La violenza delle femministe contro la prima donna Premier

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Che brutta cosa l’ignoranza. Come dice Francesco Facchinetti quando commenta le reazioni dei vip che piagnucolano per la vittoria elettorale della Meloni: Ridicoli, non sapete un c…”. Non sanno un c. neanche loro, le attiviste di Non una di meno. Non bastavano le Greta Thunberg mobilitatrici di masse a suon di balle sull’urgenza di salvare il pianeta, ora ci si sono messe anche le non femministe di ritorno (molte di loro manco c’erano negli anni Settanta, di cosa parlano?). Hanno affoltato una ventina di piazze italiane contro un governo che ancora non c’è al grido di “via l’obiezione di coscienza” e strillano che la Meloni è contro la legge 194. Falso come una moneta da tre euri, dal momento che la Meloni non ha mai detto che la legge 194 sia da eliminare o da modificare, anzi dice proprio che non va toccata. E difende le iniziative economiche a sostegno delle madri per evitare che abortiscano, del resto non è che occorra essere dei giornalisti d’inchiesta alla Carl Bernstein per scoprirlo, bastava leggere il programma di FdI. Le attiviste “furios3” scendono in piazza a protestare come gli studenti del liceo a ottobre ogni anno, non sanno perché e biascicano due slogan imparaticci presi dal lessico degli anni 70 trovati da qualche parte sul web, non sanno cosa fanno, come diceva Facchinetti dopo l’alzamiento democratico post elettorale. Ma stavolta è peggio che azionare il famoso ventilatore distributore di fango: preparano l’artiglieria di bestialità ad alzo zero per centrare l’obiettivo a palle incatenate e dall’altra parte dell’informazione muti. Eppure, come fa notare Maria Giovanna Maglie in un suo post su Instagram: “hanno aspettato per tanti anni che una donna potesse diventare Premier, ora succede e loro protestano! Questo femminismo è da buttare”.

Dov’erano le attiviste “furios3” di Non una di meno quando Saman, la ragazza che si ribellava ai precetti dell’Islam, è stata strangolata e gettata nel Po? Dov’era l’opposizione femminista quando lo scorso 12 settembre nella Milano di Sala, la città de “i diritti non si toccano”, avveniva l’ennesima aggressione a una donna? E perché tutte tacciono quando Rula Jebreal commentando un articolo di Repubblica scava nel torbido (“Il padre di Giorgia Meloni condannato per narcotraffico”) tirando fuori la storia del padre della Meloni che abbandonò la figlia in tenera età scappando all’estero, facendo intendere che in qualche modo le colpe dei padri ricadono sui figli? Siamo arrivati a livelli mai visti e forse non è ancora il punto di arrivo, certo è che le femministe non sono mai state così violente (contro una donna!) come oggi.

Intanto FdI sabato scenderà in piazza contro la violenza sulle donne in Iran: secondo voi le femministe saranno in piazza? Ne dubitiamo, forse saranno davanti a qualche tastiera di computer a seminare insulti sui social verso quella che sta per diventare la prima donna Premier in Italia. Una donna vera altro che le femministe ideologizzate.

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