Fedez e quando la legge dei media colpisce i VIP

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La popolarità è un’ambizione per tutti, fino a quando non ti si ritorce contro.
Non si ferma la bolla di polemica intorno a Chiara Ferragni e Fedez. Anzi, ogni giorno si alimenta di ulteriori strascichi.

Nel mezzo del caos che regna in famiglia, con Chiara Ferragni indagata per il Pandorogate, ecco che Fedez è incappato in una delle sue incredibili gaffes. Per difendersi dagli attacchi di un hater, che aveva usato parole di odio verso il figlio della coppia, il rapper ha mostrato nel suo podcast Muschio Selvaggio il volto dell’attaccabrighe che nessuno aveva mai visto. Fedez lo aveva recuperato dopo una laboriosa ricerca. Peccato che la foto mostrata non appartenga all’hater ma a una persona del tutto estranea alla questione: così Fedez crea un nuovo caos generando una calunnia che non merita giustificazioni. E dire che questi dovevano essere i nuovi geni della comunicazione: nell’ultimo mese hanno fatto peggio di qualunque boomer col Commodore 64

Nel frattempo, sul web tornano attuali le immagini dei 30 anni di Fedez, festeggiati nel 2019 in un supermercato con tanti amici e parenti e la voglia smodata di lanciare allegramente ortaggi e panettoni (sempre ‘sti “maledetti” dolci natalizi!). Accusati di sprecare cibo e fare sfoggio della propria ricchezza, anche in quell’occasione i Ferragnez si difendevano sostenendo che parte del cibo sarebbe stata omaggiata in beneficienza a persone bisognose. Fino a qualche tempo fa c’era solo il ragionevole dubbio che i prodotti offerti non fossero quelli lanciati e quindi magari rotti da Fedez. Ora sono in tanti sui social a mettere in discussione la vera destinazione di una sbandierata filantropia.

C’è poco da fare gli indignati da parte loro perché i cronisti li attendono sotto casa: quando usi la parola beneficienza per riempirti la bocca e mettere a tacere ogni polemica, devi immaginarti che questa ti si ritorca contro appena arriva un’indagine a mettere in dubbio la tua buona fede. 

Qualche giorno fa Stefano Zecchi descriveva la Ferragni come la Wanna Marchi di oggi. Paragone forte ma non troppo azzardato. La coppia Ferragni-Fedez è in ordine di tempo solo l’ultimo dei casi mediatici a infrangersi contro il muro dell’improvvisa impopolarità. In passato è accaduto a molti. In tante situazioni si è trattato di clamorosi errori giudiziari (Enzo Tortora, Gigi Sabani, Valerio Merola, Sophia Loren su tutti), in altre di eccellenti delusioni. Tutti personaggi dall’indiscussa morale che, quando coinvolti da un’indagine più o meno fondata o scomodi fuorionda, diventano meno interessanti per i media, che li mettono in un angolo almeno per un po’. Con una legge del contrappasso, spesso crudele, ma inevitabilmente da accettare.

Flavio Insinna avrebbe fatto volentieri a meno delle polemiche innescate da audio pubblicati da Antonio Ricci, in cui si lamentava con veemenza dei concorrenti del suo quiz.

Gino Paoli, Tiziano Ferro, Gianna Nannini e tanti altri cantanti pizzicati dal fisco dovettero rimandare di qualche tempo le uscite dei loro dischi quando emersero indagini che li riguardava. Persino la carriera di Pippo Baudo e Rosanna Lambertucci, quando a metà anni ‘90 li trovavi costantemente sul piccolo schermo, subì una brusca frenata per indagini legate a pubblicità e a presunti pagamenti sottobanco

La buonanima di Marco Pantani si vide cancellare dalle tv ogni spot che lo riguardava all’indomani della clamorosa estromissione dal Giro d’Italia 1999. Anche numerosi imprenditori hanno dovuto rispondere di falso in bilancio dopo avere fatto sfoggio di infallibili strategie economiche. Da quel momento sono spariti nel nulla.

Insomma la regola del jet set è sempre quella: quando ti sei creato una reputazione, non puoi sgarrare proprio sui tuoi principi, altrimenti la paghi con gli interessi. È questo il motivo per cui tutti temono Antonio Ricci, che da sempre punta proprio a indebolire i punti di forza di ciascuno.

In tutti i casi sopracitati, però, i personaggi coinvolti hanno lavorato alla loro difesa a testa bassa. Fiduciosi nella giustizia e nella loro buona fede. È stato lo stesso atteggiamento adottato da Edoardo Costa, pure lui coinvolto anni fa in una beneficienza forse mai davvero concretizzata. 

I Ferragnez, invece, no. Loro attaccano, con la presunzione di chi deve avere l’ultima parola e urlare per avere ragione. Con la rabbia di chi comprende che ora qualunque ambizione politica dovrà venire meno. Cercano di spostare l’attenzione su altri casi di cronaca giudiziaria, come se questo li legittimasse a sentirsi meno colpevoli. Non comprendendo che proprio così alimentano dubbi.

Torniamo al paragone di Stefano Zecchi fra la Ferragni e Wanna Marchi. Paragone forte, ma appropriato. Non tanto per quanto commesso (corretto rimanere garantisti fino alla fine), quanto per l’atteggiamento sfrontato contro il mondo, che sta caratterizzando in particolare il marito, assetato di denaro e visibilità. Proprio come Wanna Marchi. Se poi le accuse venissero confermate, hai voglia a dar contro al filosofo

Oscar Wilde diceva che parlar male di qualcuno è spaventoso,  ma ancor peggio è non parlarne. Ecco, si godano ancora questi momenti di popolarità Ferragni e Fedez, prima che arrivi l’inevitabile oblio.

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