ABBONATI A CULTURAIDENTITA’
In occasione del decennale di Fratelli d’Italia in piazza del Popolo a Roma, aspettando la chiusura affidata sabato a Giorgia Meloni per la prima volta nella doppia veste di presidente del partito e premier. Tanti ospiti e dibattiti: noi abbiamo seguito quello sulla Cultura e quello sulla Famiglia.
La seconda giornata della kermesse (introduzione Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera, moderatore Gianmarco Mazzi, Sottosegretario al Ministero della Cultura) ha visto una tavola rotonda con Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, Presidente del Museo MAXXI, Pupi Avati, regista, Pietrangelo Buttafuoco, scrittore, Giampaolo Rossi, Manager Culturale. Tema: “PER UN NUOVO IMMAGINARIO ITALIANO”, la sfida portata avanti da CulturaIdentità. E proprio Giampaolo Rossi nel suo intervento l’ha rievocata quando in una sala del teatro romano radunammo centinaia di operatori culturali e lanciammo l’appello sottoscritto da questi straordinari personaggi per liberare la cultura italiana: una nuova capacità per l’Italia di raccontarsi: in questi decenni l’elite culturale non ha mai voluto raccontare la vera identità della nostra Nazione, caso mai ha raccontato la sua, di identità. Questo ha deformato l’immaginario della nostra cultura, ledendo la capacità di delineare un futuro possibile. Bisogna liberare la cultura e renderla nazionale, il vero racconto della nostra identità, attingendo alla memoria che è ciò da cui si costruisce un futuro. Non bisogna aver paura di raccontare l ‘identità nazionale: l’impegno da oggi deve essere questo, liberare la cultura nazionale da ogni egemonia. Avendo due obiettivi:
1) recupero (tradizione)
2) innovazione (nuovi linguaggi)
Dobbiamo abbandonare la visione libresca della cultura e aprirci con forza alla forza dei giovani, che portano linguaggi e contenuti nuovi: il Governo e gli intellettuali dovranno dipingere un nuovo immaginario della nostra Italia. La sfida è appena iniziata.
A seguire il dibattito “ISTRUZIONE, FAMIGLIA E SPORT: CRESCERE IL FUTURO DELL’ITALIA” (introduzione Paola Frassinetti, Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione e del Merito, moderatore Nicola D’Ambrosio, Presidente di Azione Universitaria), con Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, Eugenia Maria Roccella, Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani, Paolo Petrecca, Direttore Rainews24, Edoardo Sylos Labini, Presidente dell’Associazione CulturaIdentità.
Sul palco la narrazione e la generazione del merito. Su queste premesse il ministro Valditara afferma che la scuola di oggi è classista, non promuove l’ascesa sociale: la sfida è quindi cambiare impostazione e far sì che un ragazzo di famiglia modesta si possa realizzare nella vita come il ragazzo benestante. Per realizzare ciò ed evitare la dispersione scolastica occorre creare dei presupposti fondamentali, cioè l’orientamento fin dalla scuola dell’obbligo per favorire una scelta consapevole di famiglie, studenti e docenti. Una scuola che faccia dell’orientamento il proprio pilastro è una scuola che valorizza il merito e il talento e non più classista, speranza e opportunità per i giovani.
Dall’Istruzione all’Università, il ministro Bernini ricorda lo studente Davide Giri: l’Università italiana è un’università di eccellenza ma occorre che i giovani siano messi in condizione di sapere dalle scuole superiori “cosa vogliono fare”. Oltre all’orientamento occorre far capire ai giovani che ci sono delle opportunità di cui non aver paura: queste opportunità sono il mondo. Quale parte di mondo è migliore per sviluppare il loro talento? La parola “merito” è fondamentale, significa far andare avanti chi deve andare avanti. Il Governo vuole investire sui suoi giovani e per fare questo intende stabilizzare gli effetti del PNNR per il mercato universitario creando infrastrutture immateriali con il circuito della ricerca e delle borse di studio.
Qual è nell’immaginario del ministero della Famiglia di quei giovani che nel 2023 mettono su famiglia. Ci sarà un baby Boom? Il ministro Roccella afferma che quei giovani che mettono su famiglia fanno qualcosa di trasgressivo e in controtendenza. Questo Paese si sta spopolando, non solo calo delle nascite ma calo della popolazione: ci sono sempre meno italiani. Per la Famiglia non si può dar meno rispetto a quanto si dà alle “non famiglie”. Tutta l’Europa è sotto il tasso di sostituzione, perfino la Francia. Non è quindi solo un problema di welfare per le Famiglie, ma anche culturale: in tutto il mondo occidentale non si ha più idea di fare figli come progetto di vita. La maternità non è più un valore sociale. Ognuno di noi è figlio di un uomo e di una donna ma per aver detto questo il ministro è stato attaccato dal PD: per loro dire che siamo figli di un padre biologico e di una madre che dà alla luce un bambino è una banalità elettorale. Il PD pensa forse che i figli li porti la cicogna? Non una parola del PD sull’urgenza più grande che stiamo vivendo, quella di un Paese sempre più anziano e che si piega su se stesso, senza ottimismo sul futuro, senza curiosità. Parlano di diritti, ma non dei diritti del bambino: l’inverno demografico sta diventando un inferno democratico.
Sport e Istruzione: dopo aver ricordato Siniša Mihajlović e portato il suo pensiero a tutte quelle famiglie che non si arrendono al male che colpisce i loro cari, il ministro Abodi ha illustrato il progetto del sui Ministero, la realizzazione dei I Giochi della Gioventù: un progetto di socialità scolastica, non di competizione, che metta insieme i ragazzi di tutta Italia senza distinzione di censo, arricchito di educazione civica e promozione culturale.
Che ruolo ha l’informazione per i giovani? Paolo Petrecca ha spiegato che bisogna fare le rivoluzioni culturali guardando i nostri figli. Rivoluzionare la Cultura vuol dire uniformare l’informazione ai giovani realizzare un TG kids, il TG in inglese, le rassegne stampa con talk ragionati, compresi servizi sociali come il TG in lingua ucraina: i ragazzi devono avere dei modelli culturali con valori di riferimento, imparando a scegliere fra la palestra e la play station. Trasmettiamo ai nostri figli quei valori che ci hanno portato dove siamo.

Giovani e scuole: Edoardo Sylos Labini ha illustrato il progetto delle Città Identitarie, ossatura della nostra Penisola e che il mondo ci invidia. Le piccole identità territoriali: da qui dobbiamo partire, i nostri ragazzi devono ricominciare a studiare i simboli identitari dei nostri Comuni, simboli straordinari che ancora non sappiamo valorizzare. Occorre poi educare i nostri giovani alla Bellezza, che è un valore politico da cui parte tutto ciò di cui abbiamo parlato finora: rendiamo allora obbligatorie le materie artistiche fin dalla scuola dell’infanzia. Si parla di patrioti, ma chi si ricorda di Vincenzo Peruggia che voleva riportare la Gioconda agli Italiani? Essere patriota oggi vuol dire in primis amare il nostro immenso patrimonio artistico. Pensate se, al posto di Fedez, arrivasse sul palco di Sanremo un futurista che recita le parole del Vate d’Annunzio…Questo è il nostro immaginario: ripartiamo dei nostri poeti.