“Resilienti e fiduciosi, ripartiremo con ancora più entusiasmo”

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Una vita nelle discoteche che lo ha incoronato il re della house music. Joe T Vannelli è uno dei dj più conosciuti al mondo. Orgoglio italiano per il popolo della notte. JTV, nonostante il lockdown che ha colpito i locali da ballo, non si è scoraggiato e da qualche mese ha lanciato sui suoi canali social alcune serate in cui suona la migliore musica house in luoghi suggestivi. Un modo per cercare di tenere il contatto con la realtà, non scoraggiarsi e far conoscere il meglio dell’Italia. Il creatore di Supalova, un format di serate e una compilation apprezzato da milioni di persone, non si arrende. «Il sentimento che mi ha sempre pervaso – dice a CulturaIdentità -, nella vita personale e di artista, è quello dalla resilienza e oggi più che mai dobbiamo resistere con determinazione creando oggi i presupposti per la ripartenza che ci sarà. In questo periodo terribile dobbiamo guardare più a quello che abbiamo, rispetto a quello che ci manca, tenerci cari gli affetti, la passione, l’amore e la musica. Dobbiamo utilizzare il nostro tempo per ideare e creare dei progetti concreti per il futuro, tutto parte da noi».

Joe T Vannelli, i locali sono chiusi e le città sono spettrali. La pandemia ha inferto un colpo durissimo alle discoteche. Come si riprenderà il mondo dei locali da ballo? 
«Abbiamo tutti voglia di tornare ad avere il contatto con il pubblico, quell’emozione mi manca molto, credo che appena avremo l’autorizzazione a riprendere i live in discoteca ci sarà una grande rinascita per il settore, che non dimentichiamo è in forte crisi da oltre dieci anni».

Lei sta affrontando questo momento con serate seguitissime sui social che fanno ballare da casa. Si è aperta una nuova fase? 
«La possibilità di fare dei live sui social e lo streaming esistono da anni, dal canto mio ho solo cercato di adattarmi al momento che stiamo vivendo, cercando di trovare una nuova “formula” per continuare a suonare e a portare un messaggio positivo per i miei fans. L’esperienza virtuale non potrà mai sostituire quella reale, ma si fa di necessità virtù, e in questo momento so che le persone che seguono le mie dirette le attendono di settimana in settimana per trascorrere due ore in maniera più spensierata, lasciando volare il pensiero insieme alla musica».

Dimore storiche, castelli, terrazze panoramiche e viste mozzafiato. Non manca niente nelle sue dirette. Un modo anche per far conoscere di più e meglio l’Italia? 
«Questo progetto del “Joe T Vannelli Live on Tour” mi sta facendo riscoprire, o scoprire per la prima volta, luoghi stupendi, abbiamo un territorio meraviglioso, lo dobbiamo ricordare sempre, lo dobbiamo amare e curare. Altro elemento che ci tengo a sottolineare è il supporto e la solidarietà delle persone. Da Lampedusa alle Dolomiti ho avuto a che fare con persone disponibili e appassionate, che hanno capito il senso del progetto e mi hanno aiutato a farlo crescere settimana dopo settimana».

Qual è stata la serata più bella di questo periodo di chiusura forzata delle discoteche? 
«Tutte le dirette hanno avuto la loro particolarità e la loro unicità, non posso scegliere. Sono tutte “figlie mie”» .

Nel 1996 lei ha prodotto il brano Children del compianto Robert Miles che ha venduto oltre cinque milioni di copie. Nei mesi scorsi Fedez è uscito con un pezzo che ha come base proprio “Children“. Lei ha espresso forti perplessità… 

«Non ho apprezzato che il nome di Robert Miles sia stato utilizzato sulla copertina affianco a quello di Fedez. Reputo eticamente e artisticamente scorretto apporre il nome di un artista scomparso, senza quindi la sua autorizzazione, utilizzando il brano originale per il lancio di un nuovo brano che deve scalare le classifiche di like e di download. È come se io realizzassi un brano con la base originale di Michael Jackson e facessi uscire il disco scrivendo “Joe T Vannelli e Michael Jackson”. La vedrei più come una mossa pubblicitaria che artistica».

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