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Il Piccolo Teatro CeSAM (Centro Sperimentale delle Arti Mediterranee) di Potenza è la magnifica cornice dove da venerdì 30 giugno avrà inizio il VII Festival Città Identitarie e dal cui palcoscenico gli spettatori viaggeranno tra i simboli identitari di Potenza, tra letteratura, storia e musica alla scoperta di chi ha reso la cittadina conosciuta nei secoli.
Obiettivo del CeSAM è l’avviamento dei giovani alle professioni artistiche con percorsi didattici per conseguire competenze specifiche nelle arti moderne, classiche, innovative, tecnologiche, digitali, nel campo dell’audiovisivo, della musica e del teatro
Il CeSAM è stato fondato da Antonio Colangelo ed è diretto da Marcello Foti, già direttore generale del centro sperimentale di cinematografia e presidente dell’accademia internazionale dell’immagine dell’Aquila. Il Piccolo Teatro è una struttura in grado di ospitare fino a 300 ospiti e l’accademia in sé consta di aule le laboratori dotati di tecnologie avanzate. Del comitato scientifico del CeSAM fanno parte personalità di primissimo piano della cultura italiana, come Giancarlo Giannini, Rocco Papaleo, Nicola Guaglianone, Beatrice Venezi e altri protagonisti del settore dello spettacolo, cinema, teatro, musica, danza. Numerose sono le masterclass di regia e recitazione con il regista e produttore David Warren, di sceneggiatura con Nicola Guaglianone, di recitazione con Giorgio Pasotti, di regia con Paolo Genovese, fino all’appuntamento con Giancarlo Giannini che si terrà il 1 luglio proprio in occasione del VII Festival Città Identitarie.
Il CeSAM pone infatti la formazione al centro del proprio progetto culturale con l’obiettivo ambizioso di diventare presto un unicum nel territorio, non solo per la città di Potenza ma per tutta la Regione e il Mezzogiorno. Perché non punta solo alla promozione dei talenti, ma anche alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico per mezzo di progetti ed eventi ad hoc nell’ambito delle arti moderne, classiche, innovative, tecnologiche e digitali e in quello dell’audiovisivo, della musica e del teatro.
CeSAM è dunque un’opportunità per la formazione non solo delle future generazioni ma anche per consentire al territorio di interagire con i personaggi illustri del cinema e dello spettacolo impegnati nella formazione delle nuove generazioni. Con l’obiettivo di fare della Basilicata un grande hub culturale attrattivo per i giovani consentendo loro di ottenere una formazione d’eccellenza sul territorio, senza dover troppo lontano da casa. E’ dunque un interessante precedente, un modello cui potrebbero ispirarsi le altre piccole realtà nazionali nella prospettiva di uno sviluppo “di rete”, condiviso, soprattutto a partire dai diversi soggetti che operano nella Regione stessa, senza pesare sulle casse pubbliche per la replica di realtà formative già esistenti.
La spinta propulsiva per la creazione di questa realtà è stata, come ci ha raccontato il fondatore Antonio Colangelo, la volontà di proseguire il lavoro iniziato a suo tempo da Emilio Colombo e Maurizio Leggieri, l’ingegnere che studiava l’ambiente per migliorare la vita delle persone e già Presidente del Comitato Provinciale della Protezione Civile, “due personalità importantissime per me, per il nostro territorio e oserei dire per il nostro Paese. La mia storia mi ha legato a loro e a un certo punto della mia vita mi sono posto il compito di dare continuità a quello che è stato il lavoro da loro svolto per la valorizzazione del nostro territorio: così tre anni fa abbiamo avuto l’opportunità di disporre di una grande area da riempire di cultura, facendo lavorare gli artisti e realizzando delle mostre“.
Come ci ha detto il direttore Marcello Foti, “Il CeSAM è un unicum nel senso che, non essendoci nulla di simile a sud di Roma, siamo gli unici a far sì che i giovani non siano obbligati a spostarsi per studiare, anzi siamo ni stessi a portare la formazione a casa loro, cosa che come puoi immaginare ha delle conseguenze economiche importanti. Potenza è baricentrica rispetto a tutto il Sud, quindi fare i “pendolari” non è un impegno così gravoso. Noi poi non pesiamo sulla casse pubbliche in quanto operiamo grazie alla lungimiranza di Antonio Colangelo, grazie al quale siamo riusciti a realizzare in tre mesi quello che altrimenti forse avremmo fatto in tre anni. Ma ci sono anche i Fondi Europei della Regione per l’alta formazione sul territorio. Ci rivolgiamo alle istituzioni, per esempio abbiamo stipulato un accordo con l’Università grazie al quel gli studenti possono ottenere dei crediti formativi proprio grazie ai nostri corsi. Abbiamo poi un accordo con la film commission locale con l’obiettivo di realizzare dei prodotti audiovisivi sulla base delle esigenze di valorizzazione del territorio e delle professioni e delle tradizioni, che è un po’ l’obiettivo stesso del Festival di CulturaIdentità“.