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I lavoratori dello spettacolo hanno sempre sofferto la precarietà della propria occupazione e questo stato di cose era emerso platealmente durante la tragica esperienza del covid. Noi di CulturaIdentità ce ne siamo occupati ampiamente. E oggi non possiamo non accogliere con soddisfazione l’indennità in arrivo per 21mila lavoratori dello spettacolo approvata ieri in Consiglio dei ministri e rivolta a tutti quei lavoratori che svolgono una attività connessa direttamente con il settore dello spettacolo: autonomi, co.co.co. e subordinati a tempo determinato che svolgono una attività connessa direttamente con la produzione e la realizzazione di spettacoli o in modo meno diretto rispetto al settore dello (maschere teatrali, guardarobieri etc.) potranno beneficiare di un’indennità legata alla loro discontinuità lavorativa che avrà un valore, in media, di circa 1.500 euro. Per ottenere l’indennità occorre essere iscritti al fondo pensioni dei lavoratori dello spettacolo, essere cittadino UE residente in Italia da almeno un anno, un reddito non superiore a 25 mila euro e aver maturato l’anno prima almeno 60 giornate di contribuzione accreditata al fondo pensioni.
“Il mondo dello spettacolo lo chiedeva da decenni e noi siamo riusciti a realizzarlo in tempi relativamente brevi”. Così il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha fortemente voluto questo provvedimento attraverso un confronto con le categorie interessate. Lo schema di decreto legislativo varato dal Consiglio dei Ministri ha un’importanza grandissima e rappresenta una norma di giustizia sociale perché riguarda tutti quei lavoratori dello spettacolo che non sono sul palco e non hanno visibilità, ma il cui lavoro è indispensabile e consente a questi momenti di cultura di realizzarsi.
















