Miguel Angelo Zotto: tra musica e parole la storia del tango al teatro

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Lasciateci leggere e danzare: sono due divertimenti che non potranno mai fare del male al mondo. Lo diceva Voltaire, uno che di diritti umani e libertà se ne intendeva al punto da farne il cardine del suo pensiero filosofico. Dopo quasi tre secoli da quella affermazione, siamo in effetti tutti d’accordo sul fatto che la danza appartenga alla cultura e che come tale possa solo essere energia positiva, capace di fare esplodere l’anima nella sua pienezza, agevolando persino l’incontro con altre persone e relative emozioni. 

Ecco dunque che arriva a Milano al Teatro Manzoni, dal 23 al 25 maggio, “Tango. Historias de Astor”, un grande evento tra danza e musica, che vedrà protagonista Miguel Angelo Zotto. Lo straordinario ambasciatore del tango argentino a livello mondiale omaggerà così il grande Maestro Astor Piazzolla, con l’occasione di festeggiare i propri 40 anni di carriera.

Le date milanesi non sono casuali: il 25 maggio, infatti, è il “Día de la Patria”, con cui si ricorda la Rivoluzione di maggio del 1810, primo passo verso l’indipendenza argentina. E di rivoluzione la storia del tango ne sa davvero molto, grazie all’apporto fondamentale proprio di Astor Piazzolla. Il famoso musicista definiva infatti il tango classico come triste, drammatico, forse persino noioso e ripetitivo, ma mai pessimista. Fu lui il fautore principale di una nuova chiave di interpretazione di questo genere musicale, trovando ambienti e contesti diversi perché si potesse esprimere.

Il tango è ottimista, proprio perché rivoluzionario. La musica infatti ha spesso un senso nostalgico e spesso il tango nella sua prima fase aveva quei toni.”, dice Zotto riferendosi alle parole del suo mentore, “Negli anni 40, però, Piazzolla insieme all’amico compositore Carlos Gardel scoprì un nuevo tango, che univa jazz e musica colta, con l’obiettivo di suonare non solo per essere ascoltato, ma anzitutto per la passione. La rivoluzione totale la fece quando negli anni ’60, con l’avvento del rock ‘n roll, gli arrivarono testi da Horacio Ferrer. Da quel momento cambiò tutto il sistema. Inizialmente i ballerini del tango classico non si identificavano con questa novità, così si crearono anche non poche polemiche, ma è proprio lì che la danza scoprì un nuovo ruolo artistico nella vita sociale di tutto il mondo”.

Tango, Historia de Astor è dunque prima di tutto una festa musicale per una forma d’arte sofisticata e immortale, trasformata profondamente proprio da Astor Piazzolla e Miguel Ángel Zotto, capace di unire quella danza da “sala” a coreografie teatrali assolutamente narrative.

Rappresentato per la prima volta a Trani nel 2021, in occasione del centenario della nascita di Piazzolla, lo spettacolo è innanzitutto un viaggio emotivo e artistico che, alternando musica e narrazione, parte dalle radici italiane della famiglia Piazzolla, per proseguire con l’infanzia tra Argentina e New York, attraversando l’amicizia con Carlos Gardel e l’epoca d’oro delle grandi orchestre e giungendo fino alla rivoluzione del nuevo tango. Sullo sfondo, immagini d’epoca verranno proiettate a rievocare l’atmosfera di una Buenos Aires che andava via via a crescere.

Si parla dunque anche di Argentina, delle contraddizioni di un Paese società argentina e delle sue contraddizioni: “In Argentina si può cambiare tutto, ma non il tango”, diceva appunto Piazzolla, che Zotto ricorda per essere stato colui che a fine anni ’80 gli affidò le coreografie dell’allestimento di Broadway di Maria de Buenos Aires, opera-tango su libretto di Horacio Ferrer.

In scena con Zotto anche la sua compagna artistica Daiana Guspero e altre quattro coppie di ballerini professionisti della compagnia Tango X2: Gonzalo Cuello e Andrea Kuna, Ludovica Antonietti e Cristian Luna, Matteo Antonietti e Ravena Abdyli, Suria Lopez Echeverria e Mauro Rodriguez. A cantare dal vivo sarà Luca Gaudiano, che intepreterà brani suonati dalla  Tango Sonos Orquesta; mentre il racconto sarà affidato a Jessica Lorusso, nome noto soprattutto nei musical e qui pronta a impersonare un “angelo del tango”. Sì, perché questa danza ha senz’altro richiami persino spirituali: lo testimonia un estimatore molto particolare, come ci racconta Zotto: “Papa Francesco era conoscitore della nostra cultura generale del tango e del folklore. Non solo suonava lui stesso la chitarra durante la messa, ma era grande conoscitore anche del ballo e in più di un’occasione sottolineò come ballando un tango si possa sentire l’anima di un’altra persona nella sua totalità, quindi persino nel suo silenzio”. Il tango vuol dire dunque anche ballare nel silenzio delle nostre anime, ascoltandoci nell’intimità: ecco perché questo evento del Teatro Manzoni si preannuncia come tre giorni di inno alla bellezza e all’universalità di un linguaggio che non morirà mai. Come dice sempre Zotto, nessuna danza popolare raggiunge il medesimo livello di comunicazione tra i corpi, unendo emozione, energia, respirazione, abbraccio e palpitazione, dando spazio all’improvvisazione e all’equilibrio uomo-donna (anche se, precisa, il passo più importante, ossia “l’otto”, lo fa proprio la donna).

In programma, i capolavori di Piazzolla: da Libertango a Adiós Nonino, da Triunfal a Milonga del Ángel, fino a Quejas de Bandoneón. Biglietti in vendita a partire da 26,50 euro.

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