Sylos Labini: “Difendiamo la cucina italiana altro che carne sintetica!”

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“La filiera dei prodotti italiani tipici, che genera quel cibo italiano che è tanta parte dell’identità nazionale va difeso, anche e soprattutto a livello mediatico”. Così Edoardo Sylos Labini, direttore di CulturaIdentità alla trasmissione “Chesarà…” diretta da Serena Bortone su Rai3 in diretta sabato 2 dicembre.

“La qualità del prodotto, il rapporto col produttore diretto, le eccellenze specifiche… tutto questo deve essere difeso. Altro che carne sintetica! Se non difendiamo nemmeno questo siamo pazzi”. Il dibattito attorno alla carne sintetica si infiamma quando si cerca di disgiungere le nostre filiere di produzione nazionali con la salute e l’ambiente, ponendo un falso dilemma secondo il quale continuando a consumare carne si realizzerebbe un attentato al benessere e al “pianeta”. “Una follia come il nutriscore – continua Sylos Labini – che dà il “semaforo verde” a delle schifezze immangiabili ma bolla col semaforo rosso l’olio extravergine d’oliva perché grasso è la cifra dell’inconsistenza di queste teorie. La nostra filiera economica e industriale e la nostra salute sono un tutt’uno e lo dimostra il fatto che la cucina italiana è la migliore del mondo”.

CulturaIdentità con le sue rubriche – “In viaggio con Itinere” e “La città sostenibile” oltre al sostegno al progetto ITA0039 da anni dà conto di questa realtà riconosciuta e ammirata universalmente (tranne dai suddetti pazzi del nutriscore, beninteso). L’indimostrato assunto dei sostenitori della “carne sintetica” è che essa servirà insieme ad altri surrogati più o meno innominabili come la farina d’insetto a “salvare il pianeta”. Il tutto attraverso assiomi non provati sul campo, secondo i quali un bioreattore che sforna “bistecche” con una stampante 3D attraverso l’impiego di elettricità, acqua e una pletora di prodotti chimici dovrebbe essere ecologicamente più efficiente di un “bioreattore” naturale testato da milioni di anni di evoluzione qual è una mucca, un pollo o un maiale. Del resto nessuno del parterre della trasmissione si è avventurato nello spiegare per quale motivo dovrebbero essere investite risorse nella produzione di cibo sintetico e ultra-processato qual è la carne artificiale o la farina d’insetti piuttosto che puntare quelle risorse per migliorare la qualità della produzione naturale, riducendo gli sprechi alimentari, abbattendo l’impiego di medicinali zootecnici e lo stress degli animali per ottenere prodotti migliori.

L’obbiettivo dovrebbe essere quello di fornire cibo di qualità superiore anche per il popolo e non solo per le classi dominanti (le stesse che guarda caso investono miliardi nel mangime per esseri umani mentre per loro riservano i manicaretti più ricercati). E sul dibattito mette una pietra tombale l’ironia graffiante di Osho: “io me magno pure li gabbiani, ma figurate si me magno la carne sintetica”.

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