In una scuola di Udine ricordano la Shoah e non le Foibe

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Per l’Anpi la comparazione fra Shoah e foibe è “aberrante e inaccettabile”, secondo le parole del presidente nazionale Gianluca Pagliarulo. Sarà per questo che qualcuno ha deciso volutamente di dedicare il 10 febbraio, Giorno del Ricordo istituito per commemorare l’eccidio delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata, alle vittime del nazifascismo, agli ebrei internati e alle leggi razziali. Capita anche questo. Un’inversione della memoria.

A Udine, in un istituto tecnico superiore, il “Marinoni” (400 alunni coinvolti) si è svolta un’Assemblea d’Istituto convocata, e autorizzata dai vertici della scuola, per affrontare tematiche specifiche del Giorno della Memoria e non certo del Giorno del Ricordo! La stessa riflessione e analisi che sarebbero doverose anche nella Giornata del Ricordo, in ottemperanza non solo ad una norma specifica che l’ha introdotta, ma anche in nome di un’analisi storico-culturale che non può essere ignorata e non dovrebbe essere cancellata.

Nessun accenno al gravissimo vandalismo accaduto a Udine dov’è stato divelto il palo che sorreggeva il cartello stradale intitolato all’infoibata Norma Cossetto.

Ma questo non interessa. Durante la mattinata, in questa scuola udinese, si sono rievocati gli atteggiamenti antisemiti di ieri e di oggi, con esempi tratti da alcuni candidati alle elezioni di Fn, con casi di violenza verbale, negli stadi e non solo, contro gli ebrei di ieri e di oggi, con l’immagine di Anna Frank, con il caso del giocatore ebreo Rosenthal rifiutato negli anni ’90 dall’Udinese – così è stato riferito dai relatori in Assemblea – in quanto non avrebbe superato le visite mediche, in realtà a seguito dell’opposizione della tifoseria che aveva scritto sui muri di Udine affinché l’Udinese non acquistasse il calciatore. Poi altri spazi dedicati alle leggi razziali del ’38, all’odio razziale, alla rivista La difesa della razza, alle immagini dei campi di concentramento e di sterminio. Ampio spazio è stato dedicato alla figura del calciatore e allenatore ungherese Arpad Weisz, internato ad Auschwitz con video della sua carriera, cortometraggi e varie iniziative in memorial (lapidi, iscrizioni, intitolazione di strade etc) con protagonisti gli ex sindaci di Bologna e Milano, rigorosamente di sinistra.

Che la Shoah sia da ricordare, come si è ricordato e si ricorda doverosamente e obbligatoriamente, è sacrosanto. Come sacrosanto dovrebbe essere che nel giorno del Ricordo si faccia atto di memoria degli infoibati e del dramma degli esuli istriani, giuliani, dalmati. Non esistono contro-memorie, bensì memorie oggettive su fatti oggettivi da celebrarsi senza mistificazioni e senza infingimenti.

Chissà cosa sarebbe successo se fosse capitato l’inverso: ovvero ricordare gli infoibati il 27 gennaio (giorno della memoria), anziché gli ebrei? Come avrebbe reagito la sinistra? Ci immaginiamo proclamando scioperi, invitando a manifestazioni di piazza e presentando profluvi di interrogazioni parlamentari.

Alla luce della posizione dell’Europa che ha equiparato i regimi comunisti a quelli fascisti e nazisti, non è chiaro come si possa ancora, nel 2022, seminare odio in nome di una ideologia che è stata ed è considerata totalitaria e dittatoriale.

Sarebbe opportuno che venisse istituita una giornata unica per tutte le vittime dei regimi totalitari, così si eviterebbero discriminazioni fra i morti e discriminazioni fra gli eccidi. Riuscirà prima o poi la politica a mettersi d’accorso almeno su questo?

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