Callisto, martire della violenza comunista

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San Luigi Versiglia e San Callisto Caravario

Il coraggioso missionario difese i cristiani cinesi dalle persecuzioni di Pechino

Si arrabbiano i Cuorgnatesi, con ragione, quando su Wikipedia leggono che San Callisto Caravario è nato a Torino. Perché mai la città di Cuorgné non dovrebbe essere ricordata come luogo natale di un moderno martire e santo?

La testimonianza non manca: all’ingresso della casa di via Trento, da poco ristrutturata, una stele marmorea ricorda quell’8 giugno 1903, quando Callisto venne al mondo, ed una cappella al piano terreno ne perpetua la memoria. Cappella consacrata nel 2017 dall’arcivescovo di Hong Kong Joseph Zen, quello stesso cardinale che impavido difende i cattolici cinesi fedeli alla Chiesa di Roma dalle persecuzioni di Pechino.

Un vero passaggio di testimone, tra Zen e quel prete dall’aspetto austero e dal cuore d’oro che, adolescente, si trasferì con la famiglia a Torino, frequentando il quartier generale salesiano di Valdocco, nel quale la sua fede maturò con energia e coraggio. In quegli ambienti conobbe monsignor Luigi Versiglia, salesiano missionario dallo spirito combattivo, nel 1920 consacrato vescovo di Shaoguan. Due anime elette, votate entrambe al martirio.

Nel 1924, animato da spirito missionario, Callisto raggiunge la Cina, prima a Shanghai per imparare la lingua, poi a Timor. La collaborazione entusiasta con monsignor Versiglia è sostenuta da una fede autentica ed incrollabile, orientata a far crescere le numerose missioni cattoliche già sopravvissute, nonostante tutto, alle violente rivolte dei boxer, il cui odio anticristiano è ribadito dai comunisti che hanno nel frattempo preso il potere.

È il 25 febbraio 1930 quando don Caravario, consacrato sacerdote solamente un anno prima dallo stesso Versiglia, insieme al suo vescovo e ad alcuni giovani cinesi si dirigono in barca verso Linchow per una visita. Fermati da un gruppo di pirati bolscevichi sul fiume Beijiang, viene richiesto loro un pedaggio pesantissimo, che non riescono a pagare. La furia anticristiana dei pirati si scatena: oggetti sacri devastati, libri bruciati. E poi, quell’attenzione alle tre ragazze, che non esitano a richiedere come pedaggio. Qui, i cuori di Callisto e del suo vescovo fanno da scudo alle giovani. Sangue venerabile viene versato, e non invano: le donne, liberate dall’esercito, si salveranno e ricorderanno il martirio dei due Salesiani.

Ma un’altra testimonianza rimane, tra realtà e leggenda. Si narra che uno dei pirati rimase sconvolto da come i due affrontarono la morte: “Tutti hanno paura di morire, ma quei due sembrava che ne fossero felici”.

D’altronde Callisto, canonizzato insieme a Versiglia il 25 febbraio 2000 da Papa San Giovanni Paolo II, ricordava in una lettera alla madre, il giorno della sua ordinazione: “Sarà breve o lungo il mio sacerdozio? Non lo so, l’importante è che io (…) possa dire d’aver, col Suo aiuto, fatto fruttare le grazie che Egli mi ha dato”. Appena un anno dopo, avrebbe lasciato traccia indelebile nella storia del Cristianesimo

3 Commenti

  1. Sacro esempio di incrollabile Fede nel Signore, Vorrei poter dire la stessa cosa di me ma, ahiéée” , la fede vacilla, soprattutto nel vedere cosa é diventata al Chiesa Cattolica, col sommo pontefice in primis.

  2. Articolo veramente schifoso, la chiesa cattolica in oriente ha sempre agito come supporto agli invasori europei e americani, un infame strumento per schiavizzare e depredare le popolazioni locali. E’ come se da noi arrivassero centinaia di Ulema dall’Arabia Saudita per favorire l’invasione di arabi e nordafricani. IL PROSELITISMO VA VIETATO. Ognuno è libero di credere in qualcosa di immaginario come una religione, ma se vuole imporlo ad altri DEVE ESSERE NEUTRALIZZATO.

  3. Vorrei aggiungere che etichettare come “bolscevichi” dei cinesi è assurdo, essendo un termine che riguardava le correnti interne del PCUS, per cui è un riferimento esclusivamente russo.
    “le violente rivolte dei boxer, il cui odio anticristiano…” è stata una rivolta contro le invasioni di armate straniere che avevano distrutto la Cina. Tipicamente, come in Vietnam, prima venivano mandati i “missionari” che raccoglievano le informazioni necessarie per facilitare la conquista armata. Normale che venivano visti come agenti del nemico.
    Anche il papa polacco sognava di piegare la Cina e distruggerla, difatti voleva che il suo successore fosse un cardinale delle Filippine sperando che questo potesse influire in una rivolta contro il governo cinese.

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