Cento anni fa nasceva Achille Togliani. Celeberrimo cantante italiano. Nato il 16 gennaio 1924 a Pomponesco, in provincia di Mantova, e scomparso il 12 agosto 1995, Togliani è stato una figura cardine della musica leggera italiana. La sua carriera musicale ha avuto inizio durante gli anni del dopoguerra, e protagonista di festival – come Sanremo – e del cinema, è stato uno dei primi cantanti italiani a interpretare il genere swing, influenzato da sonorità internazionali.
I suoi successi sono innumerevoli e hanno segnato un’epoca: da “Bambina innamorata“, a “Come pioveva“, da “Violino tzigano” a quello che è sicuramente il suo brano più conosciuto: “Parlami d’amore Mariù“, rifacimento di un brano degli anni Trenta.
Nel corso della sua carriera, Achille Togliani ha contribuito a definire lo scenario musicale italiano del suo tempo, diventando una figura stimata nel panorama della canzone leggera. Oggi, nel centenario della sua nascita, CulturaIdentità vuole ricordarlo con un articolo sul docufilm diretto dal figlio Adelmo e Daniele Di Biasio che ripercorre la storia della voce che incantò l’Italia.
Le sue non erano semplici canzoni, ma vere dichiarazioni d’amore. Con la sua voce di velluto incantò l’Italia intera e poi i teatri di tutto il mondo. Tanto amato da quell’America degli italiani in cui i versi di Parlami d’amore Mariù e Signorinella Pallida Dolce rievocavano, come nodi al fazzoletto, una terra lontana e mai dimenticata. Achille Togliani è stata la voce più romantica del Belpaese che “correva avanti ma guardava indietro”, sfinita dalla guerra e che, a metà decennio, aveva cominciato lentamente a risvegliarsi. A raccontare la sua parabola d’arte e di vita il docu film Parlami d’amore scritto e diretto da Daniele Di Biasio e Adelmo Togliani, figlio di Achille. Una coproduzione Rai Documentari e Santa Ponsa Film, realizzata con il patrocinio di Accademia Togliani, presentato in anteprima fuori concorso al 40° Torino Film Festival, fa parte della collana Ritratti di Rai Documentari. Quarant’anni di storia testimoniate da immagini attinte a Rai Teche, Istituto Luce, Cineteca Nazionale ma anche inedite dell’Archivio Togliani. E’ la voce di Achille che ci accompagna in questo viaggio lungo decenni, al ritmo di quelle che con leggerezza chiamiamo “canzonette”, specchio di una rivoluzione sociale che trasformerà profondamente il nostro Paese. Totò, Macario, Virna Lisi, Alberto Sordi, Raffaella Carrà, Sandra Mondaini… scorrono i divertenti siparietti assieme ai suoi compagni di avventura. Il cantante-attore, bello tanto da far girare la testa a Sophia Loren, che all’epoca si faceva chiamare Sofia Lazzaro. I due si incontrarono sul set di Fotoromanzo e conclusero dopo tre anni la loro chiacchieratissima storia d’amore.
Diplomato al centro sperimentale di cinematografia, tentò la strada del cinema (fu compagno di mostri sacri come Giuseppe De Santis, Pietro Germi, Antonioni e Pietrangeli) interpretò pellicole come Via delle cinque lune (1942) e in seguito La bella addormentata e Domenica è sempre Domenica. Tra il 1945 e il 1959 Achille girava con una 16mm filmini amatoriali. Scene di vita quotidiana, stralci di suoi concerti, back stage sul set dei fotoromanzi e trasmissioni televisive a cui partecipava. “Ho incollato tutta la mia carriera su di un album e quando rivedo quei ricordi non mi rattristo”: l’eterno Principe Azzurro della canzone popolare italiana ha superato persino la crisi del rock e quella febbre “esterofila” che per decenni ha influenzato i gusti degli italiani. Valeria Fabrizi, Caterina D’Amico, Daisy Togliani, Franco Bixio, Dario Salvatori, Fabio Frizzi, Mirko Dettori, Simone Calomino sono le voci che testimoniano, nel documentario, quanto l’esperienza di Togliani sia stata unica nel panorama nazionale. E’ dalla stessa voce di Achille, dalle interviste che rilasciò negli anni, che scopriamo quanto la sua fama sarebbe divenuta planetaria, divenendo un simbolo dell’Italia e della musica italiana nel mondo. Portò le sue canzoni in Australia, Canada, negli Stati Uniti, poi a New York con un concerto sold out che conquistò anche il cuore degli americani. Sono numerose le immagini inedite riproposte dal docu film di Di Biaso e del figlio Adelmo. Achille era impegnato nei suoi concerti in terra americana e come in un diario Adelmo rilegge con emozione le impressioni del padre su una metropoli tentacolare come New York: “… Non avevo mai visto tanti taxi, non avevo mai visto un traffico così ordinato, non avevo mai visto tante persone vestite così male”.
E poi il leggendario incontro con la bionda Marilyn. Con lui il ruolo del cantante melodico evolve sia dal punto di vista della gestualità sul palco che della tecnica interpretativa. Un innovatore seppe utilizzare con arte il microfono come un vero e proprio strumento. Un sussurro, dunque, può essere fondamentale e non basta più solo la semplice potenza di emissione, ma la capacità di interpretare caricando la voce di sfumature. “Siamo stati davvero dei pionieri – racconta in una delle sue ultime interviste. Oggi i cantanti hanno una vita più facile. Allora c’era la radio, non si poteva tagliare e ricucire: si cantava in diretta, senza basi”. Irripetibile sussurratore di arie d’altri tempi, scomparso nel 1995, nonostante non avesse mai vinto Sanremo, s’inorgogliva ricordando la prima leggendaria edizione, nel 1951, in cui fu protagonista assieme a Nilla Pizzi e al Duo Fasano. Quest’anno sono i cento anni dalla sua nascita e il Festival della Canzone Italiana dovrebbe dargli il giusto tributo: ”Dimentichiamo quello che viene dall’estero – questo il suo ultimo appello alla nuova generazione di interpreti – torniamo a scrivere la canzone italiana, noi abbiamo bisogno di melodia”.