Addio a Bob Wilson, aveva portato in Italia il suo “Pessoa” in anteprima mondiale

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E’ morto all’età di 83 anni il regista teatrale statunitense Robert Wilson. Nato a Waco, in Texas, nel 1941, Wilson era recentemente stato in Italia, portando alla Pergola di Firenze il suo Pessoa. Since I’ve been me in italiano, portoghese, francese, inglese (con sovratitoli in italiano). Una felice intuizione dell’allora direttore del teatro fiorentino, Marco Giorgetti, che commissionò e produsse in collaborazione col Théâtre de la Ville di Parigi il lavoro di Wilson dedicato al grande poeta portoghese, nell’ambito del progetto comune L’Attrice e l’Attore Europei. Un progetto di ampissimo respiro, che coinvolgeva oltre alla Pergola e al Theatre de Ville, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, il Teatro Stabile di Bolzano, il São Luiz Teatro Municipal de Lisboa, il Festival d’Automne à Paris e in collaborazione con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg.

Robert Wilson

La partnership tra due grandi istituzioni teatrali aveva fatto scaturire l’idea di uno spettacolo dalla forte visione europea: questo fu il proficuo rapporto tra il Teatro della Pergola di Firenze e il Théâtre de la Ville di Parigi, che data ormai dal 2018, grazie al sodalizio tra i loro direttori, Marco Giorgetti ed Emmanuel Demarcy-Mota, ad aver generato la commissione fatta a Robert Wilson per uno spettacolo su Fernando Pessoa.

«L’idea che sia una produzione internazionale, che ci siano attori di Paesi differenti, con background culturali differenti, e che sia uno spettacolo in varie lingue – aveva detto Robert Wilson in occasione della prima assoluta in Italia – mi sembra giusta per Pessoa. Pessoa era un uomo fatto di tante diverse “persone”, era un portoghese cresciuto in Sudafrica. Come tutti noi – aggiunse il regista – era pieno di molti “personaggi”. Quindi, una maniera di approcciare questo lavoro è cercare di capire come trattare questo prisma di personalità. Nella mia testa c’è proprio un prisma con tutte le diverse personalità, i diversi aspetti di Pessoa».

Tutto parte dal lavoro per L’Attrice e l’Attore Europei, volto alla costruzione di una figura di performer capace di superare confini e barriere linguistiche e di inserirsi in cast multinazionali.

L’idea nacque perché il 2024 è stato l’anno del Portogallo, che festeggiava mezzo secolo dalla Rivoluzione dei Garofani con cui tornò la democrazia nel paese. Dunque pensare a Pessoa divenne quasi naturale: l’enigmatico poeta dai molti eteronimi, sfuggente sagoma di quella magica temperie culturale che fu il periodo tra le due guerre.

Robert Wilson aveva accolto con entusiasmo l’idea di uno spettacolo ispirato a Pessoa lanciata dal Teatro della Pergola di Firenze e dal Théâtre de la Ville di Parigi, in prima mondiale, a Firenze, dal 2 al 12 maggio 2025.

(Foto di Lucie Jansch)

«Quando comincio a lavorare, la prima cosa che faccio – raccontò Robert Wilson – è illuminare lo spazio. Comincio con la luce. Ho studiato architettura e il mio primo giorno il professore disse: “Studenti, cominciate con la luce!” È stata come una martellata nella mia testa. “Cominciate con la luce”. Una volta creato lo spazio, comincio a riempirlo. Il mio lavoro – proseguiva il regista – è questo: una costruzione di tempo e spazio. Niente di più. È una costruzione astratta che ha a che fare con cosa vedo e cosa ascolto. La ragione per cui facciamo teatro come artisti è quella – concluse – di porre delle domande. Non si tratta di dire: “È questo.” Da una parte cerchiamo di rispettare i maestri, in questo caso Pessoa, ma non vogliamo diventarne schiavi. Bisogna anche sapersene allontanare, prenderne le distanze».

“Nell’esistenza di ogni complessa macchina teatrale ci sono periodi in cui si concentrano i risultati dei molteplici percorsi di cui è fatta, la tessitura delle attività e del lavoro quotidiano di chi li abita: momenti in cui si realizza pienamente e quasi si rivela, talvolta serendipicamente, l’identità di un Teatro, lo spirito di un luogo, rendendolo riconoscibile e segnandone la storia – spiegava Marco Giorgetti, allora Direttore generale del Teatro della Toscana – Una scelta fortemente condivisa con Emmanuel Demarcy-Mota, Direttore del Théâtre de la Ville, nel solco dei principi della Carta 18-XXI, motore immobile di tutto il percorso, che è una chiamata all’impegno per il mondo dell’arte sui temi dell’ambiente, dell’educazione, del ruolo della scienza, e un sistema di valori sul quale si sviluppa il rapporto fra il Teatro della Pergola e il Théâtre de la Ville, proiettandolo in una dimensione ulteriore, realmente immaginativa di un futuro, ricostruendo i ponti ideali e i collegamenti che da tempi inimmaginabili connettono Francia e Italia, Firenze e Parigi, l’Europa e l’Africa, verso la quale si va aprendo una nuova finestra di cooperazione che ha a che fare anche con l’elaborazione di Pessoa”.

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