Il Consiglio dei Ministri di ieri, 27 giugno, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, ha approvato un decreto-legge e un disegno di legge in materia di ricostruzione post-calamità.
Il decreto disciplina il coordinamento delle procedure e delle attività di ricostruzione sul territorio delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche, interessato dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza.
Il testo istituisce il Fondo per la ricostruzione e prevede la nomina di un Commissario straordinario, a seguito dell’entrata in vigore del decreto-legge il Governo nominerà quale Commissario straordinario alla ricostruzione il generale Francesco Paolo Figliuolo, dotato di un’apposita struttura di supporto, il quale, in stretto raccordo con il Capo del Dipartimento della Protezione civile e con il Capo del Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La bozza del decreto tratta di ricostruzione post calamità anche sui beni monumentali e di interesse turistico, inoltre si prevede l’istituzione di un organo tecnico a competenza intersettoriale denominato “Conferenza permanente”, che esprime parere obbligatorio e vincolante sugli strumenti urbanistici attuativi adottati dai singoli Comuni e sul programma delle infrastrutture ambientali e che approva i progetti delle opere pubbliche e dei lavori relativi a beni culturali.
La strada intrapresa dal Governo è quella giusta, adesso c’è da passare dalle parole ai fatti; ci sono delle prerogative importanti, sia riguardo la pianificazione a lungo termine legata all’applicazione di strumenti urbanistici in modo da costruire una prevenzione del territorio, sia di studi efficaci di previsione riguardanti gli effetti dei cambiamenti climatici sulle nostre citta e la successiva risposta in termini di sostenibilità. Un altro aspetto da focalizzare, nel nostro Paese, visto la ricchezza di monumenti e di beni culturali, è mettere in sicurezza il patrimonio culturale/architettonico ad esempio con opere di progettazione e realizzazione dei depositi di salvaguardia dell’arte in caso di calamità naturali, restauri strutturali, tecniche di costruzione innovative per la prevenzione del rischio e non per ultimo un attenta riduzione del consumo di suolo. Basti pensare che negli ultimi anni si è stimato che il 18,1% del patrimonio artistico italiano è, infatti, a rischio: sono 34.651 i monumenti, i beni architettonici ed i siti archeologici potenzialmente esposti, di cui oltre diecimila si trovano in aree a pericolosità elevata.