Sono decine le sigle che hanno aderito allo sciopero generale indetto dai sindacati di base (come USB, CUB e SI COBAS) in solidarietà con la popolazione palestinese di Gaza e a sostegno della Global Sumud Flotilla. Le proteste, sotto lo slogan “Blocchiamo tutto”, hanno coinvolto almeno 75 città, con migliaia di partecipanti. Gravi i disagi nei trasporti, scuole e porti. Ma quello che più conta è che le manifestazioni sono rapidamente trascese in violenze anarchiche, vandalismi e squadrismo, come quelli che hanno avuto come bersaglio il sindaco di Ferrara Alan Fabbri, minacciato da un gruppo di facinorosi.

In particolare è Milano il centro degli scontri, con l’area attorno alla Stazione messa a ferro e fuoco. Durante il corteo partito da piazzale Cadorna (circa 10-15mila persone), un gruppo di manifestanti ha tentato di forzare l’ingresso della Stazione Centrale, lanciando fumogeni e oggetti contundenti. La polizia ha risposto, causando tafferugli nella Galleria delle Carrozze e in piazza Duca d’Aosta. Segnalati danni a vetrine di negozi e banche (come UniCredit), con porte sfondate e barricate improvvisate. Danneggiate anche le pregiate cancellate in stile decò della stazione. Sette persone identificate in questura.
Assieme ai manifestanti affiliati all’estrema sinistra e ai centri sociali, numerosi maranza sono stati protagonisti delle azioni violente. Milano è una città oramai dove l’immigrazione islamica e gli islamici di seconda generazione rappresentano una minoranza particolarmente preoccupante (il 60% circa degli immigrati), come le cronache nere e la statistica criminale dimostrano.
Ampiamente permeati dalla propaganda integralista, costoro si danno a pratiche come la tarrush jama’i, ovvero le aggressioni in gruppo a donne sole, come avvenuto in varie occasioni (come a capodanno 2022). I legami fra alcune frange estremiste – come il Nuovo Partito Comunista Italiano (NPCI) e i Comitati di Appoggio alla Resistenza Comunista (CARC) – e le sigle della resistenza palestinese o del fuoriuscitismo italiano in Francia (nazione che, come sappiamo bene, dà asilo a numerosi ex terroristi extraparlamentari italiani) sono stati ampiamente dimostrati.
La saldatura dunque fra l’estremismo, la prepotenza dell’immigrazione e le frange extraparlamentari, i centri sociali, oltre al reclutamento fra questi di comuni teppisti, spacciatori e malviventi, accomunati dallo sfruttamento dell’occasione creata dal caos, genera dunque una miscela esplosiva.
Gli altri disagi causati dai pro-pal
A Bologna il corteo ha invaso la tangenziale e l’autostrada A14, bloccando entrambe le direzioni per ore. A Trieste alta tensione durante il presidio e corteo al porto (bloccato al Varco IV), con sassaiola contro le forze dell’ordine. La polizia ha respinto i manifestanti con scudi e idranti e si sono registrati feriti lievi tra gli agenti. Scenari simili a Marghera (Venezia) dove circa 10mila manifestanti al corteo hanno tentato di bloccare i varchi, causando scontri con le forze dell’ordine.
A Torino attivisti dei centri sociali “Torino per Gaza” hanno occupato i binari tra Porta Nuova e Stazione Lingotto, bloccando treni. Mentre a Napoli durante la manifestazione foto di Giorgia Meloni e Benjamin Netanyahu sono state bruciate pubblicamente e i manifestanti si sono abbandonati ad atti di vandalismo. A Roma un gruppo ha invaso la Tangenziale Est, causando blocchi. Tensione alla Stazione Termini.














