Il Toro di Papasidero nella grotta del Romito

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Il toro è stato oggetto di un vero culto religioso come un esemplare particolare della specie animale, su cui si proiettano complesse idee religiose, in una durata di spazio temporale sin dei tempi della preistoria. La sua raffigurazione come immagine sacra ha inizio nel paleolitico, quell’età della pietra che va dai 35.000 anni ai 10.000 anni fa. Un esempio lo possiamo ritrovare nel Toro di Papasidero, piccolo paesino della Provincia di Cosenza di circa 700 abitanti, nella grotta del Romito, immensa nel Parco nazionale del Pollino in Calabria, risalente al Neolitico, all’incirca 10.500 anni fa. La scoperta avvenuta nel 1961, ha permesso di consentire e ripercorrere le abitudini e lo stile di vita sociale, nonché l’ambiente in cui visse l’homo sapiens ponendo luce sulle vicende preistoriche della Calabria settentrionale, prova evidente che essa era una terra abitata già 20.000 anni fa. Le caverne abitate dall’uomo sapiens sapiens, popolazioni di cacciatori, ci restituiscono molteplici immagini di animali tra cui molti tori, segni astratti e poche figure umane. Il toro era un animale da sacrificio costoso, quello più utile fra tutti gli animali raffigurati, per la quantità enorme di carne ma anche per il materiale osseo che serviva a produrre lance e arpioni e la pelle veniva utilizzata per abiti, tende e imbarcazioni. Ma l’uomo che visse nella grotta del Romito della razza cro-magnon, non sapeva allevare animali, non era agricoltore e non lavorava ancora la ceramica. Il disegno del Toro è uno stupendo graffito su pietra che presenta le corna rivolte verso l’alto, i particolari marcati come narici, bocca, orecchio e occhio socchiuso, le pieghe cutanee del collo molto evidenti con le zampe, gli zoccoli e la coda ben definiti e incisi. Su un altro masso sono visibili altri schizzi di Tori incompleti. Diversi scheletri sono stati ritrovati a poca distanza dal graffito del toro, e la grotta rappresenta una importante e suggestiva meta turistica. Interessanti reperti rinvenuti a Papasidero si trovano nel Museo Nazionale di Reggio Calabria ed altri presso il Museo Fiorentino di Preistoria, insieme a diverse centinaia di schegge litiche trovate nei vari strati della grotta.

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