Il filosofo Emanuele Franz trasforma la sua condizione autistica in una potente risorsa creativa, sfidando un mondo non pensato per lui
L’autismo non è un confine, né una menomazione. È una peculiare e intrinseca architettura neuronale, una sorgente di potenziale creativo che attende solo di essere compresa. Questa è la tesi rivoluzionaria portata alla luce da Emanuele Franz, filosofo friulano eccentrico e autore di oltre 40 volumi di poesia e filosofia, che ha fatto della scoperta della propria neurodivergenza non un punto di arrivo, ma un vigoroso punto di partenza.
La storia di Franz è un potente manifesto sull’identità ridefinita e sulla forza di volontà che non accetta etichette limitanti. L’autore incarna la figura del neurodivergente come vero e proprio “creatore”: una mente che pensa, percepisce e, di conseguenza, dà forma al mondo in modo unico. La sua prolificità – testimoniata dalle sue vaste opere – non è un caso, ma l’espressione diretta di un potere creativo interiore in costante fermento, capace di generare un linguaggio e prospettive altrimenti inaccessibili alla neurotipicità.
Emanuele Franz non si limita a teorizzare; vive e testimonia come l’ipersensibilità sensoriale, spesso percepita come un peso (quel dolore fisico causato da luci e rumori intensi che rende “quasi impossibile” la vita quotidiana), sia in realtà il prezzo di una percezione amplificata, un radar esistenziale che, se canalizzato, offre intuizioni di inestimabile valore alla comunità.
Nel suo libro “L’Io autistico. Tra esperienza personale e riflessione filosofica” (Audax Editrice 2025) Franz ha utilizzato la sua esperienza narrativa per denunciare con veemenza l’ipocrisia dell’inclusione virtuale” che maschera una segregazione reale.
La vera battaglia, secondo il filosofo, non è curare una presunta “malattia”, bensì superare la resistenza di un sistema sociale rigido e miope. La sua azione è mossa da una ferrea forza di volontà che si oppone alla narrazione della sofferenza, trasformando la vulnerabilità in una campagna sociale energica. Il soggetto autistico non è sofferente per la sua condizione, ma lo diventa quando è costretto a vivere in un mondo che non è stato pensato per accogliere la sua neurotipologia.
Superando i drammatici fatti di cronaca che vedono soggetti divergenti vittime di abusi e violenze, Franz chiede non compassione, ma riconoscimento: una lotta per un’inclusione più onesta e un dibattito che possa finalmente portare la società a beneficiare appieno di queste prospettive uniche. La sua presenza in Senato simboleggia la vittoria della determinazione personale sull’ostacolo sistemico, un invito a ogni individuo a trasformare le proprie divergenze nella propria più grande risorsa.


















