggia il suo ottantesimo compleanno. Max Cipollino inizia la sua carriera nel mondo dello spettacolo come batterista, ma poi diventa un eroe della tivù partecipando a tantissimi programmi come “Tutto compreso”, “Drive In“, “Striscia la notizia”, “A tutto gag“, “Scherzi a parte” e molti altri, conquistando undici Telegatti.

Tanti successi anche al cinema, con Renato Pozzetto, Paolo Villaggio e Carlo Verdone ma soprattutto insieme a Christian De Sica con cui ha formato un sodalizio magico durato tanti anni.

Ma che piacere incontrare Massimo Boldi!

Boldi? C’è Boldi? Dove l’hai visto?

Ma io l’ho visto che stava girando per questo locale, magari mi sono confuso.

Ah…sei confuso. Confuso ma felice.

Qui siamo nel tempio della musica di Sestri Levante e tu hai cominciato proprio con la musica. Suoni ancora la batteria?

Certo! Quando sono entrato nell’orchestra di Gino Paoli, La Pattuglia Azzurra, venivo anche in questo locale a fare l’esibizione.

Poi sei entrato in un altro gruppo, I Repellenti.

Con I Repellenti facevo “Zan zan le belle rane”, una scuola pazzesca con Enzo Jannacci, un’amicizia fantastica.

Con Jannacci c’è stata una bella sinergia, lui ti ha scritto delle cose bellissime.

Sì, sì, certo è stato per me un grande maestro, come lo sono stati Cochi e Renato e ricordo tutto ancora chiaramente e con grande emozione. Sono passati tanti anni, mica pochi.

Cosa ci fai qui a Sestri Levante?

Siamo qua a Sestri Levante per regalare un po’ di gioia. Noi andiamo da Sestri Levante a Sestri Ponente (ridiamo) ma sono due zone un po’ diverse, mi pare.

Beh si, sono cose diverse come le follie che hai sempre portato in tv e anche sui dischi, perché tu hai una vera e propria discografia.

Sì, adesso ho un brano nuovo per le discoteche. Un bel pezzo. Si dice un brano o un pezzo? Vabbè, un pezzo di brano che presenterò all’anti Sanremo, prima del Festival.

Quindi a gennaio?

No, prima, prima… a novembre. Il 2 novembre (ride) dopo i morti, è un brano che raccoglie un po’ di emozioni e sarà praticamente un pezzo da perdere il melone nelle discoteche, sentirai Tum pata tum pata tum Ciao! Tum pata tum pata tum Ciao!

In tempi non sospetti ti eri anche appropriato di un pezzo di Faust’O, ricordi? Era il “Peperino Rap” nato durante la trasmissione di canale 5 “Risatissima”.

È vero. Faceva Oh oh oh oh va bene! Oh oh oh oh va bene! Abbiamo anticipato i tempi del rap in italiano.

Come nascevano le gag in quelle trasmissioni di Antenna 3 Lombardia, ti ricordi il campanaro con la gobba insieme a Teo Teocoli e Armando Celso?

C’erano delle basi che venivano elaborate da Zuzzurro e Gaspare, due grandi cabarettisti che erano diventati gli autori miei e di Teo. Si improvvisava si aveva un canovaccio e poi il miracolo del palcoscenico faceva il resto, perché un conto è confezionare un’idea e un conto è proporla. Poi è chiaro che rivedendo 44 puntate di 4 ore l’una, in mezzo ci sono anche cose stupide o inutili, però per quello che mi riguarda, tutti i tormentoni li ho usati poi al cinema, come ad esempio Bestia che figura o Tatà tatatà tatatà oppure Va bene! Sapessi quanti telefoni che ho rotto quando facevo lo sketch del telegiornale! Ho avuto anche il premio della SIP (l’antenata della Telecom NdR) per aver rotto centinaia di cornette.

Ti diverti ancora a fare questo mestiere?

Mi diverto sempre. Mi hanno intervistato e mi hanno chiesto “Perché non pensi ad una scuola?” Ma non c’è una scuola che possa insegnare ad un talento cosa fare, è bene divertirsi, questo è un po’ il segreto. È un modo per avere il favore del pubblico, quando sei unico devi essere unico in tutto! Questo però è innato e poi chiaramente c’è anche la fortuna di avere percorso determinate strade e aver preso certi treni.

Tu ti sei formato al Derby di Milano. Oggi ci sono ancora quelle palestre?

Oggi non è più possibile. Non c’è più una palestra, non c’è una Virgin del cabaret. C’è il web. Cioè ci sarebbero tante belle possibilità, però io credo che è una cosa come il “Derby” dell’epoca sia difficilmente ripetibile anche perché al giorno d’oggi riproporre quello che avevi già fatto 30/40 anni fa, ma anche 20 anni fa è quasi improponibile. Sono cambiati i tempi e i gusti, è cambiato il mondo, io dico che da quando siamo entrati nel nuovo millennio non abbiamo cominciato mica benissimo. Abbiamo avuto un ventennio un po’ sfigatino…

Giri sempre con questo piccolo ventilatore?

Bestia, fa caldo! Volevo chiamarlo trentilatore (ridiamo).

Cosa farai da grande?

Quello che sto facendo adesso, cioè il Nonno Cipollino. Ciaoooo!

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