C’era una volta il Dams di Imperia. Esisteva, una volta, l’ambizione e la volontà di portare la storia del cinema e della musica presso il Polo Universitario, per farla conoscere, dal vivo, agli studenti. Così, grazie al Prof. Eugenio Buonaccorsi, personaggi illustri quali Paolo Villaggio, Dario Argento, Gino Paoli, Giuliano Montaldo tennero delle lezioni aperte al pubblico nell’estremo ovest ligure.
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Proprio nel 2005 ricordo la lezione tenuta da Giuliano Montaldo. Conoscevo pochi film del regista, da studente ventenne ero lì ad assistere alla lezione di un decano del cinema e, insieme ai miei compagni universitari, a riprendere con la telecamera l’evento.
Ricordo ancora adesso la persona, un omone buono del cinema che chiacchierava amabilmente con dei ventenni con ancora qualche brufolo sulle guance. Ricordo che parlammo subito della nostra passione, il Genoa, passione ritenuta dal maestro un “virus”, rimarcando il nostro abbonamento annuale ai patimenti, di gente “che ha bisogno di passione, entusiasmo”, che si nutre di adrenalina.
Genova e il Genoa per passare alla lectio di Sala Eutropia, dove parlò delle riprese di Achtung! Banditi!, del 1952 e delle sue esperienze di attore, la Val Polcevera resistente come location del film di Carlo Lizzani.
Gli aneddoti sul commovente e potentissimo film Sacco e Vanzetti (1971), il famoso monologo di Gian Maria Volonté dove Montaldo ricordava: “In genere Gian Maria si preparava così tanto che quasi sempre era buona la prima girata. Facendo una prova sulla sua difesa finale in Sacco e Vanzetti […] gli dissi, io la faccio tutta unita, non faccio stacchi. Farò un leggero movimento di macchina indietro, ma tu devi sentirti libero, e non vincolato agli attacchi e agli stacchi ma che sia tutta una produzione della tua classe d’attore, del tuo temperamento. La prova che fece fu esemplare. E quindi era pronto. L’abbiamo girata a Roma e quindi le due guardie alle sue spalle erano due generici romani, con la faccia giusta per essere di quelle parti e allora lentamente il carrello va indietro… La prima perfetta e scopro che c’è la guardia che piange. “Stop! ma tu piangi?”, “Eh… a me me commove questo…”.
Sempre del film Sacco e Vanzetti, in quella occasione mi rimase impressa nella mente e qualche volta mi torna in mente come un mantra quando vedo mia figlia giocare con i suoi balocchi, un passaggio della lettera di Nicola Sacco, interpretato da Riccardo Cucciolla, “Ricorda figlio mio, la felicità dei giochi non tenerla tutta per te, cerca di comprendere con umiltà il prossimo, aiuta il debole, aiuta quelli che piangono, aiuta il perseguitato, l’oppresso. Loro sono i tuoi migliori amici”.
Queste reminiscenze affiorano dopo aver appreso questa mattina della morte del regista, ricordi che mi spingono a cercare in qualche cassetto di casa le cassettine mini dv con impressa la registrazione della lezione di quella primavera del 2005, di quel giorno indelebile per un amante del cinema.