Alla vigilia del 60° numero, CulturaIdentità è arrivata quasi alla fine del suo 7° anno di vita.
In tutti questi anni siamo stati una voce libera e un punto di riferimento nel panorama culturale, e soprattutto possiamo essere orgogliosi di aver portato al centro del dibattito pubblico il termine «identità», in un mondo in cui si voleva questo concetto superato dalla globalizzazione.
Così abbiamo raccontato l’identità italiana, la cui spina dorsale è costituita dai piccoli comuni, dalle bellezze dell’arte e del paesaggio, dai personaggi della nostra storia. Quegli stessi personaggi che il direttore Edoardo Sylos Labini porta in TV e al teatro, con lo scopo di restituire agli italiani la loro storia.
Da CulturaIdentità è poi nata la Fondazione Città Identitarie, che oramai raccoglie oltre cento comuni aderenti ed è in costante crescita. La Fondazione rappresenta il presidio sul territorio attraverso le attività organizzate dalla rete dei responsabili locali e i Festival delle Città Identitarie, giunti quest’anno alla XI edizione.
I risultati ottenuti e la stessa esistenza della nostra piccola ma agguerrita realtà sono un miracolo, in un panorama editoriale che vede il crollo delle vendite dei giornali, la chiusura delle edicole, l’aumento costante dei costi di stampa e di distribuzione. Il tutto attraversando le secche del regime sanitario durante i tre anni di COVID, ostinatamente uscendo in edicola e non rinunciando a incontrare il pubblico durante i Festival.
Tutto questo è stato ed è possibile solo grazie ai lettori e ai nostri partner, perché CulturaIdentità non prende un solo euro di finanziamento pubblico.
Inoltre, per scelta editoriale, siamo gli unici ad aver rinunciato agli AD Google sul sito, per consentire ai lettori la fruizione dei propri contenuti migliore possibile, pulita e lineare e priva di pubblicità.
Questo racconto dell’italianità, dell’albero genealogico del nostro popolo ha bisogno del sostegno dei lettori, con un gesto rivoluzionario: sottoscrivere un abbonamento.
È un appello che facciamo a chi ci legge sul web, a chi ci segue negli eventi sul territorio e a tutti quelli che condividono il racconto della nostra cultura che non deve avere appartenenza politica ma unire tutti gli italiani.
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