Clima: catastrofismo mosso dalla grande finanza e Greta vittima di grandi interessi

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Glasgow, Scozia: al via Cop 26, la conferenza sul clima. Se perfino Boris Johnson dice che siamo spacciati (lui che è sempre stato lontano da ogni conformismo e “sentito dire”), allora qualcosa va approfondito: siamo sicuri della verità di tutte la cassandre e catastrofisti del clima? Sul numero di novembre 2019 di CulturaIdentità Alfonso Piscitelli aveva intervistato Uberto Crescenti, una vita intera dedicata a studiare la Terra, Rettore dell’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti–Pescara e Presidente della Società Geologica Italiana e autore con Luigi Mariani di “Cambiamenti climatici e conoscenza scientifica”. Proprio in nome della scienza, Crescenti ha assunto una posizione “scettica” nei confronti della ideologia che domina nei media e che vuole la Terra sull’orlo di un catastrofico surriscaldamento di origine umana. Proprio Crescenti era stato il promotore della petizione, firmata anche da Antonino Zichichi e Franco Prodi, che invocava più rigore e meno… “gretismo”.

Professore, ma perché non vuole ascoltare Greta?

Io sono un geologo abituato a studiare i cambiamenti del nostro pianeta: la geologia ci insegna che nel passato si sono alternate fasi calde e fredde. Ricordiamo il periodo caldo romano e il periodo caldo medievale.

Le tracce di queste lunghe estati storiche?

Nel periodo caldo romano degli ultimi secoli avanti Cristo Annibale valicò le Alpi con gli elefanti, attraversando passi che ora sono ghiacciati. Nel periodo caldo medievale la temperatura della Groenlandia (la “terra verde”) era più alta di tre grandi rispetto ad oggi: tremila vichinghi vi insediarono 280 fattorie…

Erano gli antenati di Greta alle prese con il surriscaldamento dell’anno Mille.

Ma dopo il periodo caldo medievale il clima oscillò verso la piccola era glaciale che grosso modo va dal 1400 al 1700. All’epoca ghiacciavano il Tamigi e i canali di Venezia. I fiamminghi nei loro quadri riproducevano persone che pattinavano sulle superfici ghiacciate. Sono semplici evidenze storiche. Se in un recente passato la temperatura è stata sensibilmente superiore e la storia ha seguito il suo corso, non si capisce perché oggi dovremmo temere la catastrofe.

Non temere la catastrofe attira però l’accusa di “negazionismo”.

È un’accusa grave con un termine dispregiativo. Noi semplicemente siamo scettici rispetto ad alcuni modelli azzardati, come quelli che attribuiscono un ruolo determinante all’anidride carbonica nel mutare il clima su scala globale. Questo assunto non è scientifico. Non vi è alcuna documentazione che possa confortare tale opinione.

Sarebbe però necessario formalizzare un modello alternativo di interpretazione dei cambiamenti climatici. Dove trovarlo?

Legga il volume collettivo curato da Fred Singer “La natura, non attività dell’uomo, governa il clima”.

Però, scusi perché “tutti i climatologi stanno con Greta” o giù di lì? È difficile negare uno sbilanciamento della comunità scientifica mondiale in favore della tesi “catastrofista”.

Cominciamo col distinguere riscaldamento e inquinamento. Il riscaldamento c’è, anche per le ragioni che le ho detto prima. A sua volta l’inquinamento c’è, è grave, ma non si combatte con una crociata contro l’anidride carbonica. Ricordiamo anche che negli ultimi anni le superfici boschive sono aumentate, la produzione agricola è aumentata.

Sì, ma quel 97% di scienziati che sta con Greta?

Una cifra tendenziosa che non rispecchia il reale dibattito. Secondo altri computi studiosi scettici e studiosi catastrofisti sono grosso modo equivalenti per numero, anzi con una prevalenza dei primi. La situazione si sbilancia per l’intervento marcatamente ideologico dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, emanazione dell’ONU, che ha diffuso le tesi opinabili del Novecento come “secolo più caldo”, dell’accelerazione dell’aumento delle temperature e dell’aumento drammatico del livello del mare. Falso, le rilevazioni rivelano che non vi è alcuna accelerazione in atto.

Però la paura che le nostre belle città di mare vadano sott’acqua un po’ rimane.

Ma sa che non vi è un rapporto diretto tra aumento della temperatura e livello del mare? 20.000 anni fa il livello dell’Adriatico era più basso di oggi. Poi è salito di un metro per secolo, per poi stabilizzarsi 5000 anni fa. Il livello di massima elevazione si è verificato prima dell’Olocene, ovvero prima della fine dell’ultima glaciazione, per una serie di concause (lo spostamento delle placche, la tettonica a zolle…) che non può essere ridotta alla semplice media delle temperature.

Quindi dovremmo tornare a concepire la “complessità”?

Certo, le cause delle variazioni di temperature sono complesse. Consideriamo anche l’attività solare, ma non solo. Per questo i programmi di simulazione al computer dei fautori del Riscaldamento Globale Antropico sono stati smentiti dai fatti.

Ma allora perché tanto allarmismo?

Perché il catastrofismo è mosso dalla grande finanza, da grandi interessi. Dietro c’è il “mercato dell’anidride carbonica” valutabile nell’ordine di centinaia di miliardi di dollari. Uno scienziato di fama come Mario Giaccio ha parlato della “finanziarizzazione del clima”, appunto per intendere questo. Quando l’alta finanza smetterà di occuparsi di clima, osserva Giaccio, allora il discorso tornerà ad essere impostato su basi scientifiche.

E Greta?

Una vittima di questi grandi interessi.

Dunque la Terra segue i suoi ritmi come se fosse un grande organismo?

La Terra è un grande organismo vivente con i suoi ritmi. Gli ecosistemi nascono si sviluppano e scompaiono. Qualsiasi parte della Terra risponde a questa legge della vita: un fiume, un monte, i bacini marini. La Terra è un organismo e il motore è il magma che sta sotto. I terremoti sono drammatici, ma se non vi fossero i terremoti la Terra sarebbe un pianeta morto. Noi dobbiamo rispettare profondamente queste forze, questi ritmi e cercare di vivere in armonia con essi. Nel caso dei terremoti, evitare i danni, difendendoci dagli effetti. Per il clima vale lo stesso discorso di adattamento armonico ed è questo il principio per una reale lotta all’inquinamento

2 Commenti

  1. Bravo! E di scienziati che sostengono le stesse (ragionevoli, fondate!) tesi ce ne sono ben piu’ di quanto si creda lggendo solo i soliti media. Il dr. Willi Soon, astrofisico ex-NASA, con le spiegazioni scientifiche dettagliate sul perche’ il clima non dipende dalle attivita’ umane, da solo ne vale 100 di questi “climatologi” svenduti, coi loro modelli basati su aria fritta.

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