La manifestazione dura un mese e ogni anno accoglie migliaia di artisti e attori
Carnevale è una ricorrenza davvero speciale: festa di antica radice legata a tradizioni ancestrali, come rito di passaggio per la fine dell’inverno, concrezionata da millenni di tradizioni. Un grande affresco che storici ed etnologi non si stancano mai di analizzare. Ma per tutti questa è la festa della gioia, dei costumi, dei carri bizzarri e variopinti. Un’esperienza di comunità, un fiume di persone che giocano a camuffarsi e a prendersi in giro. Nella Toscana dei Canti Carnascialeschi di Lorenzo il Magnifico, dal 1873 Carnevale è soprattutto Viareggio. Anzi: nella nazione dei mille differenti carnevali (da Acireale a Venezia), è proprio quello di Viareggio che più di ogni altro rappresenta l’Italia nel mondo. Il pittore Lorenzo Viani, viareggino, ci ha lasciato una descrizione delle origini della festa nella sua città: all’inizio parata di carrozze per i benestanti mentre la gente comune affittava teste di animali in cartapesta, poi i primi carri allegorici, burleschi nello stile e divertenti nella forma. D’altronde, il lunghissimo e largo corso parallelo alla spiaggia sembra nato apposta per giocare con quelle grandi macchine semoventi che, col passare del tempo, oggi sono i carri. Più di 1000 le persone che, divise in 25 ditte di artigiani, lavorano tutto l’anno per realizzarne 14. I “Carri” in realtà sono vere e proprie scenografie teatrali munite di miriadi di attori giganteschi e minuti, meccanici e umani su di un palco che cammina e si fa guardare e giudicare. Capolavori di ingegno meccanico, artigianale maestria, artistica fantasia, italianissimo senso dell’umorismo. Castelli larghi 12 metri e alti più di 20, di cartapesta dipinta. E tanta pungentissima, irriverente, sana e salace satira. Satira leggera nelle forme e profonda nei temi, satira artistica, perché il Carnevale di Viareggio è arte, una grande continua installazione che vede tutti gli attori sulla stessa scena, una pièce in prosa e in musica, per immagini e per sensazioni, dove lungo un mese la cittadina costiera di Viareggio, tutta insieme e generosamente aperta al mondo, perde le staffe ed esplode di vita: oltre ai corsi mascherati è tutto un rincorrersi di feste (diurne e notturne), teatro, eventi sportivi internazionali, giochi, gastronomia… Insomma: per la durata di un mese, Viareggio diventa laboratorio d’arte dove le persone sono come le pennellate di un grande quadro. Quest’anno il grosso è giocoforza rimandato a settembre, ma la Viareggio del Carnevale certo non si ferma!
Renato Guerrucci















