Vanessa Amati: con #CulturaIdentità per la lotta alla violenza sulle donne

0

La violenza sulle donne è oggi un tema sulla bocca di tutti. Non era così quando, quel 22 giugno del 1991, Elisabetta, per tutti “Betty”, fu accoltellata diverse volte, in mezzo a una strada e in pieno giorno, da un ex fidanzato violento che, di accettare il fatto di essere stato lasciato, non voleva saperne.

Eppure Elisabetta non aveva fatto nulla per cacciarsi nei guai. Era una giovane donna dalla vita tranquilla, residente in un paesino della Brianza, Usmate Velate, noto anche e soprattutto per essere il luogo di abitazione, tutto ordine e tranquillità, di Alberto Colombo, il direttore di posta interpretato da Claudio Bisio in “Benvenuti al sud”.

Eppure, all’improvviso, la vita di una famiglia cambiò. Perché l’aggressione di Elisabetta la costrinse da quel giorno su una sedia a rotelle. Fu, quello, uno dei primi casi di cronaca nera a mettere in evidenza il problema della violenza sulle donne. Accanto a lei la famiglia e l’amata nipote, Vanessa Amati. Che, proprio da quell’esperienza è stata spinta a vivere la propria vita come una battaglia.

“Ho vissuto per tutta l’infanzia e l’adolescenza un desiderio di mettere fine alle ingiustizie, alla violenza, alla prevaricazione. Così, finito il liceo classico mi sono buttato negli studi di Giurisprudenza. Sognavo le grandi battaglie legali dei film e telefilm americani. E, poi, in politica, divenendo consigliere comunale nel 2014, a 25 anni. Ero un’idealista”.

Dopo la laurea e la pratica legale (“Dove, grazie a un avvocato idealista come me, ho potuto formarmi sul rapimento internazionale di minori”, precisa) e senza essersi fatta mancare l’esperienza come volontaria in un rifugio per animali abbandonati, Vanessa, che oggi di anni ne ha 30, è sposata e lavora come impiegata in un’azienda privata. Eppure, nonostante il realismo che, a un certo punto della vita, subentra necessariamente all’idealismo, non ha perso la voglia di combattere. È per questo che ha aderito, tesserandosi, al movimento di #CulturaIdentità. “Qui – spiega – ho trovato l’impegno, culturale prima che politico, a lottare contro la violenza verso chi è più debole, dato che, tra le associazioni che fanno parte della rete c’è anche UNAVI – Unione Nazionale Vittime (la cui presidente, Paola Radaelli, è peraltro candidata al Parlamento Europeo tra le fila di Fratelli d’Italia). La sinistra ama sciacquarsi la bocca con gli slogan femministi, ma la prevenzione della violenza verso le donne e, in generale, di chi è in una posizione di debolezza come i disabili o gli anziani (odioso il recente caso di quel signore morto a causa delle sevizie di ragazzini crudeli) non richiede slogan, ma azioni. Azioni dure, forti, non certo buoniste. Azioni come la legge sulla legittima difesa, per la cui approvazione proprio UNAVI e #CulturaIdentità hanno a lungo spinto”.

Oggi la battaglia di Vanessa trova però espressione anche all’interno della sua comunità, quella di Usmate Velate, dove si è candidata al Consiglio comunale per le elezioni amministrative del prossimo 26 maggio, all’interno della lista di centrodestra a supporto di un giovane candidato sindaco leghista, Daniele Ripamonti. Con l’amorevole supporto di “Betty”, la zia, che non la lascia mai sola. “Per me è una guida, una fonte di ispirazione – spiega Vanessa – e così insieme abbiamo deciso di combattere una nuova battaglia, quella per l’abbattimento delle barriere architettoniche, che sono ancora tantissime, specialmente nei piccoli comuni, dove purtroppo le risorse scarseggiano. Ma la loro rimozione non è opzionale, non è qualcosa da lasciare in fondo alla lista delle cose da fare. Deve diventare una priorità. Un sogno? Di fronte alla tanta cattiveria che vediamo ogni giorno, del resto, dobbiamo sognare. Sognare un mondo gentile”.