La cattedrale di Notre Dame di Parigi dopo i lavori di restauro successivi al devastante incendio del 2019 riapre domani, alle cerimonie di inaugurazione seguiranno otto giorni di festa scanditi da messe quotidiane dedicate alle comunità religiose, ai commercianti, ai giovani, alle associazioni, ai vigili del fuoco e a tutti coloro che hanno lavorato nel cantiere. La cattedrale finalmente ritorna ai suoi fedeli.
Per la giornata inaugurale, Parigi si prepara ad accogliere circa 50 tra capi di Stato e di governo, inclusi leader mondiali e figure religiose di rilievo. Tra gli ospiti confermati figurano anche il presidente Sergio Mattarella e il presidente eletto americano Donald Trump.
Sono due i nomi italiani artefici dell’impresa, Carlo Blasi e Livio De Luca – il primo è fiorentino, il secondo è calabrese – per il restauro della cattedrale colpita dal terribile incendio del 2019, che provocò la distruzione del tetto della navata centrale e il crollo della Fleche, la guglia centrale opera dell’architetto d’Oltralpe Viollet-Le-Duc.
I lavori sono stati suddivisi in due fasi principali. La prima, terminata ad agosto 2021 e costata 165 milioni di euro, prevedeva la messa in sicurezza dell’edificio: fra le altre cose, i timpani e i pilastri della cattedrale sono stati fortificati, gli spazi interni decontaminati dalle polveri di piombo e le gargoglie avvolte in materiale protettivo. La seconda fase, che ha portato alla riapertura, è stata caratterizzata dalla ricostruzione degli elementi distrutti dall’incendio e il restauro di quelli danneggiati
Ricordiamo che il 15 aprile 2019 la cattedrale di Notre-Dame fu avvolta dalle fiamme. L’incendio, scoppiato intorno alle 18:50, raggiunse il culmine un’ora dopo, con il crollo della guglia, che per secoli aveva svettato a 93 metri d’altezza. L’origine delle fiamme resta ancora incerta, ma le ipotesi più accreditate incolpano una sigaretta lasciata accesa o un guasto elettrico. La cattedrale, già oggetto di interventi di manutenzione per la sua fragile struttura, era in fase di restauro esterno al momento dell’incendio. Per domare le fiamme, centinaia di vigili del fuoco lavorarono ininterrottamente per 15 ore. Tra le maggiori preoccupazioni, il rischio che le otto campane della torre nord crollassero, provocando il cedimento della torre stessa e compromettendo le mura portanti della chiesa. Alla fine, nonostante il drammatico collasso della guglia, la cattedrale riuscì a resistere, rendendo possibile l’imponente restauro che oggi ne celebra la rinascita. In un passo dell’epoca si intuisce la straordinarietà dei Vigili del Fuoco parigini.
“All’alba il rogo è domato. La cattedrale è in parte distrutta ma c’è. I Vigili del fuoco di Parigi – che il giorno dopo saranno ricevuti all’Eliseo da Macron – per tutti i francesi sono degli eroi. Da quel giorno quando passano ricevono applausi. Ce l’hanno fatta: hanno vinto. Hanno restituito all’umanità un patrimonio culturale e religioso”.
Queste tipologie di accadimento ci devono far riflettere, bisogna migliorare il livello generale di sicurezza delle cattedrali, ma anche dei monumenti classificati come monumenti storici perseguendo la strada di innalzare le misure di prevenzione in particolare nelle fasi di cantiere, ampliata da una pianificazione operativa e una protezione, che mette sempre a riparo il patrimonio architettonico, storico e culturale delle nostre “opere d’arte”.


















