100 anni fa il “Natale di Sangue”: foto e documenti inediti

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Nasce per condurci, il volume La sola ragione di vivere (Passaggio al bosco, 198 pagine). Quattro autori (F. Carlesi, E. Grego, M. Micich, M. Runco) e un curatore (Emanuele Merlino) ci guidano nella dimensione della “poetica rivoluzione” che fu Fiume. Si attraversa la storia di quel moto nazional-patriottico che alimentò un ardore fecondo, portò all’autonoma reggenza e si sedimentò in un costituzionalismo di marca sociale che produsse uno dei primi esperimenti di corporativismo.

Oltre agli interventi degli autori, il libro presenta fotografie e documenti inediti del Natale di Sangue e, soprattutto, “La carta del Carnaro” – nella duplice versione di De Ambris e d’Annunzio -, il “Nuovo ordinamento dell’esercito liberatore”, “Il donatore in ginocchio”, “La fiamma intelligente” e “Il discorso della riconciliazione”, con il quale il Vate chiuse la guerra fratricida del Natale 1920 che portò alla fine della Reggenza del Carnaro. Discorsi e poesia che spronarono, convinsero, crearono appartenenze; ma Fiume, oltre che versi, fu gesta e concretezza: laboratorio sociale, patria per i lavoratori e culla per i principi del lavoro. Motivo per cui si tratta ancora oggi di una parabola concreta, capace di mettere d’accordo anime contraddittorie e momenti di pensiero polarizzati; e capace, perciò, di ispirare esperienze reali e pragmatiche come quella dell’Istituto “Stato e Partecipazione” ricordato nel volume. Testimonianza, quest’ultima, che il perdurare dell’impresa è effettivo: aveva ragione d’Annunzio quando disse “Che m’importa d’esser vinto nello spazio se sono destinato a vincere nel tempo?”.

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