Un volto giovane di Puglia e del Sud è quello di Maria Giovanna Depalma, giornalista appassionata di storia e cultura italiana, candidata per la Lega alle comunali di Palo del Colle (Città metropolitana di Bari), attivista e dirigente in Puglia del partito di Matteo Salvini. Studiosa con all’attivo molta pubblicistica di storia, specie contemporanea, offerta con spirito di buona divulgazione e agile fruibilità da parte del lettore.
Dalla cultura alla politica il passo è breve. Cosa ha spinto una giovane giornalista come te a candidarsi?
Ritengo che la politica e la cultura viaggino di pari passo. Al giorno d’oggi, dove l’anti politica ha lasciato il posto alla mala politica e al qualunquismo, c’è bisogno di riportare la cultura all’interno degli organi istituzionali a tutti i livelli. Per questo è fondamentale amministrare con le idee chiare e valori ben precisi. La politica non si può improvvisare. Occorrono tanto studio, passione, militanza. Qualità che non possono essere acquisite da un giorno all’altro. Il rischio, ad esempio, è quello di ritrovarsi al ministero che fu di Giovanni Gentile, tale Lucia Azzolina. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e non possiamo far finta di nulla.
Potendo sintetizzare quali sono i temi che ti stanno più a cuore?
Senza dubbio le politiche sociali, il lavoro e la sicurezza. Sono tre settori in cui la politica, specialmente nel meridione, stenta a dare delle risposte concrete alle sacrosante richieste dei cittadini. Tra l’altro come pensiamo di poter fermare l’emigrazione al nord o all’estero dei nostri giovani più promettenti se le istituzioni non agiscono per offrire opportunità concrete di lavoro qui al sud? Per non parlare poi della sicurezza e del welfare state: l’accoglienza deve essere regolarizzata se non si vuole far scoppiare una bomba sociale e, di pari passo, per ciò che concerne lo Stato sociale – e non l’assistenzialismo fine a se stesso – è necessario dare priorità ai cittadini italiani. L’accoglienza a tutti i costi, proposta da una certa parte politica, ha una pesante ricaduta a livello sociale e non possiamo permetterci di sottovalutare ancora per molto questo problema.
Ci dici tre figure, la cui personalità è o è stata modello per te e che ti sentiresti di indicare alla tua generazione?
La prima senz’altro è Gabriele d’Annunzio le altre due sono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il motivo è presto detto: il Vate rappresenta il modello di poeta-soldato che cento anni fa, a Fiume, fu autore e promotore della Carta del Carnaro: quella che molti ritengono ancora oggi “la costituzione più bella del mondo”. Falcone e Borsellino invece rappresentano i modelli da seguire per riportare la buona politica, pulita, spinta da un profondo “Senso dello Stato”, all’interno delle istituzioni e al servizio dei cittadini. In un momento storico nel quale i nuovi “modelli” giovanili sono rappresentati dai protagonisti di Gomorra dovremmo riproporre figure come i due magistrati-eroi assassinato dalla mafia. Se l’Italia andasse in questa direzione torneremmo senz’altro ad essere un grande Paese.
Perché un elettore dovrebbe votare Maria Giovanna Depalma?
Perché io mi candido a rappresentare la voglia di riscatto dei tanti giovani del sud che hanno dovuto provare sulla propria pelle il dramma dello sradicamento, dal proprio territorio e tessuto sociale, dalle proprie famiglie e dai propri affetti, per potersi costruire un futuro dignitoso altrove. Perché io vorrei poter rappresentare quella politica, di cui parlavo prima citando Falcone e Borsellino, libera dal condizionamento di ogni sorta, dal clientelismo, dal nepotismo, dall’interesse di pochi a discapito della collettività. Tutto ciò ha condannato allo spopolamento questo territorio ed ora più che mai c’è bisogno di dare fiducia a chi ha idee, cuore e coraggio da mettere a disposizione della comunità; a chi fortunatamente non vive di politica e vuole dimostrare che c’è una possibilità per tutti in Italia e al sud, non solo per i raccomandati a cui siamo stati purtroppo abituati fino ad oggi.
Dato che si parla di cultura, qual è il tuo libro preferito e quale libro, in tempi di elezioni, un buon politico dovrebbe avere sulla propria scrivania?
Ultimamente ho avuto modo di approfondire un tema che mi sta particolarmente a cuore perché ritengo che a livello politico debba rappresentare, per un buon politico, la battaglia delle battaglie ovvero l’analisi e il contrasto di qualunque accordo, più o meno taciuto, con il crimine organizzato meglio noto come ”Trattativa” Stato-mafia. In tal senso un libro molto interessante è quello scritto dall’ex Pm di Palermo Nino Di Matteo dal titolo “Collusi. Perché politici, uomini delle istituzioni e manager continuano a trattare con la mafia”. Questo si sposa con un altro libro che tutti gli appartenenti alle istituzioni dovrebbero leggere e conservare: “Cose di Cosa Nostra” di Giovanni Falcone. Quest’ultimo, prima di essere assassinato dalla mafia, ha lasciato un monito a tutti noi: “Ci si dimentica che il successo delle mafie è dovuto al loro essere dei modelli vincenti per la gente. E che lo Stato non ce la farà fin quando non sarà diventato esso stesso un <<modello vincente>>”. La politica che si rispetti, soprattutto al sud, deve farne tesoro e ripartire da qui.