Pienza, pensiero d’amore e sogno di bellezza

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Città di Pienza
L’utopia rinascimentale nell’armonia della città che ispirò Pascoli

“Nata da un pensiero d’amore e da un sogno di bellezza”, così scrisse di Pienza Giovanni Pascoli. La visione onirica era quello di Papa Pio II, al secolo Enea Silvio Piccolomini, di nobile famiglia decaduta e di solida cultura umanistica, che qui nacque nel 1405 e che una volta divenuto Pontefice volle trasformare il suo piccolo paese natale, Corsignano, in un gioiello urbanistico-architettonico affidando la ristrutturazione totale del borgo all’architetto Bernardo di Matteo Gamberelli detto il Rossellino, allievo del celebre Leon Battista Alberti, che in appena quattro anni, dal 1459 al 1462, ne definì l’aspetto armonioso e tipicamente rinascimentale. Nacque così quella che sarà nota come la Città Ideale, secondo quelli che erano i canoni dell’epoca, basati su armonia e proporzioni perfette: le città dovevano rispondere a precisi criteri filosofici, scientifici e di razionalizzazione degli spazi, ponendo al centro l’uomo e le sue necessità attraverso la realizzazione di piazze, palazzi e fortificazioni dalle proporzioni armoniche, inseriti in un contesto urbano progettato per valorizzare ogni singolo elemento architettonico. Sito Unesco dal 1996, Pienza, che appare sostanzialmente immutata rispetto alle intenzioni e agli interventi del Rossellino, è dunque considerata l’incarnazione dell’utopia rinascimentale, viatico per l’immortalità del Papa che la concepì e in grado oggi come allora di comunicare al mondo questa idea di perfezione. Organizzazione prospettica, proporzioni e senso della misura si ritrovano ovunque, nelle volumetrie della Cattedrale di Santa Maria Assunta, di Palazzo Piccolomini e Palazzo Borgia, così come nell’accurato riempimento degli spazi nell’antico borgo medievale, in totale armonia con la natura circostante. Inserita nel contesto fiabesco di quello che forse è il più bel paesaggio italiano, la Val D’Orcia, la città di Pio ha saputo inoltre mantenere intatte nei secoli le sue tradizioni identitarie. Gli abitanti di Monticchiello, piccola frazione del comune, tengono viva l’antica tradizione del Teatro Povero, testimone della vivacità culturale del paese e dell’attaccamento della popolazione alla propria storia e identità. Così come il tradizionale Palio del cacio al fuso che si svolge a settembre nella piazza principale, per celebrare un’eccellenza del territorio, il celebre pecorino di Pienza o l’antico Gioco del Panforte, una competizione che nel periodo natalizio si tiene in molti paesi della provincia di Siena, ed è uno spettacolo unico da vedere.