Ferrara

Ferrara

Ferrara scrigno di tesori senza tempo

Dal 1999 per l’Unesco la Città del Rinascimento è Patrimonio dell’Umanità

Non c’è dubbio: l’Italia è piena di scrigni contenenti tesori di ogni tipo. Tra essi c’è sicuramente Ferrara, capoluogo del fu ducato Estense (quando divenne, grazie all’esteso ed organico sviluppo urbanistico del XV secolo, “la prima città moderna d’Europa”) ed oggi dell’omonima provincia dell’Emilia Romagna, che ha ottenuto ben due riconoscimenti da parte dell’Unesco: il primo nel 1995, quando è divenuta ufficialmente Patrimonio dell’Umanità come città del Rinascimento ed il secondo ne 1999, con la motivazione che “le residenze dei duchi d’Este nel Delta del Po illustrano in modo eccezionale l’influenza della cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale”.

Oltre ad essere una delle pochissime città italiane (le altre sono Bergamo, Grosseto e Lucca) ad aver mantenuto praticamente intatta l’antica cinta muraria che circonda il centro storico, Ferrara – sul cui nome, quanto alle origini, non c’è certezza: alcuni lo riferiscono al ferro, altri al farro, altri alle numerose fiere che vi si svolgevano – offre chi vi si reca tantissime perle. Che meritano senz’altro una visita. Ne citiamo in questa sede soltanto alcune, lasciando a chi ci andrà la possibilità di scoprire tutte le altre.

Tra le tappe che non possono mancare, oltre ad una visita alle già citate Mura e ai numerosi Musei cittadini, ci sono senz’altro quelle a Palazzo dei Diamanti (cosi chiamato per la presenza di 8500 blocchi di marmo striati di rosa che ne formano la struttura esterna), al Castello Estense (fortezza la cui prima pietra fu posata nel 1385), al Palazzo Municipale e all’antichissima – la consacrazione risale al 1135 – Cattedrale di San Giorgio, patrono della città celebrato il 24 aprile, al quale è dedicato il celebre Palio con anche gare tra sbandieratori e un grande corteo in costume.

Punto di riferimento in qualsiasi passeggiata al centro di Ferrara è Piazza delle Erbe, dal 1919 ribattezzata Piazza Trento e Trieste, luogo di mercato che oltre alla Cattedrale, tra gli altri, raccoglie attorno a sé il Palazzo della Ragione, la Loggia dei Merciai e il campanile incompiuto attribuito a Leon Battista Alberti.

Storicamente parlando, inoltre, desta sicuramente emozione passare di fronte all’epigrafe che ricorda il discorso di Cesare Battisti del 27 novembre 1914, quando il patriota trentino – si legge nella targa di marmo apposta sulla facciata del Teatro Giuseppe Verdi, oggi purtroppo dismesso – “con parola ardente auspicò la nostra guerra di redenzione”.
Gli amanti della letteratura possono poi visitare la casa che ospitò, negli ultimi anni della sua vita, il grande Poeta Ludovico Ariosto (scrisse qui, nel 1532, il suo capolavoro “Orlando furioso”). A tema letterario, inoltre, c’è il Parco Urbano dedicato a Giorgio Bassani (la sua famiglia era ferrarese), che ospita uno dei più importanti festival europei di mongolfiere e la Vulandra (festival internazionale degli aquiloni).

Un’ulteriore curiosità a proposito di questa splendida città, che nel 1998 ha stretto un patto di amicizia con varie cittadine, tra cui la dannunziana Fiume: la sua cucina ha un gran numero di specialità, provenienti da una tradizione risalente all’epoca medievale e dalla cultura contadina (come il “salame zia ferrarese”, composto da carne suina aromatizzata con sale, pepe e aglio e stagionato con vino bianco).

“La nostra è la città delle biciclette, della metafisica, del Rinascimento, dell’aeronautica e dei trasvolatori, di Copernico e dell’Università. E’ una città che ha attraversato i secoli cambiando volto e custodendo anime diverse, che l’hanno arricchita e resa una capitale della cultura. Gli estensi – ci dice con orgoglio l’assessore ferrarese Alessandro Balboni (FdI) – hanno lasciato in eredità” al mondo “una realtà di storia, architettura e letteratura invidiabile, preservata ma anche rilanciata, promossa e arricchita”. Visitare Ferrara dunque è un’esperienza da cogliere. Senza indugio.

Cristina Di Giorgi