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Una preziosa collezione artistica donata alla città natale di San Tommaso d’Aquino è in abbandono nella “Casa di San Tommaso”, anch’essa chiusa al pubblico. L’indifferenza delle amministrazioni degli ultimi 20 anni
E’ trascorso quasi mezzo secolo da quando il patrimonio del Comune di Roccasecca ebbe ad arricchirsi di una splendida collezione artistica, costituita da oltre settanta dipinti che le sorelle Messina, Annie e Nora, con un gesto di rara liberalità, vollero donare alla città natale di San Tommaso D’Aquino. Tra le opere di indubbio valore, recanti la loro firma, anche quelle della madre Romilda Gubitosi.
Risale al 6 giugno 1980 la solenne cerimonia che l’amministrazione comunale, Sindaco Luigi Frezza e Assessore al Beni Culturali Pompeo Cataldi, organizzò, presente l’On. Guido Bernardi, per inaugurare la costituenda Pinacoteca comunale che ospitò la Donazione Messina e per concedere alle munifiche sorelle la Cittadinanza onoraria, estesa anche a Maria Lo Mastro e a Rocco Zingaro, rispettivamente Presidente e Segretario dell’Associazione I Templari, Ente patrocinante dell’evento.
Alla collezione, le cui singole opere risultavano ordinatamente catalogate con titolo, tecnica ed anno di realizzazione, si aggiunsero il 26 marzo 1996 altri tredici dipinti, anch’essi catalogati, che Anna Maria Locurcio De Angelis, curatrice testamentaria di Annie Messina, deceduta il 27 febbraio 1996, volle, mio tramite quale Sindaco di Roccasecca, destinare alla Pinacoteca comunale.
Ricordo bene Annie Messina che subito dopo il mio insediamento (1993) volli incontrare nella sua residenza romana, accompagnato dall’amico Pompeo Cataldi, per rappresentarle tutta la gratitudine che serbavo a lei ed a Nora per aver donato alla città la loro collezione, destinata ad accrescersi con l’ulteriore lascito.
Emana dalle opere di quest’ultime, entrambe allieve del Maestro Arturo Zanieri, una spiccata capacità a rappresentare il fascino dell’Africa orientale: Nora attraverso disegni e stampe, Annie con i suoi ritratti.

E’ stato il periodo vissuto ad Alessandria d’Egitto, dove il padre Salvatore era stato chiamato quale Console Giudice (1916-1920) prima e come Consigliere della Corte mista d’Egitto fino al 1936, ad influenzarne l’ispirazione.
Una vena artistica di casa nella famiglia Messina, come testimoniano le opere della madre Romilda Gubitosi.
Alla passione per la pittura, mai finalizzata alla vendita delle opere, si accompagnava quella per la letteratura, due mondi all’interno dei quali fondamentale si rilevò la guida dei genitori e della zia Maria Messina (1887-1944), della quale sono celebri novelle e romanzi sulla Sicilia dei suoi tempi ed in particolare sull’oppressione e sull’isolamento delle donne siciliane.
SUL VALORE DELLA DONAZIONE



Questo mio pur sintetico scritto che indaga l’epoca storica, il contesto familiare e i luoghi che ispirarono le autrici della Donazione, nonché le circostanza che ne indussero il liberale trasferimento al Comune di Roccasecca, vuole accendere i riflettori su una collezione che merita di essere ri-conosciuta, sia per l’intrinseco valore culturale che per il rispetto ed la riconoscenza che la famiglia Messina merita.
Da Sindaco, riconosciutane la valenza artistica, non tardai, doverosamente, ad esprimere tutta la mia gratitudine alle sorelle Messina che avevano scelto Roccasecca quale luogo di preservazione delle loro opere.
Di esse voglio qui ribadire tutta la preziosità dal punto di vista artistico: simbolismo nei disegni di Nora, classicismo nei dipinti di Annie, quale connubio felice della ricerca pittorica tanto cara al loro Maestro Arturo Zanieri le cui opere risultano tutte contraddistinte da uno stile di derivazione indubbiamente macchiaiola.
Di qui l’attualità della ricerca artistica delle sorelle Messina e con essa la non trascurabile circostanza che l’eloquente testimonianza sia custodita a Roccasecca, per antonomasia il luogo dello spirito, in quanto permeato dalla speculazione di uno dei più grandi pensatori dell’Umanità come San Tommaso.
SULLA CONSERVAZIONE
Nello scrivere queste righe conclusive, provo disagio enorme dopo aver appreso in quale stato di abbandono versi la collezione. Non visibile, non fruibile, relegata all’interno di scatoloni di cartone, presso la cosiddetta Casa di San Tommaso, immobile dal pregio storico ed artistico notevole, anch’esso chiuso al pubblico.
Perdura maledettamente da oltre venti anni la noncuranza delle amministrazioni che mi sono succedute, con buona pace della valorizzazione culturale.
Se è vero come è vero che una città possa ritenersi luogo di attrazione culturale e turistica solo quando può contare su tradizioni solide, è altrettanto vero che in questo potenziale bisogna saper credere.
Roccasecca dimostra da troppo tempo di non saperlo fare. Colpevolezza, oltre l’indifferenza.