In viaggio con Mazzini alla riscoperta della Patria

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150 anni fa moriva Giuseppe Mazzini (Genova 1805 – Pisa 1872) e mai come oggi (e soprattutto in questi giorni drammatici) il suo pensiero e la sua azione (per citare Benedetto Croce, La storia come pensiero e come azione) ci sembrano così attuali: proprio lui, Mazzini, il patriota, il politico, il filosofo, il giornalista, inattuale e addirittura misconosciuto già a livello di insegnamento scolastico, ci dice molto di noi come comunità che annaspa in questa follia liquida globalizzata. La casa editrice Eclettica di Alessandro Amorese ci propone in questi giorni Giuseppe Mazzini, un italiano. L’apostolo della Patria e del lavoro, di Francesco Carlesi (collana Visioni, 300 pagine, 16 euro), una densa opera che mostra come la famosa “fine della storia” sia solo un trastullo intellettuale e che i principi difesi da Mazzini come eguaglianza, democrazia, diritti (e la sua stessa “folle” idea degli Stati Uniti d’Europa) siano attualissimi: spiritualità, sacrificio (38 anni su 67 Mazzini li passa lontano dalla sua Patria e oggi scopriamo quanto sia importante quello che i tedeschi chiamavano “heimat”, la “casa”), radici, confini, cultura e identità la Storia ce li spiattella brutalmente in faccia con l’invasione di Putin dell’Ucraina, quando si credeva che certe idee appartenessero alla cassetta dei vecchi attrezzi inutilizzabili. Nel complemento del titolo del saggio di Carlesi compare il termine “lavoro” perché, di fatto, l’afflato di Mazzini è stato universale e policentrico, espandendosi storicamente in quel sindacalismo rivoluzionario e in quel corporativismo che hanno trovato nelle sue idee antiutilitariste e interclassiste, anti-individualiste e anti-materialiste («L’uomo non è ciò che mangia o produce, ma è ciò in cui crede») una fonte di ispirazione: Mazzini a metà strada fra destra sociale e sinistra nazionale dunque, sapendo che condurne il pensiero da una parte o dall’altra sarebbe comunque riduttivo. Il denso ma agile saggio di Carlesi si legge d’un colpo: dalla vita avventurosa di Mazzini il nostro “viaggio” prosegue lungo la storia e le idee (e le azioni, si diceva), fino ad arrivare a un’ imprescindibile bibliografia per chi voglia saperne di più (e sono tanti), cui si accompagnano una postfazione firmata da Emanuele Merlino e Mario Michele Merlino (La vita e il martirio non sono menzogna) e due appendici “mazziniane”.

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