Arcore, scrigno di bellezza da riscoprire

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Il neo sindaco Bono vuole rilanciare la cittadina brianzola attraverso le splendide ville

Comune italiano di circa 18 mila abitanti sito a pochi km da Monza, Arcore è una delle città più belle della Brianza. L’etimologia del suo toponimo è incerta, anche se è stato ipotizzato un legame con la presenza di un tempio di Ercole, il cui culto è ben attestato nell’area: ipotesi che daterebbe così le origini dell’abitato in età romana. Proprio ad Arcore, infatti, nel monastero di Sant’Apollinare, alla fine del ‘700 venne rinvenuta un’importante epigrafe: una dedica latina a Giulia Drusilla, figlia di Germanico, leggendario e amato generale, nonché sorella dell’imperatore Caligola. La citazione da parte degli organi cittadini di questa donna è di certo segno di un legame profondo del luogo con la famiglia imperiale. Altri indizi di questa antica origine possono essere dedotti dal passaggio di un’importante strada romana, la Via Speluca, che metteva in comunicazione Milano con le province nordiche, proprio ad Arcore. Inoltre, mappe catastali del XVIII sec. sembrano mostrare ancora bene tracce della centuriazione romana. Se in età medievale è possibile che ad Arcore sorgesse un castello, è però a partire dall’età moderna che il comune conobbe la sua fortuna con la nascita di un grande patrimonio architettonico che ancora oggi resta una peculiarità cittadina: la presenza di ville signorili. Infatti, importanti famiglie del patriziato milanese edificarono qui ville di delizia, attratti dalla posizione geografica e dalla natura della Brianza. Villa Borromeo D’Adda, con la sua splendida collocazione all’interno di un parco oggi aperto al pubblico, deve la sua struttura attuale al rifacimento ottocentesco di Giuseppe Balzaretto, noto per aver curato a Milano importanti edifici e la riorganizzazione dei giardini di Porta Venezia, e agli ampliamenti di Emilio Alemagna. Di notevole interesse anche la Cappella Vela, inserita nel complesso con l’intento di custodire le spoglie della giovane moglie defunta del marchese Giovanni D’Adda a metà ‘800, che accoglie bellissime sculture e decorazioni.  Da ricordare poi Villa Ravizza, col suo giardino all’italiana, e Villa La Cazzola, sita in posizione non centrale poiché inizialmente progettata come casa di caccia. Altro edificio notevole è Villa San Martino, sorta sui resti di un monastero, di imponente impianto scenografico, oggi proprietà di Silvio Berlusconi. Un simile patrimonio, capace col suo eclettismo  di fondere stile rococò e neoclassico, è di certo per la città una grande opportunità, che sicuramente il neo-eletto sindaco Maurizio Bono, capace di strappare al centrosinsitra l’amministrazione comunale saprà sfruttare. Bono ha infatti inserito fra le priorità del suo programma proprio la Cultura, che oltre alla sua importanza pedagogica, dovrà fungere da volano economico per la ripartenza attirando turisti.

Alessandro Taddei

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