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Con CulturaIdentità l’Italia e un rinnovato spirito risorgimentale per risorgere
“Senza Patria, voi non avete nome, né segno, né voto, né diritti, né battesimo di fratelli tra i popoli… Soldati senza bandiera, israeliti delle Nazioni, voi non otterrete fede né protezione”: le parole di Giuseppe Mazzini conservano oggi la stessa pregnanza di quando furono pronunciate nel secolo delle battaglie di nazionalità. Dall’Irlanda all’India di Gandhi e Sri Aurobindo ovunque si è combattuto per una Patria libera il nome di Mazzini è stato amato. Comprensibile allora la scelta di CulturaIdentità nel numero di marzo già in edicola di ricordare Mazzini a centocinquanta anni dalla morte, associando il suo pensiero alle azioni difficili, se non disperate, degli Ucraini che oggi lottano per salvaguardare l’indipendenza del loro Stato di frontiera tra Est ed Ovest travolto dalla guerra. Barricate e molotov contro blindati in colonna di sessanta chilometri: al netto di tutte le considerazioni sulla “complessità geopolitica” che è sfociata in una guerra calda, a Kiev si vive oggi in un clima “risorgimentale”, ma quanto avrebbe bisogno l’Italia di un rinnovato spirito risorgimentale per ridestarsi? La scommessa del mensile è quella di riaccendere l’interesse per il Risorgimento e i suoi profeti liberandoli dalle celebrazioni museali. I lettori di CulturaIdentità potranno scaricare un QR code per ascoltare le parole di Mazzini con la voce di Sylos Labini nell’audio-book dello spettacolo Disco Risorgimento, una storia romantica, con la regia di Alessandro D’Alatri. Tra gli articoli del numero in edicola, quello di Francesco Borgonovo che ricorda come il trinomio “Dio Patria Famiglia” sia proprio di origine mazziniana e rappresenti il fondamento saldo della nostra democrazia. Altro che “vita di m…”, come vuole la inelegante rilettura della Cirinnà. Fabio Dragoni invita il centrodestra a rivalutare i grandi del Risorgimento e a comprendere come essi superarono le loro diversità in vista dell’Unità nazionale. Mario Bozzi Sentieri ricorda come Mazzini ancora oggi sia “esule in patria”, dimenticato anche a Genova dagli esponenti di quella cultura politica che nel Novecento ha optato per l’ideologia marxista e oggi si vota alla cancel culture. Max Del Papa ricorda il Mazzini musicista e Marco Spina propone una rinnovata “Giovane Italia” ai giovani d’oggi. Mazzini propose alle donne un ruolo da protagoniste: Raffaella Salamina e Paola Carella raccontano le vicende delle eroine del Risorgimento come Cristina Trivulzio di Belgiojoso ad Anita Garibaldi. CulturaIdentità ha spazio anche per il centenario di un altro intellettuale italiano, tormentato, sicuramente identitario: Pier Paolo Pasolini. Davide Brullo ripercorre le scelte linguistiche del poeta, il suo attaccamento al friulano, lingua della tradizione in un mondo assediato dalla omologazione. A proposito di assedi, Luigi Mantovani descrive la tenace lotta di Casale Monferrato contro le forze soverchianti degli Austriaci durante i moti risorgimentali.